Genova e in particolare l’Albergo dei Poveri diventano sede del polo formativo territoriale della Scuola Nazionale dell’Amministrazione. Ospiterà corsi di alto livello che formeranno i dirigenti e i funzionari della pubblica amministrazione. Sottoscritto proprio nell’Aula Magna il protocollo d’intesa tra il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci, dal rettore dell’Università di Genova Federico Delfino e dalla presidente della Sna Paola Severino.
La P.A. è il primo datore di lavoro in Italia con oltre tre milioni di posti: «È un’organizzazione molto complessa, multiforme, ha avuto anni complicati e negli ultimi dieci con il blocco del turnover abbiamo perso molte persone ed elevato in maniera un po’ rischiosa l’età media. L’epoca che viviamo − spiega Paolo Zangrillo – ci costringe a occuparci del profilo di competenza delle nostre persone, abbiamo tantissime cose da apprendere, abbiamo la necessità di non innamorarci troppo di quello che abbiamo imparato a fare perché spesso le cose che abbiamo imparato vanno in obsolescenza, hanno una rapidità straordinaria e quindi occuparsi di formazione è essenziale per guardare al futuro con fiducia. Gli ultimi due anni sono stati molto importanti in termini di emissione di risorse, abbiamo inserito 350 mila persone e poi abbiamo avviato una serie di iniziative importanti proprio per strutturare una pubblica amministrazione capace di rispondere all’attesa dei suoi utenti cittadini e imprese».
Sino al 2022 le ore di formazione nella P.A. erano di 6 ore all’anno, l’obiettivo di Zangrillo è di arrivare a una settimana all’anno.
La Liguria ha già una scuola di formazione per l’amministrazione, per cui l’occasione è di creare un hub formativo.«L’attività di formazione − ribadisce Zangrillo − deve accompagnare la crescita della nostra pubblica amministrazione. La qualità che noi chiediamo alle nostre persone è quella di guardare al futuro avendo consapevolezza del contesto nel quale sono immersi, quindi significa non innamorarsi soltanto dell’idea di sapere, ma poter tradurre il sapere in saper fare. Abbiamo bisogno che le persone si formino, ma formarsi non significa fare un mero esercizio di acculturamento, significa cogliere tutte le opportunità per essere poi capaci nel proprio lavoro. Sto lavorando anche sui sistemi di gestione delle nostre persone per cercare di introdurre anche nella pubblica amministrazione quello che esiste in tutte le organizzazioni nel mondo e cioè dei sistemi che sappiano misurare le nostre performance e che quindi ci consentono di premiare le persone e di dare un messaggio molto importante che tutto quello che facciamo ha un senso e ha un valore se i nostri clienti, i cittadini e le imprese lo percepiscono, lo apprezzano».
Da quando Zangrillo è ministro dice di aver iniziato a combattere quella narrazione che descrive la pubblica amministrazione come il luogo del posto fisso. «I nostri giovani non si accontentano della stabilità del posto di lavoro, vogliono un luogo dove si possono formare, dove possono fare esperienze qualificanti, dove possono migliorare la loro condizione economica e la loro condizione sociale, vogliono un luogo di lavoro che sia capace di bilanciare correttamente l’attività professionale con la vita personale».
L’intelligenza artificiale fa parte del gioco: «Stiamo incominciando a utilizzarlo in vari comparti − chiarisce Zangrillo − e questo ci aiuta a liberare le nostre persone da attività ripetitive. Non la considero come sostitutiva dell’uomo, ma come complementare. Si tratta di un’opportunità straordinaria perché un utilizzo corretto dell’intelligenza artificiale ci consente di accelerare i nostri processi e quindi di essere sempre più vicini alle attese dei nostri utenti.
Chi lavora nella pubblica amministrazione ha una caratteristica che lo distingue da ogni altra organizzazione, cioè lavora per la collettività e questa consapevolezza deve essere presente, anche sulla questione della trasparenza dei dati e gli open data: «Stiamo facendo un lavoro di straordinaria importanza e stiamo utilizzando l’intelligenza artificiale soprattutto per fare in modo che tutte le nostre banche dati siano interoperabili e quindi ci consentano di dare al cliente un servizio più attento in termini di affidabilità dei dati che ci riguardano».
Paola Severino è presidente della Scuola Nazionale dell’Amministrazione: «Pensavamo a Genova e alla Liguria da tempo. Siamo riusciti a realizzare un sogno importante perché la Liguria è davvero la porta aperta sul Mediterraneo e sull’Europa. Due i due temi fondamentali su cui lavoreremo: quello del buon utilizzo dei fondi europei, spesso veniamo rimproverati come italiani di non saperli utilizzare al meglio e la valutazione oggettiva delle performance della pubblica amministrazione. Noi raccoglieremo dalle Regioni, dalle Province, dai Comuni di tutta Italia coloro che vogliono venire a frequentare questa scuola. Chiunque sia nella pubblica amministrazione può partecipare a questi corsi. Li organizziamo di volta in volta in modo che il numero sia adeguato. L’università del territorio ci fornirà le competenze»
«L’amministrazione pubblica è lo strumento essenziale, principale, per poter arrivare al risultato verso i cittadini − chiarisce il presidente della Regione Liguria Marco Bucci. L’amministrazione pubblica deve essere in grado di utilizzare i fondi e far sì che i cittadini possano avere beneficio. La più grande rivoluzione, come ha detto il ministro, è quella della responsabilità e del fatto che bisogna pensare ad arrivare al risultato finale, ovvero sia ogni processo amministrativo deve avere un risultato finale che è compatibile con le esigenze dei cittadini, ovviamente tutto nel rispetto della legalità. La legalità non è più l’obiettivo finale ma è il mezzo con cui noi raggiungiamo il volere dei cittadini. Stiamo puntando molto sulla formazione».
L’Università di Genova ha il coordinamento di uno degli undici ecosistemi dell’innovazione italiana, finanziati con risorse a valere sul Pnrr, il Raise, acronimo di Robotics and Artificial Intelligence for Socioeconomic Empowerment, cioè gli strumenti della robotica e dell’intelligenza artificiale che sono applicati ai vari verticali di sviluppo economico della Liguria e proprio in questo ambito, sottolinea il rettore Federico Delfino, nello spoke che si occupa di formazione, «abbiamo pensato di creare un corso grazie all’impegno dei colleghi del dipartimento di Scienze Politiche, in particolare sempre del professor Gandullia, del professor Di Bella, una serie di colleghi dell’Università di Genova che hanno pensato di cominciare ad applicare le tecniche di intelligenza artificiale per velocizzare, rendere più dinamica, efficientare la macchina amministrativa. Credo che questo sia un passo molto importante. Oggi l’Università di Genova sta discutendo con Compagnia di San Paolo, che è una grande fondazione che ci sostiene con accordi pluriannali, il piano di sviluppo del 2025 e del 2026 e anche in quel contesto stiamo cercando di provare a lavorare sull’innovazione all’interno delle procedure amministrative sempre con lo strumento dell’intelligenza artificiale. Quindi credo che tutto questo sia di fatto un ambiente e un contesto che ben si presta anche all’innesto di questo polo formativo».