Le nomine dei nuovi presidenti delle Autorità portuali arriveranno dopo l’ultima tappa del viceministro Rixi prevista a Napoli tra una decina di giorni, ma quello che emerge dall’evento “Prospettive per lo sviluppo del Sistema Portuale del Sistema del Mar Ligure Occidentale – Il viceministro Edoardo Rixi incontra il cluster marittimo – portuale” nella sede genovese dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale è che solo dimostrando unità tra gli operatori si potrà garantire un futuro di sviluppo per il porto di Genova.
Rixi non fa nomi a margine, ma l’identikit prevede una persona «Capace, non influenzabile e votato al sacrificio, perché credo che solo con un grande sacrificio riuscirà a ricomporre un puzzle così difficile, ma importante e strategico per il Paese, come quello che c’è a Genova e Savona e credo che debba tenere un occhio anche importante sulla portualità savonese, perché è spesso vista come secondaria, ma è un porto che a livello nazionale ha grandissime prospettive e un valore aggiunto per l’intero sistema portuale nazionale».
Il presidente della Regione Liguria Marco Bucci commenta: «Una volta che ci sarà il nome del nuovo presidente del porto sulla mia scrivania, sarà approvato al massimo in un quarto d’ora-venti minuti».
Intanto è stato annunciato il nome del rappresentante del ministero nella Zls-Zona logistica semplificata, che tra l’altro verrà estesa a Savona: l’avvocato Maurizio D’Amico.
La tensione di questi mesi nel porto di Genova è stata confermata anche dal commissario, il contrammiraglio Massimo Seno: «In questi mesi qui ho passato molto tempo su contenziosi, istanze di accesso, l’auspicio che faccio alla comunità portuale è di essere unita».
«È evidente − dice Rixi − che siamo di fronte a un momento in cui c’è molta attesa sulle nomine. Il commissariamento dovuto alle vicende giudiziarie legate al porto di Genova ha provocato tensioni tra i terminalisti, in particolare. Noi siamo molto preoccupati sul futuro se non si troverà a Genova una situazione di totale armonia tra i vari operatori che in un grande porto come questo è necessaria per continuare a aumentare i traffici. Noi, come Stato, garantiamo gli investimenti, garantiamo ovviamente il rispetto delle norme. Quello che gli operatori dovrebbero cercare di garantire è una condivisione degli obiettivi del porto. Per l’Italia questo porto deve servire a tutti, deve servire per incrementare la nostra capacità produttiva e logistica. Per questo lo Stato ha investito molti soldi in questo territorio. Questo vuol dire che è una scommessa in cui tutti devono fare la loro parte e si devono sentire partecipi».
Rixi ha anche annunciato le prossime mosse in termini di gestione nazionale: «Nei prossimi mesi, prima dell’estate, ci sarà il nuovo decreto che riguarderà la formazione di questa società pubblica che gestirà sostanzialmente il sistema porti d’Italia, che servirà per fare nuove opere, ma anche per il piano nazionale dei dragaggi. Servirà per tutta una serie di servizi per coordinare l’attività dei porti, perché l’obiettivo del governo è diventare il primo paese marittimo in Europa e quindi superare anche come capacità il porto di Rotterdam. Si intende coordinare l’attività dei vari porti, cercando di avere regole omogenee sul territorio nazionale. È ovvio che in tutto questo Genova sarà protagonista come principale scalo del Paese e deve essere un porto in grado di accettare le sfide e di rinnovarsi. Questi sono gli obiettivi che oggi ci diamo, ovviamente ascoltando anche gli operatori e capendo anche in che direzione spingere eventuali riforme al fine di risolvere anche quei problemi che loro incontrano nella vita di tutti i giorni, che incontrano sia sulle risposte da parte dell’Adsp sia anche per i cambi che ci sono a livello di rotte e di metodi di lavorazione all’interno dei porti».
Il viceministro spiega che schemi eccessivamente rigidi o piani regolatori eccessivamente rigidi sono difficilmente gestibili in momenti di cambiamenti rapidi sia dal punto di vista tecnologico, ad esempio per i nuovi depositi, i nuovi carburanti. Per questo è allo studio la creazione di nuove norme che esistono già in altri porti europei, ma che mancano ancora sui porti italiani. «È notizia dell’ultima settimana − dice Rixi − che Gnv metterà i primi traghetti a Lng proprio dal porto di Genova e oggi manca ancora una capacità di rifornimento».
Pietro Piciocchi, il sindaco facente funzioni, aggiunge: «Dalla competitività e dall’attrattività del porto dipende l’attrattività della nostra città. Il porto è il driver principale dell’economia cittadina in termini di valore economico prodotto, in termini di risorse umane impiegate. È una realtà che genera indotto in tutto il Paese. Auspichiamo che presto ci sia la nomina del nuovo presidente perché ci sono sfide importanti che riguardano il rapporto tra il porto e la città. Dobbiamo superare la logica di contrapposizione che troppo spesso si è affermata tra porto e città. Quindi un porto che cresce è dentro una città che cresce, che lo sa accogliere e che non lo subisce. Questa credo sia la sfida dei prossimi anni che gli amministratori della città dovranno affrontare».
All’evento hanno partecipato anche i sindacati. Il segretario generale di Uiltrasporti Liguria Roberto Gulli dice: «In questi ultimi mesi il clima con gli operatori portuali non è stato buono, ma se il conflitto si inasprisce a farne le spese sono i più fragili, ovvero i lavoratori. Noi questo lo vogliamo evitare.
La riforma della portualità sembra essere all’orizzone: vorremo sapere quale direzione si intende prendere in termini di regole. La salute e la sicurezza dei lavoratori è al centro della nostra azione sindacale con una richiesta importante: implementare la figura di Rls di sito. Occorre inoltre dare corso al fondo di prepensionamento dei lavoratori portuali e di Adsp: l’età degli addetti è elevata, alcuni sono inabili, il lavoro è faticoso e pressante e questi elementi rappresentano un grande fattore di rischio».