Il settore dell’intelligenza artificiale generativa sta vivendo una fase di espansione senza precedenti, caratterizzata da massicci investimenti e una competizione serrata tra i principali attori del mercato. Questa corsa all’innovazione sta creando un ecosistema in cui, paradossalmente, persino i servizi a pagamento generano attualmente perdite per i fornitori, nella prospettiva di costruire oggi una base utenti da monetizzare domani.
OpenAI (ChatGPT), Anthropic (Claude), Mistral (Le Chat) e Meta (LLama) continuano ad attrarre finanziamenti miliardari promettendo futuri ricavi altrettanto significativi. Tuttavia, come insegna la storia tecnologica, assisteremo inevitabilmente a un processo di selezione naturale simile a quanto avvenuto negli anni ’80 con gli home computer, quando da una moltitudine di prodotti emerse infine un vincitore.
I protagonisti e le loro strategie
OpenAI si distingue per un approccio aggressivo, lanciando nuove funzionalità a cadenza mensile con l’obiettivo di primeggiare in ogni ambito, talvolta a scapito della qualità e sollevando questioni di proprietà intellettuale.
Anthropic, con il suo assistente Claude, segue una filosofia differente: aggiornamenti meno frequenti ma qualitativamente superiori. L’azienda si presenta primariamente come centro di ricerca, esplorando la tecnologia nel suo funzionamento reale e mantenendo un approccio etico rigoroso.
Mistral rappresenta l’eccellenza europea – precisamente francese – nel settore. La sua strategia punta a servizi specifici per sviluppatori e aziende, come dimostrano recenti accordi con leader dei trasporti marittimi per sviluppare soluzioni AI settoriali.
Quale scegliere?
Per l’utente medio, il consiglio più pragmatico è sperimentare personalmente le diverse soluzioni, sia gratuite che a pagamento, confrontando le risposte a parità di prompt. Gli utilizzatori di Claude ne apprezzano l’intelligenza e l’umanità nelle risposte; ChatGPT si distingue per versatilità e accesso a informazioni aggiornate, sebbene con un’impronta più “robotica”; Le Chat eccelle per velocità e ragionamento, con particolare efficacia nella ricerca scientifica.
È fondamentale considerare che questi strumenti evolvono costantemente utilizzando i nostri dati. Benché tutti offrano garanzie sulla privacy, un approccio prudente è sempre consigliabile. Per questo motivo, soluzioni open source come quella di Meta, installabili su server aziendali, possono offrire maggiori garanzie nel controllo delle informazioni, nonostante l’attuale dispendio energetico ed economico.
Un’opportunità da cogliere senza indugi
È ormai evidente che procrastinare l’adozione di queste tecnologie non è un’opzione percorribile. Le economie che hanno ritardato la digitalizzazione – tra cui l’Italia – hanno già registrato una crescita del pil inferiore rispetto ai paesi più reattivi nell’innovazione digitale.
Le aziende liguri hanno ora l’opportunità di recuperare il terreno perduto. Chi è rimasto indietro può accelerare saltando direttamente sul “cavallo dell’AI”, ottenendo potenzialmente un doppio vantaggio: recuperare il gap tecnologico e integrare l’intelligenza artificiale nei processi gestionali.
Dalla teoria alla pratica: i dati come fondamento
Molti propongono sistemi RAG (Retrieval Augmented Generation) per interrogare database in linguaggio naturale, ma la realtà di numerose aziende italiane e liguri rivela una gestione ancora basata su fogli Excel piuttosto che su veri database strutturati.
La buona notizia è che l’AI può facilitare questa transizione: può “creare” e compilare dati analizzando documenti pdf come ddt, ordini o estratti conto, e può convertire fogli Excel in database strutturati.
Solo quando i dati saranno effettivamente organizzati in database si potrà parlare concretamente di digitalizzazione e di processi supportati da tecnologie di intelligenza artificiale. È questa la vera sfida che attende il nostro tessuto imprenditoriale nell’immediato futuro.
Articolo in collaborazione con TechMakers.