Sabato 22 e domenica 23 marzo tornano per la 33ª edizione le Giornate Fai di Primavera, il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, organizzato dal Fai-Fondo per l’Ambiente Italiano Ets grazie all’impegno e all’entusiasmo di migliaia di volontari: 750 luoghi in 400 città saranno visitabili a contributo libero, grazie ai volontari di 350 Delegazioni e Gruppi Fai attivi in tutte le regioni.
Questa del 2025 sarà un’edizione speciale, in occasione dei cinquant’anni dalla nascita del Fai – fondato nel 1975 da Giulia Maria Crespi e Renato Bazzoni, con Alberto Predieri e Franco Russoli – che anche attraverso le Giornate Fai di Primavera ribadisce la missione culturale che la Fondazione svolge a fianco delle istituzioni, con i cittadini e per il Paese, e che si realizza nella cura e nella scoperta di tanti luoghi speciali – oltre 13 milioni visitatori, 16.290 luoghi aperti in oltre 7.000 città in 32 edizioni – con lo scopo di educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano.
Per sottolineare il cinquantenario dalla fondazione del Fai le sei Delegazioni territoriali e i sei Gruppi Giovani della Liguria hanno posto il massimo impegno per offrire occasioni di visite speciali in questa edizione delle Giornate di Primavera.
La varietà delle proposte è specchio dell’attenzione del Fai ai diversi aspetti del nostro patrimonio e vuole suggerire la sfaccettatura del suo impegno a tutela della conservazione e per la più completa conoscenza della sua storia. Per questo i volontari proporranno la scoperta di borghi come Badalucco (IM), in cui la scoperta è la varietà di storiche attività presenti o come Albenga (SV), dove accompagneranno a scoprire in monumenti noti dettagli inediti. L’accesso a locali normalmente inaccessibili è quanto offre la visita alla sede della Banca d’Italia a Genova dove si potrà accedere allo storico caveau, agli ambienti dello storico Hotel Bristol di Genova, preziosa testimonianza liberty, o quella agli spazi di servizio del Teatro Chiabrera a Savona. Quest’ultimo sarà considerato analizzando le emergenze del contesto urbanistico che lo circonda così come sarà considerato il contesto paesaggistico del Grand Hotel i Castelli di Sestri Levante (GE), trasformazione della villa dell’imprenditore Riccardo Gualino, dove i volontari e i ciceroni accompagneranno in un percorso nel parco che lo circonda e che arriverà alla Torre Marconi da dove lo scienziato fece i suoi primi esperimenti. Infine, davvero significativa dell’attenzione verso le più diverse modalità di tutela del patrimonio, sarà la visita alla Sezione operativa navale della Guardia di Finanza, che avrà come base il Castello di Lerici (SP), che permetterà agli iscritti Fai di salire a bordo dei mezzi ormeggiati nel golfo e di conoscere sofisticate attrezzature per il monitoraggio dell’ambiente marino.
Per la presidente Fai Liguria, Farida Simonetti: “Le Giornate di Primavera sono l’appuntamento in cui il Fai, attraverso l’impegno dei suoi volontari, realizza la missione stabilita dal proprio statuto e cioè l’educazione della collettività alla difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico e monumentale offrendo la possibilità di conoscerne sempre nuove realtà della nostra regione, ma è anche un fondamentale momento di raccolta fondi, sia attraverso contributi al numero …., sia soprattutto con le adesioni di nuovi soci che condivideranno gli obiettivi della Fondazione. Grazie a tali contributi il Fai continuerà a sostenere, restaurare e valorizzare i 72 beni che gli sono stati affidati tra cui ben sette nella nostra regione, due dei quali saranno inaugurati, a conclusione di impegnativi restauri, nei prossimi mesi.”
Come sottolinea l’assessore alla Cultura di Regione Liguria Simona Ferro: “Le Giornate Fai di Primavera ci aiutano a celebrare anche le bellezze della Liguria e hanno lo scopo di educare alla tutela delle perle del nostro territorio. Questo evento acquisisce ancora più importanza in questo anno in cui il Fai spegne 50 candeline. La nostra regione è ricca di storia, tradizione, veri e propri capolavori dal punto di vista paesaggistico ed architettonico: elementi che ci rendono unici nel contesto nazionale e internazionale. L’attività del Fai aiuta i liguri a percepire l’importanza di tutelare e vivere i monumenti, le opere d’arte e le riserve naturali che costituiscono il nostro patrimonio, frequentando ogni luogo in maniera consapevole e rispettosa. Attraverso la cura e la conoscenza, il Fai avvia un percorso virtuoso a favore della cittadinanza attiva: sono certa che anche l’edizione 2025 sarà un grande successo”.
Le aperture straordinarie in Liguria
Delegazione LA SPEZIA
LERICI – SEZIONE OPERATIVA NAVALE DELLA GUARDIA DI FINANZA (chicca nazionale)
La Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di La Spezia, che si racconta per la prima volta al grande pubblico grazie al FAI, opera in un contesto costiero strategico, la cui posizione geografica facilita il controllo delle rotte marittime, mentre l’ambiente paesaggistico integra un ecosistema fragile, tutelato da rigorosi controlli per contrastare traffici illeciti e salvaguardare l’equilibrio ambientale. La Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza nasce per garantire il controllo economico del mare e contrastare traffici illeciti come contrabbando e narcotraffico. Attiva da diversi anni, si evolve grazie a tecnologie avanzate e a una flotta moderna, tra cui unità d’altura e costiere. Specializzata in polizia economico-finanziaria e sicurezza marittima, collabora con autorità nazionali e internazionali per presidiare le acque territoriali e garantire legalità e protezione dei confini marittimi. Svolge inoltre un ruolo cruciale nella tutela dell’ambiente marino, dell’ecosistema e delle specie a rischio, temi di crescente attualità e rilevanza nella società odierna.
In occasione di queste Giornate FAI di Primavera, la Delegazione FAI della Spezia illustrerà questa realtà all’interno del Castello di Lerici che, situato su un promontorio a picco sul mare, domina il Golfo dei Poeti con la sua imponenza. Costruito nel XII secolo dai genovesi, rappresenta uno degli esempi più significativi di architettura militare della Liguria. La sua struttura trapezoidale è caratterizzata da mura possenti, bastioni e una torre centrale che offre una vista panoramica mozzafiato. All’interno si trova la cappella gotica di Sant’Anastasia, con decorazioni in stile romanico. Circondato da un ambiente naturale unico, il castello si integra perfettamente con il paesaggio marino e le case colorate del borgo, creando un quadro di straordinaria bellezza.
La Sezione Operativa Navale della Guardia di Finanza di La Spezia racconterà eccezionalmente se stessa in occasione delle Giornate FAI, offrendo al pubblico un’esperienza unica. Durante la visita a questa realtà strategica, normalmente non accessibile, i partecipanti potranno scoprire le attrezzature utilizzate per il monitoraggio e la sorveglianza, nonché conoscere da vicino le attività del corpo, che spaziano dalla lotta ai traffici illeciti alla tutela dell’ambiente marino. Una rara opportunità per approfondire il lavoro di chi, con competenza e dedizione, protegge il nostro patrimonio marittimo e culturale.
Alle ore 12 e alle ore 16 la Sezione Navale della Guardia di Finanza opererà alcune manovre in mare della durata di 30 minuti circa nel golfo antistante il Castello di Lerici e sarà presente un elicottero della GdF che parteciperà all’esibizione nonché una squadra di sommozzatori. Per gli iscritti FAI sarà inoltre possibile salire eccezionalmente a bordo di mezzi in uso alla Sezione Navale della GdF.
Piazza San Giorgio: le giornate FAI di primavera avranno luogo presso il Castello di Lerici.
Sabato 10,30 – 18,00 con ultimo ingresso alle 17,30 e domenica 10,00 – 18,00 con ultimo ingresso alle 17,30
Per maggiori informazioni: laspezia@delegazionefai.fondoambiente.it
Delegazione TIGULLIO
SESTRI LEVANTE – GRAND HOTEL DEI CASTELLI (già VILLA GUALINO)
Per descrivere il complesso monumentale del Grand Hotel dei Castelli di Sestri Levante è interessante trarre ispirazione da quanto scritto da Maria Rossignotti nel suo: Sestri Levante, Itinerario Artistico, Milano 1952. che rappresenta ancora un prezioso documento del singolare sviluppo artistico di quel luogo incantato che è l’Isola di Sestri Levante.
“Il castello sopra uno dei colli che guarda il mare e l’approdo dell’isola dalla parte di Oriente”, le mura e le torri costruite dai genovesi nel 1145, vennero smantellati col memorabile assedio dei Fiorentini e dei Veneziani nel 1432, ma nel 1440 Genova iniziò la ricostruzione delle fortificazioni. Nel 1810 il Castello di San Nicolò venne trasformato nel cimitero della città di Sestri. Dal 1925 l’isola perdette la sua vetusta fisionomia con la costruzione dei Castelli Gualino, voluti dall’avv. Riccardo Gualino che incaricò gli architetti Busiri per il progetto e l’edificazione e Lionello Venturi, per la consulenza artistica. Nel 1947 i Castelli vennero adattati a lussuoso albergo.
Le costruzioni hanno un carattere estraneo alla cultura e alla tradizione ligure, tendendo “verso il moderno, la struttura semplice, l’abolizione delle pitture murali, l’annullamento dei tetti a padiglione. Sobrietà, candore alle pareti, linee semplici e diritte, chiusure a terrazza: questo fu il programma finale… Le mura sono tutte in pietra grezza patinata dal tempo, ricavata da cave inutilizzate da anni… L’interno è a intonaci chiarissimi… La decorazione degli ambienti compete quasi esclusivamente al gioco ardito e talora stupendo delle volte … sono diverse l’una dall’altra. Due scalee in pietra rosa di Finale, molto audaci, impongono la loro struttura solida, ma in pari tempo elegante e coraggiosa. L’illuminazione quasi tutta a luci indirette, proviene da nicchie aperte nei muri, spande per la casa una luce affievolita e calda…”. Uno svariato materiale architettonico e decorativo (gradini, portali, finestre, colonne, capitelli, transenne, camini) classico, bizantino, romanico, gotico e rinascimentale, proveniente dall’Italia centro-meridionale è stato adattato all’esterno e all’interno degli edifici. In mancanza di pezzi adatti, questi sono stati ricavati da marmo greco o romano proveniente da scavi.
Durante la giornata si visiteranno una parte dell’Hotel e una parte del vasto e panoramico parco che lo circonda.
Via Penisola Levante, 26. Domenica 10,00 – 18,00 con ultimo ingresso alle 17,00
Per maggiori informazioni: portofino@delegazionefai.fondoambiente.it
Delegazione GENOVA
GENOVA – PALAZZO DE GAETANI – BANCA D’ITALIA (chicca nazionale)
Il Palazzo della Banca d’Italia, terminato nel 1915 e inaugurato nel 1916, sorge in via Dante, il cui tracciamento è il risultato di una delle numerose trasformazioni della città e dello sviluppo edilizio verificatesi tra gli ultimi decenni dell’800 e il primo ventennio del ‘900, quando Genova si sentiva stretta nei suoi confini storici. In quel periodo Genova avviò lo sbancamento della collina di Sant’Andrea con una operazione che consentì la creazione di Via Dante, il completamento di Via Giulia (attuale Via XX Settembre), e la riprogettazione dell’attuale Piazza De Ferrari.
Si può dire con una certa nota di orgoglio che la Banca d’Italia affonda le sue radici a Genova. Nel 1408 viene creato a Genova il Banco di San Giorgio, istituzione complessa e originale che accumulò in sé, nel tempo, gli embrioni di molte funzioni che oggi vengono svolte dalle Banche centrali. Nel 1844 viene fondata a Genova la Banca di Genova, che nel 1850 si fonde con la Banca di Torino dando vita alla Banca Nazionale. Nel 1893 la Banca Nazionale nel Regno d’Italia si fonde con la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito, dando vita alla Banca d’Italia. Il primo direttore della Banca d’Italia fu il genovese Giacomo Grillo.
L’edificio fu edificato tra il 1911 e il 1915 su progetto dell’ ing. Luigi De Gaetani. La facciata principale su via Dante è interamente rivestita in marmo e l’ingresso principale è dotato di grandi cancelli in ferro. L’imponente prospetto, espressione di un neoclassicismo accademico, è diviso in tre corpi, di dimensioni pressoché uguali ma dal differente apparato decorativo. L’edificio si eleva in corrispondenza del fronte principale su tre livelli gerarchizzati per il variare dell’altezza del marcapiano e della ricchezza decorativa. L’atrio, impreziosito da due possenti colonne e dal soffitto riccamente decorato a stucco, immette nel salone, sul quale si aprono gli sportelli, mentre ai piani superiori si trovano locali direzionali elegantemente decorati. La decorazione del salone è affidata a grandi dipinti a tempera e ad olio disposti lungo le pareti che fissano con forza espressiva e narrativa momenti esemplari della storia della Repubblica di Genova.
L’edificio della Banca d’Italia, sebbene aperto al pubblico poiché svolge pienamente la sua destinazione d’uso, non è normalmente visitabile per gli ambienti direzionali riservati al personale. Nel nostro percorso entreremo nelle stanze più segrete e monumentali del palazzo. Probabilmente la visita più affascinante sarà quella delle stanze del caveau, la “sacrestia” della banca, realizzato dalla ditta Panzer di Berlino e inaugurato il 1 gennaio del 1922. Il servizio cassette di sicurezza fu attivo sino al 1972.
Via Dante, 3 – sabato e domenica dalle 10,30 alle 18,00 ultima visita alle 17,00
Per maggiori informazioni: genova@delegazionefai.fondoambiente.it
GENOVA – HOTEL BRISTOL (RISERVATO AGLI ISCRITTI FAI)
L’Hotel Bristol, lussuoso e dotato di tutti i moderni comfort, fu inaugurato nel 1905 in un edificio ultimato nel 1902. Questa struttura fa parte del progetto di Cesare Gamba, che prevedeva la realizzazione di una moderna strada che collegava Piazza De Ferrari al levante. Tra il 1892 e il 1912, lungo questa nuova arteria e nelle vie adiacenti, sorsero i più ricchi edifici in stile liberty della città. I palazzi costruiti erano all’avanguardia, eleganti e confortevoli, grazie all’uso del sistema Hennebique per il calcestruzzo armato, introdotto in Italia dall’ingegnere Porcheddu.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, il comando tedesco installò il proprio quartier generale nell’hotel, costruendo un tunnel segreto fino al porto di Genova. Al termine del conflitto, il Comitato Italiano di Liberazione dell’Alta Italia ne fece la propria sede. Dal 2012, l’Hotel Bristol, completamente restaurato con 133 camere, è membro dell’Associazione Locali Storici d’Italia. Conserva strutture e arredi originali Liberty e Art Decò, oltre a preziosi oggetti come argenteria, porcellana cinese antica, vasi di ceramica d’Albissola, porcellane di Capodimonte e altre suppellettili, testimonianze dell’originario arredamento.
Uno dei dettagli più pregiati dell’Hotel è lo scalone ellittico in marmo bianco in puro stile Liberty, con ringhiera in ferro battuto, che si avvita a spirale fino al sesto piano. Impossibile non notarlo appena varcato l’ingresso; sicuramente tutti gli ospiti, noti e meno noti, si sono affacciati con curiosità verso l’interno della scala, per gettare uno sguardo dal basso verso l’alto o viceversa. La prospettiva che si ammira è assolutamente vertiginosa.
Secondo la tradizione, il grande regista Alfred Hitchcock, due volte ospite della struttura, si ispirò all’imponente scalone ellittico di marmo del palazzo per il suo film “Vertigo” del 1958, protagonisti James Stewart e Kim Novak, distribuito in Italia con il titolo “La donna che visse due volte”. Hitchcock visitò Genova per la prima volta nel 1925 per girare alcune scene del suo film muto “Il giardino del piacere” (noto anche come “Il labirinto delle passioni”), una produzione anglo-tedesca con Virginia Valli, star americana dell’epoca. Tuttavia, del suo soggiorno genovese, Hitchcock ricordava soprattutto il furto del portafoglio contenente l’intera somma destinata alla produzione della pellicola.
Celebre quanto lo scalone è la Sala Giotto, che dal 2013 accoglie l’omonimo ristorante; durante la stagione aprile-settembre, il ristorante si apre sulla terrazza grazie a una coppia di tendoni, progettati a immagine delle vele delle navi per ricordare l’identità di Genova come città di mare.
Nel corso degli anni, il prestigio del Bristol ha attratto numerosi personaggi del jet set internazionale. Scrittori come Edmondo de Amicis, Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello; attori come Vittorio De Sica e Alberto Sordi; reali e Capi di Stato come l’Imperatore Hirohito, l’Infanta di Spagna, il Principe Alberto II di Monaco e Carlo Azeglio Ciampi; politici come i Nobel Yitzhak Rabin e Simon Peres; personalità legate al mondo della cultura come i Nobel Rita Levi Montalcini e Orhan Pamuk; leggende della danza come Rudolf Nureyev e Carla Fracci. Più recentemente, l’hotel ha ospitato Renzo Arbore e l’attore britannico Colin Firth.
Via XX Settembre, 35 – sabato e domenica 10,00 – 18,00 con ultimo ingresso alle 17,30. Turni di visita ogni 30 minuti, gruppi di massimo 15 persone
Per maggiori informazioni: genova@delegazionefai.fondoambiente.it
Delegazione SAVONA
SAVONA – IL TEATRO CHIABRERA E LA SUA PIAZZA TRA PASSATO E INNOVAZIONE
Quest’anno si celebra il 50° anniversario della fondazione del FAI, Fondo per l’Ambiente Italiano, nato a Milano nel 1975; Savona è uno dei primi comuni liguri che in questo anno particolare ha rinnovato il suo supporto concreto alla Fondazione Fondo Ambiente Italiano come Comune Sostenitore, aiutando in primis le nostre attività sul territorio e avvicinando, in questo modo, cittadini, associazioni e scuole alla tutela del patrimonio culturale.
Visto l’impegno profuso dall’amministrazione per la candidatura di Savona come Capitale italiana della cultura 2027, siamo orgogliosi di far scoprire ai savonesi la storia e le particolarità architettoniche di una delle piazze centrali del centro urbano e del suo magnifico teatro. Il Teatro Chiabrera si trova nel cuore di Savona e la sua piazza collega idealmente il centro storico della città con i quartieri di più recente realizzazione: piazza Diaz, recentemente rinnovata, è un crocevia di architettura e cultura, punto d’incontro tra passato e modernità in cui ogni giorno passano centinaia di savonesi. Questo spazio, su cui domina l’imponente facciata del teatro Chiabrera, accoglie altri edifici iconici della città, che raccontano storie di innovazione, arte e funzionalità, rappresentando l’evoluzione del contesto cittadino degli ultimi due secoli.
Il Teatro Chiabrera è stato costruito su progetto dell’architetto Carlo Falconieri, tra il 1850 e il 1853. Le sovvenzioni per la sua realizzazione giunsero per 2/3 dai palchettisti, dato che testimonia l’importanza di questo luogo per la società savonese dell’epoca. Sul suo palco si sono susseguiti rappresentazioni liriche, spettacoli drammatici, vaudeville, operette e concerti. Un evento significativo nella storia del teatro avvenne la vigilia di Natale del 1952, quando la soprano Renata Scotto debuttò nel ruolo di Violetta ne La Traviata. L’11 ottobre 1999 si verificò il distacco improvviso di circa un quarto dell’affresco della volta e frammenti furono minuziosamente ricomposti durante i restauri effettuati tra il 2002 e il 2005.
Il teatro è normalmente aperto al pubblico ma sono previste visite che racconteranno la storia nella sua evoluzione in parallelo con lo sviluppo della città di Savona ammirando il Palazzo delle Poste (1931-1933) di Roberto Narducci, con la sua imponente facciata curvilinea (arricchito dalle opere di Arturo Martini e Mario Gambetta), la moderna sede della Banca BPM (1957-1959), progettata da Rosso e Vietti, con le sue superfici vetrate e i suoi riflessi mutevoli e la Residenza e Chiesa Evangelica Metodista (1963-1966), un’architettura polifunzionale di Carlo Aymonino che integra religione, abitazioni e spazi pubblici. Oltre a soffermarci su quanto è visibile, prima di entrare nel teatro, racconteremo di una città che ormai è scomparsa, cercando insieme ai visitatori le tracce di Villa De Mari, residenza di villeggiatura abbattuta nel 1962, ma ancora oggi nel cuore di molti savonesi.
All’interno del teatro per tutti i visitatori, accompagnati dai volontari FAI, saranno accessibili il foyer, la platea, il palco delle autorità, l’ultimo piano, camerini e palco e il percorso sarà arricchito da aneddoti e curiosità relative al teatro di Savona e alla sua storia. Solo per gli iscritti FAI, tenendo conto delle disponibilità, sarà accessibile il sottotetto.
Questo sito fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI di Primavera, in quanto beneficia di fondi europei PNRR – Programma per il miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei.
Piazza Diaz, 2 – sabato e domenica 10.00 – 12.00, ore 12.00 ultimo ingresso con turno per soli iscritti FAI / 14.00 – 17.00, ore 17.00 ultimo ingresso con turno per soli iscritti FAI; durata della visita 50 min circa. Accessibilità: si segnalano durante le visite al teatro rampe di scale in salita e in discesa.
Solo per gli iscritti FAI, con posti limitati, sarà accessibile anche il sottotetto sabato e domenica alle ore 12.00 e alle ore 17.00 (senza possibilità di prenotazione, con accesso secondo ordine di arrivo)
Per maggiori informazioni: savona@delegazionefai.fondoambiente.it
Delegazione ALBENGA-ALASSIO
ALBENGA – ALBENGA DA SCOPRIRE
La città di Albenga è nota per la sua ricchissima storia che risale a più di 2000 anni fa. Insediamento degli Ingauni, poi accampamento e città romana, sede vescovile, libero comune medievale, principale centro urbano del territorio in età moderna, fino a diventare la seconda città della provincia per popolazione. Il centro storico di Albenga è un vero gioiello.
Si tratta di un itinerario a piedi all’interno del centro storico ingauno: l’obbiettivo del percorso è quello di valorizzare i caruggi, i palazzi e gli elementi architettonici e artistici che rendono unico il centro e che è possibile sfruttare per raccontare la storia di Albenga e dei suoi abitanti. Saranno indicati i punti di maggiore interesse e dettagli nascosti che aiuteranno i volontari a raccontare la storia di Albenga come le torri, le case medievali e i palazzi seicenteschi. L’itinerario, con inizio e fine in Piazza San Michele, comprende anche l’ingresso alle antiche prigioni. Si tratta dunque di una visita all’aria aperta alla ricerca del dettaglio e del particolare.
Visita a cura dei volontari FAI e dagli studenti del Liceo G. Bruno sezione classico. La durata prevista della visita è di circa 1 ora. Punto di ritrovo: Piazza San Michele
Sabato e domenica 10,00 – 12,30 e 14,00 – 17,30
Per maggiori informazioni: albenga@delegazionefai.fondoambiente.it
ALBENGA – CATTEDRALE SAN MICHELE ARCANGELO
La Cattedrale è intitolata a San Michele Arcangelo ed è il cuore pulsante della città di Albenga e della diocesi di Albenga-Imperia. I resti più antichi risalgono al IV secolo e si suppone che l’edificio sorga sui resti dell’antica basilica di età romana. L’aspetto attuale, un incredibile mosaico storico-artistico, è dovuto agli interventi realizzati nel XIII secolo e al restauro eseguito negli anni ’60 del secolo scorso.
L’impianto a tre navate è in stile romanico-gotico, emerso dopo l’asportazione delle decorazioni barocche rimaste solo nella volta e intorno all’altare del Santissimo Sacramento. Il percorso di visita della Cattedrale include gli ambienti principali del luogo di culto e a tutti i suoi particolari.
Visita a cura degli studeniìti dell’Istituto Falcone di Loano. Durata prevista della visita, circa 50 minuti.
Piazza San Michele, sabato 10,00 – 12,30 e 14,00 – 17,30 con ultimo ingresso alle 17,00; domenica 14,00 – 17,30 con ultimo ingresso alle 17,00
ALBENGA – PALAZZO COSTA DEL CARRETTO
Il Palazzo Vescovile si affaccia sulla suggestiva piazza dei leoni, nel centro storico di Albenga. Si inserisce in questo contesto urbano e storico, essendo un edificio che ha svolto una funzione religiosa e amministrativa centrale fin dal Medioevo. Il Palazzo è parte di un complesso che include anche la Cattedrale di San Michele e altri edifici che costituiscono il cuore della città. Il Palazzo Balestrino, sul lato ovest della Piazza dei Leoni, è un’abitazione rinascimentale sorta sull’area medievale dove vi era in precedenza il mercato dei calzolai. Il Palazzo è diventato sede del Vescovo di Albenga in seguito al lascito dell’ultimo discendente della Famiglia Del Carretto, il Marchese Domenico Donato Del Carretto di Balestrino, morto nel 1954. La struttura è legata storicamente ai conti Costa, che la fecero costruire nel 1525, e ai Marchesi Del Carretto, che nel 1723 subentrarono nel possesso, una volta estinto il ramo primogenito dei Costa, trasferendo quindi in Albenga la residenza del loro ramo principale. Le famiglie Costa e Balestrino hanno avuto una grande influenza sulla struttura, modificando e ampliando il palazzo in base alle loro necessità. Dopo il periodo medievale, il palazzo è stato oggetto di lavori di ampliamento per rispondere agli aggiornamenti stilistici e alle necessità abitative e di rappresentanza della nobiltà. I visitatori andranno alla scoperta non solo della storia del palazzo, ma anche di tutte le famiglie che lo hanno abitato, fino ai giorni nostri. Sarà inoltre visitabile il salone con l’affresco, restaurato di recente.
Punto di ritrovo: Piazza San Michele. La durata prevista della visita è di circa 40 minuti.
Orari: sabato 10-12:30 e 14:30-18:00
Visite a cura degli studenti del Liceo G. Bruno di Albenga indirizzo Artistico
ALBENGA – MUSEO CIVICO INGAUNO E PIAZZA DEI LEONI
I visitatori saranno accompagnati in una visita che abbraccia la storia di Albenga e valorizza due degli ambienti più suggestivi del centro storico: la loggia medievale, sede del museo civico ingauno, e Piazza dei Leoni, dove si affacciano l’abside della Cattedrale e l’antico Palazzo Costa Del Carretto.
Il Museo Civico Ingauno fu istituito da Nino Lamboglia nel 1933. Posto al piano terra della torre comunale, raccoglie frammenti lapidei dell’Albenga di età imperiale e bizantina. Il Museo è collegato alla loggia medievale del 1421, usata per accogliere le adunanze del parlamento comunale fino all’Ottocento.
All’interno del centro storico di Albenga vi è Piazza dei Leoni, uno degli angoli più celebrati della Liguria antica. Punto centrale della città, è circondata dall’abside della Cattedrale di San Michele Arcangelo, la casa medievale dei Costa e il Palazzo Balestrino, sede Vescovile. Su tutto domina la Torre dei Costa-Balestrino in laterizio. La piazza deve il nome ai tre leoni in pietra, che i conti Costa collocarono a ornamento della stessa attorno al XVII secolo.
Punto di ritrovo: Piazza San Michele; durata prevista della visita è di circa 30 minuti.
Orari: domenica: 10-13:00 e 15:00-18:00
Visite a cura degli studenti del Liceo G. Bruno di Albenga indirizzo Artistico
ALBENGA – CHIESA DI SANTA MARIA IN FONTIBUS
La chiesa di Santa Maria in Fontibus si trova accanto alla Cattedrale di San Michele Arcangelo nel centro storico ingauno. La chiesa è menzionata in documenti storici che ne attestano la presenza già nel XI secolo, sebbene la sua fondazione sia sicuramente antecedente. Il nome “Fontibus” deriva dalla fonte d’acqua sotto il presbiterio e la cui origine sia miracolosa.
Anticamente era collegata alla Cattedrale dal chiostro dei Canonici demolito all’inizio del XX secolo per far posto all’attuale piazza IV Novembre. L’edificio odierno deriva dal rifacimento del XVII secolo, ancora modificato nei primi anni del Novecento quando fu privata di una campata per allargare via Enrico D’Aste. L’interno della chiesa è suddiviso in tre navate e presenta le originali decorazioni barocche.
Per i turisti e gli albenganesi la visita alla chiesa sarà l’occasione per compiere un viaggio indietro nel tempo. Scopriremo i legami tra la chiesa e la città, in particolare le sue relazioni con il monastero dell’isola Gallinara e le antiche famiglie nobiliari ingaune.
Visita a cura degli studenti del’l’Istituto Issel di Finale
Punto di ritrovo PIazza San Michela, durata della visita circa 40 minuti
Via Enrico d’Aste, sabato e domenica 10,30 – 12,30 e 14,00 – 18,00 con ultima visita alle 17,30
ALBENGA – VILLA NOBERASCO (RISERVATO AGLI ISCRITTI FAI) (chicca nazionale)
Villa Noberasco, conosciuta anche come Villa sul Viale, si trova sull’asse viario che a cavallo tra il XIX e il XX secolo vide la realizzazione delle ville delle nuove famiglie borghesi ingaune. Lungo viale Umberto – oggi viale Martiri – sorsero diversi edifici in stile Liberty mentre Villa Noberasco, realizzata più tardi, presenta spiccati caratteri che seguono la moda Art Decò. Costruita per volere della famiglia Noberasco negli anni ’30 del secolo scorso, l’edificio segue i progetti dell’architetto Giuseppe Denegri. Residenza di famiglia, è stata anche sede privata dei generali nazisti durante l’occupazione.
La Villa è in stile Art Déco, riconoscibile per le sue linee squadrate. La facciata è rivestita in preziosa pietra del Finale, sobria ed elegante, movimentata dai balconi e dalle inferriate. Gli interni presentano gli arredi originali realizzati dalla ditta Colli di Torino seguendo le indicazioni degli stessi Noberasco.
Partendo dall’esterno, i visitatori saranno accompagnati al piano sopraelevato e al primo piano per ammirare la sala da pranzo, l’imponente e colorata hall, fino ad entrare nella camera padronale e nel bagno “lilla”. Si scopriranno così le vicende della costruzione, le aziende coinvolte, per svelare la storia di un edificio unico in tutta Albenga.
Viale Martiri della Libertà, sabato e domenica 10,30 – 12,00 e 15,00 – 18,30 con ultima visita alle 18,00
Durata della visita circa 40 minuti
Delegazione IMPERIA
BADALUCCO – L’AGORÀ, LE GENTI, I MESTIERI
Abbracciato dal torrente Argentina, Badalucco è un borgo dalla storia antichissima e dalla caratteristica struttura urbanistica, tipica dell’entroterra ligure, che dalla rocca di San Nicolò digrada fino alle acque del torrente. Situato all’inizio della Valle Argentina a 180 m slm, il paese dista una decina di chilometri dalla zona costiera, in un entroterra collinare a mezza via tra il mare e le Alpi Liguri fortemente caratterizzato, per ragioni climatiche e storiche, dalla presenza dell’olivo
I monti intorno a Badalucco furono abitati già nel Neolitico, importanti reperti sono stati trovati nella Tana Bertrand. Un piccolo nucleo urbano sorse tra XII e XIII secolo ai piedi del castello dei Conti di Ventimiglia sullo sperone di roccia che domina il torrente Argentina e la strada per l’alta valle e col tempo si ampliò verso la piana sottostante. Con la fine del dominio del Conte Oberto a metà Duecento, il borgo passò sotto il dominio genovese e iniziò un lungo periodo di pace e prosperità. Buona parte del tessuto urbano del paese, protetto da una cinta muraria con cinque porte, si formò nel XV secolo; ha la tipica struttura dei borghi liguri di entroterra, con case in pietra a vista tra caruggi lastricati, passaggi coperti, scorci panoramici, scalette e piazzette colorate.
L’architetto milanese Stefano Boeri ha detto che “Piazza Duomo è un modello perché è il salotto di una comunità dove… scorre la vita quotidiana… è davvero un luogo che racconta il DNA di centinaia di piazze che sono nel cuore dei centri storici”. In Giornata FAI scopriremo il borgo, la sua gente e i suoi suoni: lo scorrere del torrente, il canto degli uccelli. Nel centro storico scopriremo il labirinto di viuzze, passaggi coperti, piazzette colorate, chiese e antichi palazzi, ceramiche di artisti internazionali. Ascolteremo la storia di Baudolino e conosceremo gli artigiani, il liutaio, il cestaio, l’orafa, il maestro costruttore di pipe e i frantoi che producono ottimo olio EVO di varietà Taggiasca, senza scordare i fagioli bianchi “rundin” Presidio Slow Food, lo stoccafisso “a baücôgna” (protagonista di una celebre sagra settembrina), lo zemin, la focaccia dolce.
Domenica 10,00 – 18,00 ultima visita alle 17,30
Per maggiori informazioni: imperia@delegazionefai.fondoambiente.it
BADALUCCO – FRANTOIO STORICO ROI
Fondato nel 1887 da “Pepin u Roi”, questo frantoio rappresenta una straordinaria testimonianza dell’arte della lavorazione dell’oliva, tramandata di generazione in generazione dalla famiglia Roi. Grazie alla sua lunga storia e al valore culturale che incarna, il frantoio è stato riconosciuto dalla Camera di Commercio, che ha iscritto la ditta Roi nel prestigioso Registro delle Imprese Storiche Italiane. Questo importante traguardo celebra non solo l’età ultracentenaria del frantoio, ma anche il suo impegno nel preservare e promuovere l’eccellenza del territorio attraverso la produzione di olio extravergine di alta qualità.
Oggi il frantoio è stato trasformato in un museo che conserva intatta la memoria del passato. Qui, tra antiche macine in pietra, presse manuali e attrezzi originali, i visitatori possono rivivere le tecniche tradizionali di produzione dell’olio, scoprendo il profondo legame tra il territorio, gli uliveti della varietà Taggiasca e la comunità locale.
Il museo offre un’esperienza immersiva che combina storia, cultura e sapori, permettendo di comprendere il valore di una produzione artigianale sostenuta dall’innovazione moderna. La visita si completa con la possibilità di fare, nel giardino adiacente al museo, una degustazione con pane, olive e olio extravergine d’oliva taggiasco, conosciuto e apprezzato a livello internazionale per la sua qualità e raffinatezza. Il frantoio-museo Roi non è solo un tributo al passato, ma un luogo vivo, che continua a promuovere la cultura dell’olio e il rispetto per la tradizione, mantenendo viva l’essenza della Valle Argentina.
Agriturismo Adagio, Regione Premartin, Badalucco. Una volta raggiunto il paese di Badalucco attraverso la SP 548, si attraversa il ponte sul torrente Argentina e proprio di fronte al paese in prossimità del parcheggio pubblico si trova il frantoio storico. Domenica 10,00 – 18,00 ultima visita alle 17,30. Turni ogni 20 minuti
BADALUCCO – PASSEGGIATA ALL’ORATORIO CAMPESTRE DI SAN BERNARDO
Un itinerario ad anello lungo sentieri, mulattiere e carrarecce ci condurrà alla scoperta di un territorio variegato, caratterizzato dai tipici terrazzamenti liguri coltivati ad olivo, tratti di sentiero che attraversano la profumata macchia mediterranea e mulattiere che si inerpicano un po’ dirupate tra castagni ed una cupa lecceta. Si apriranno inaspettate vedute sul paese di Montalto, sulle dorsali del Monte Faudo e sull’alta valle Argentina sino a giungere alla suggestiva Chiesa – oratorio campestre di San Bernardo da Mentone e Chiaravalle che sovrasta il paese e fu costruita nel XV secolo sulle rovine dell’antico castello dei Conti di Badalucco. Chiuderemo l’anello incontrando il “Camin de Capelete”, sentiero annualmente percorso sin dal 1700 dalle confraternite per raggiungere, sulla sommità del monte Carmo, il Santuario della Madonna della Neve.
Domenica, previste due partenze ore 10,00 ed ore 14,00 – percorso ad anello, durata 3 ore circa, dislivello 350 mt circa, lunghezza Km 7 circa; numero partecipanti 25 al massimo. Partenza dalla piazza della Parrocchiale S.M.Assunta e San Giorgio. Vegetazione bosco di pino, leccio, castagno, macchia mediterranea e coltivazioni di olivo. Verranno illustrati i vari ambienti ponendo attenzione alla coltivazione dell’olivo.
La prenotazione per la passeggiata è obbligatoria e da effettuarsi mandando un messaggio WhatsApp al numero 391 104 2608 o scrivendo alla mail imperia@delegazionefai.fondoambiente.it e lasciando nome, cognome, recapito telefonico, indirizzo mail. Il contributo è di 10 € per gli iscritti FAI, 15 € per i non iscritti.
Necessarie scarpe con buona suola non liscia, adatte a camminare sui sentieri e abbigliamento adatto, consigliati bastoncini.
BORDIGHERA – GRACE MARY CROWFOOT E LA TANA BERTRAND AL MUSEO BICKNELL
Il Museo-Biblioteca “Clarence Bicknell” dal 1888 è un’oasi di raccoglimento, studio e intrattenimento culturale; porta il nome del suo fondatore, nato a Londra nel 1842 che giunse in Riviera nel 1878 e scelse Bordighera come patria d’adozione svolgendo nel Museo per oltre un quarantennio la sua attività tra filantropismo e ricerca scientifica, amore per la natura e collezionismo e contribuendo a fare di Bordighera un luogo di cultura e di incontro internazionale. Il Museo Biblioteca è entrato nella classifica del censimento dei Luoghi del Cuore 2012 con più di 7000 voti.
È il più antico museo della Liguria Occidentale; custodisce – tra l’altro – la biblioteca naturalistica di Bicknell sulla flora e fauna europea e i testi di Charles Darwin sulla origine ed evoluzione delle specie, nonché disegni, reperti naturalistici e archeologici, frutto dell’attività di Bicknell, il primo a catalogare le incisioni rupestri del Monte Bego e della Valle delle Meraviglie.
La visita di sabato 22 marzo è una “anteprima” alla Giornata di domenica 23 nel borgo di Badalucco. Nel 1906 la naturalista inglese Grace Mary Crowfoot esplorò la grotta Tana Bertrand, sulle pendici del Monte Faudo presso Badalucco, e vi trovò resti umani e reperti risalenti all’età del Rame, che dimostrarono l’uso della cavità come grotta sepolcrale. Nelle sue memorie la Crowfoot scrisse che “quando ritrovai i resti umani nella tana Bertrand, l’istituzione museale di riferimento nell’Imperiese era il museo Bicknell di Bordighera. Fu quasi spontaneo, quindi, donare a questo museo le ossa umane che giacevano nella tana”. Al Bicknell ascolteremo la storia di Grace Mary Crowfoot, la cui figura scientifica e umana fu di importanza ben superiore alla scarsa fama che di lei è rimasta.
Via Romana, 39 – sabato 22 marzo 2025 alle ore 16
I Beni Fai aperti in Liguria durante le Giornate di Primavera 2025
CASA CARBONE, LAVAGNA (GE)
Visita guidata del giardino e della Casa: una casa di famiglia perfettamente integra, lasciata in eredità al FAI da Emanuele e Siria Carbone, nel 1987. Abitata fino alla fine del secolo scorso, Casa Carbone offre un fedele documento della dimensione prettamente domestica del vivere borghese tra Otto e Novecento, dove una sobria e colta eleganza non oltrepassa mai la misura di una moderata discrezione. La visita si snoda attorno al Salone centrale, unica vera sala di rappresentanza della casa e fulcro della breve sequenza di camere e stanze di piccole proporzioni, confortevoli, accoglienti e gradevolmente arredate con mobili e suppellettili che rispecchiano il gusto per la rivisitazione degli stili del passato in voga in epoca eclettica. Un ciclo di tempere di fine XIX secolo orna invece i soffitti con figure e temi celebrativi tipicamente liguri; anche i coevi pavimenti rispecchiano la tradizione ornamentale rivierasca, con vivaci mosaici e motivi geometrici e floreali. Tempere, mosaici e dipinti (per lo più di area genovese tra XVI e XVIII secolo) compongono un’importante cornice per il ricco e abbondante arredo, vero cuore pulsante dell’abitazione, il cui fascino risiede non tanto nei particolari di un buon quadro o nell’alta qualità di una porcellana, bensì nella resa armonica dell’insieme dei molteplici elementi, nell’eterogeneo accumulo e nella stratificazione degli oggetti, famigliare specchio di un’unica volontà superiore, quella del gusto e della personalità dei padroni di casa. Casa Carbone si presta quindi a un’operazione di ricerca di un passato comune, fatto non tanto di singoli capolavori, quanto di una quotidiana storia del gusto, di un domestico senso per un’epoca culturalmente degna di essere custodita e tramandata. Al piano terra, gli ambienti dedicati all’accoglienza dei visitatori, sono arredati con mobili e oggetti d’arte, in linea con la storia della casa-museo, che molti donatori hanno affidato alla Fondazione attraverso eredità, lasciti e donazioni.
Via Riboli 14, orari visite accompagnate: sabato e domenica 10.00-18.00 (ultimo ingresso 17.00), visite continuate a cura degli Apprendisti Ciceroni del Liceo Scientifico “Marconi Delpino” di Chiavari, durata della visita 60 minuti circa; contributo consigliato € 3; indossare scarpe comode; il Bene per sua natura presenta difficoltà di fruizione per le persone con ridotta capacità motoria e su sedia a rotelle. Per informazioni: 0185 393 920, faicarbone@fondoambiente.it
“Casa Carbone e le colline della Suea”, sabato 22 itinerario speciale a cura dell’Associazione “Pietre Parlanti”, percorso escursionistico semi-urbano sulle colline della Suea con birdwatching lungo il fiume Entella. Su prenotazione con pagamento online.
ABBAZIA DI SAN FRUTTOSO, CAMOGLI (GE)
Incastonata in una profonda insenatura del Promontorio di Portofino l’Abbazia di San Fruttuoso è un unicum nel panorama dell’architettura medievale ligure, inserita in un contesto di alto pregio naturalistico e paesaggistico, raggiungibile via mare con il battello o a piedi lungo i sentieri del Parco di Portofino. Un piccolo gioiello che ha una storia molto antica generosamente donato al FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano da Frank e Orietta Pogson Doria Pamphilj nel 1983.
La dedicazione del Monastero al martire cristiano San Fruttuoso e ai suoi diaconi Augurio ed Eulogio affonda le radici tra storia e leggenda: il vescovo di Tarragona Fruttuoso subì il martirio nella città catalana nel 259 dC e le sue ceneri, durante la conquista araba (711 – 714), furono traslate da San Prospero, anch’egli vescovo tarragonese, in una remota insenatura ai piedi del promontorio del Monte di Portofino, denominata Capite Montis. La tradizione vuole che sia stato lo stesso martire Fruttuoso a indicare il luogo in cui deporre i suoi resti mortali, apparendo in sogno ad alcuni suoi discepoli. Il primo documento noto riguardante il Monastero di San Fruttuoso di Capodimonte è del 977.
Con il nuovo millennio si ricostruisce totalmente il complesso abbaziale, costituito dalla chiesa fondata su una sorgente di acqua perenne, dall’alta torre nolare, dal monastero che la affianca e dal chiostro attiguo su due livelli. Nel XIII secolo il monastero conserva ancora un elevato grado di autorevolezza spirituale, politica ed economica. Nel XIV secolo incominciò il declino, e dalla metà del XV secolo, dopo l’abbandono dei monaci benedettini, l’abbazia sarà trasformata in commenda. Nel 1551 l’ammiraglio Andrea Doria ottenne da papa Giulio III lo ius patronati su San Fruttuoso, in cambio della promessa di costruire una fortezza che proteggesse il complesso dalle incursioni piratesche. A questo tardo periodo si fa risalire la creazione del sepolcreto familiare da parte di Andrea Doria, che avrebbe fatto trasferire a san Fruttuoso le tombe dei suoi avi dalle chiese genovesi. Papa Leone XIII nel 1885 erige l’antico cenobio in parrocchia gentilizia. Nel settembre del 1915 a seguito di violente piogge la prima campata della Chiesa fu spazzata via da una massa di acqua e detriti che terminò la corsa in mare formando l’attuale spiaggia.
L’Abbazia di San Fruttuoso è uno dei Beni FAI aperti al pubblico tutto l’anno.
Questo sito fa parte dell’Itinerario europeo delle Giornate FAI di Primavera, avendo beneficiato di fondi europei – programma Interreg Marittimo.
Durante le Giornate FAI di Primavera se ne potranno visitare gli interni con i chiostri sovrapposti, la chiesa primitiva e quella pubblica, i saloni abbaziali con il museo archeologico, il sepolcreto della famiglia Doria. Un invito alla visita cartaceo distribuito presso la biglietteria e una sala video faciliteranno la visita in autonomia; sabato 22 e domenica 23 marzo dalle ore 10 alle ore 15.45, ultimi ingressi entro le 15, contributo consigliato € 3
Visita guidata con il direttore: sabato 22 e domenica 23 marzo ore 13, prenotazione obbligatoria, contributo 15 € intero – 10 € iscritti FAI, durata 1 ora, massimo 16 partecipanti fino ad esaurimento posti. L’architetto Alessandro Capretti, Property Manager dell’Abbazia di San Fruttuoso, condurrà i visitatori in uno speciale tour alla scoperta della storia e dell’architettura dell’abbazia e approfondirà tematiche legate al degrado naturale del monumento, agli strumenti per prevenirlo e alle risorse da mettere in campo per combatterlo, in un’ottica di conservazione programmata e preventiva dei beni culturali (In caso di condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da Camogli l’evento sarà annullato)
Visita “ti racconto l’abbazia”: sabato 22 e domenica 23 marzo ore 14, prenotazione obbligatoria, contributo 15 € intero – 10 € iscritti FAI, durata 1 ora, massimo 16 partecipanti fino ad esaurimento posti. Speciali visite dedicate alla conoscenza dell’insediamento di San Fruttuoso attraverso diversi punti di vista: la storia, l’ambiente, la cultura materiale e i restauri. Nel corso della visita saranno affrontati temi interessanti, dall’evoluzione storica e architettonica dell’abbazia fino alla vita e alle attività tradizionali della comunità di pescatori che abitarono il borgo (In caso di condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da Camogli l’evento sarà annullato)
Passeggiata naturalistica: ore 14, prenotazione obbligatoria, riservata agli iscritti FAI, gratuita e con contributo 5 € per l’accesso in abbazia, durata 1.30 ora, massimo 15 partecipanti fino ad esaurimento posti. Una piacevole passeggiata in compagnia delle guide del Parco di Portofino, adatta a tutti, permetterà di scoprire la ricchezza naturalistica di questo luogo unico, incastonato tra il Parco e l’Area marina Protetta di Portofino. Scopriamo insieme la vegetazione che contraddistingue il panorama di questa parte del promontorio che ispirò il pittore divisionista Rubaldo Merello, imparando a riconoscere i caratteristici pini d’Aleppo da quelli domestici o da pinoli. In collaborazione con Ente Parco di Portofino.
Si consiglia abbigliamento comodo e adeguato al tipo di attività (In caso di pioggia o condizioni meteo marine avverse e sospensione servizio battelli da Camogli l’evento sarà annullato).
Per tutte le visite speciali appuntamento presso la biglietteria dell’Abbazia.
L’Abbazia di San Fruttuoso si raggiunge in battello partendo da Camogli www.golfoparadiso.it o da Rapallo, Santa Margherita Ligure e Portofino www.traghettiportofino.it o a piedi attraverso i sentieri del Parco di Portofino www.parcoportofino.it
per informazioni: 0185 772 703, fai.sanfruttuoso@fondoambiente.it
ANTICA BARBERIA GIACALONE, GENOVA
La barberia Giacalone, con la sua vetrina luccicante, gli specchi, i vetri colorati e i raffinati dettagli in perfetto stile art déco, offre ogni giorno il piacere della scoperta ma anche di una rasatura a regola d’arte in un luogo dal fascino d’altri tempi. Acquistata dal FAI dagli eredi Giacalone grazie a una sottoscrizione pubblica, nel 1992. Situata in vico dei Caprettari, tipico “caruggio” del centro storico di Genova, questa piccola Barberia è uno dei più antichi locali del capoluogo ligure, un vero gioiello da scoprire nel cuore della città. Su una superficie di soli 10 metri quadrati, la bottega fu aperta dal barbiere Giacalone nel 1882. Qualche decennio dopo, nel 1922, il figlio Italo fece rinnovare l’arredamento interno secondo le tendenze art déco dell’epoca. La bottega appartenne a Giacalone dal 1922 al 1992, anno in cui, alla morte del barbiere, venne acquisita dal FAI grazie a una sottoscrizione pubblica attivata dalla Delegazione di Genova. Dopo averla restaurata e riaperta al pubblico, la Fondazione ne ha affidato la conduzione a un noto barbiere genovese di antica tradizione, che per molti anni ha svolto quotidianamente servizio di barberia. L’arredamento d’epoca della bottega è caratterizzato da uno scenografico gioco di specchi e vetri cattedrale. Sullo sfondo di tradizionali piastrelle bianche, infatti, il vivace effetto dei vetri colorati sulle pareti e sul soffitto, nonché quello delle lampade e dei riflessi negli specchi ovali, avvolgono e sorprendono il visitatore.
Vico dei Caprettari 14, orari di apertura: sabato e domenica 14-18; contributo consigliato € 3
Per informazioni: 010 209 1043, genova@delegazionefai.fondoambiente.it
CASA E COLLEZIONE LAURA, OSPEDALETTI (IM)
Casa e Collezione Laura a Villa San Luca sono state donate al FAI da Luigi Anton e dalla moglie Renata Salesi, detta Nera, nel 2001, entrando a pieno titolo tra i 72 Beni della Fondazione a giugno 2021. Dal 1953 Villa San Luca, ex chiesa anglicana distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale, è stata la residenza di Luigi Anton Laura, noto ed esperto antiquario, e di sua moglie Nera. I coniugi Laura sono stati una coppia affiatata nella vita e nella professione, animata da un’autentica e condivisa passione per l’arte, lo studio e il collezionismo. Casa Laura è il sorprendente scrigno che racchiude la loro originale e personalissima raccolta d’arte applicata, eccezionale e unica in Italia e in Europa: circa seimila pezzi di altissima fattura tra mobili italiani, europei e cinesi, porcellane, sculture, maioliche, argenti e antichità orientali, raccolti con intuito e sapienza in viaggi ricorrenti nelle capitali europee, e in vere e proprie avventure in giro per il mondo, fino al Medio e all’Estremo Oriente. Una casa dove mobili e oggetti d’arte di rara qualità e di diversa provenienza sono accostati con gusto e sapienza, in maniera originale e mai casuale, in grado di suscitare curiosità e meraviglia agli occhi di ospiti e clienti. La collezione Laura raccoglie oggetti molto diversi per stile, epoca, provenienza, cultura e tradizione: papiers peint cinesi si affiancano a marmi, stucchi e boiserie antiche, mobili italiani, francesi e inglesi si abbinano a porcellane cinesi, e reperti archeologici dialogano con oggetti orientali in un accostamento sempre armonioso e consapevole che racconta un mondo di arte e storia e che evoca ricordi e suggestioni di sessant’anni di attività e di vita dei due proprietari.
Via Camillo Benso Conte di Cavour 40.
Visite guidate a contributo libero a cura delle guide del Bene: sabato 10:00-13:00 /14:00-18:00, gruppi di circa 12 persone; parcheggio disponibile sui due lati della strada principale;si può arrivare anche con i mezzi pubblici e in bicicletta o a piedi dalla pista ciclopedonale che costeggia il mare; il Bene per sua natura presenta difficoltà di fruizione per le persone con ridotta capacità motoria e su sedia a rotelle. Bene FAI visitabile tutto l’anno.
Per informazioni: 331 181 3155, failaura@fondoambiente.it
Ricordiamo anche gli altri quattro Beni FAI in Liguria, attualmente non aperti al pubblico perché in fase di restauro, riallestimento, messa in sicurezza:
Villa Rezzola, Pugliola di Lerici (SP)
Antica dimora signorile immersa in un ampio giardino terrazzato che digrada verso il mare, Villa Rezzola si affaccia su un panorama simbolo del nostro Paese, il “Golfo dei Poeti”.
Podere Case Lovara a Punta Mesco, Levanto (SP)
Un podere agricolo nel Parco delle Cinque Terre, affacciato su una distesa di mare e raggiungibile solo a piedi, sul sentiero tra Levanto e Monterosso; è il fulcro di un progetto di recupero di un mondo agricolo secolare e di sviluppo sostenibile delle risorse locali.
Promontorio e Torre di Punta Pagana, San Michele di Pagana, Rapallo (GE)
Una torre saracena risalente al XVI secolo che ancora conserva spazi e arredi originali a pochi minuti dal centro di Rapallo, a picco sul mare.
Aree boschive sul Monte di Portofino, Camogli (GE)
Sono aree tutelate coperte da vegetazione arborea e arbustiva tipica dell’ambiente mediterraneo.