“Non sono a conoscenza di nessun procedimento a mio carico, se non per aver letto, con non poco stupore, le agenzie di stampa che mi riguardano. Se la vicenda, come mi pare di capire, verte sul contratto di lavoro di un collaboratore territoriale di segreteria politica, non vedo alcun profilo illecito, trattandosi di un contratto di lavoro predisposto e verificato puntualmente, come per tutti gli altri collaboratori con la stessa mansione, dagli uffici regionali. Se poi l’ipotesi di reato è quella di avere anche un rapporto di amicizia con quel collaboratore e di aver frequentato un ristorante di uno stabilimento balneare, mi risulta tutto ancora più paradossale”. Così l’assessore regionale Giacomo Giampedrone commenta la notizie rportata dalla stampa per cui sarebbe indagato insieme all’ex presidente della Regione Giovanni Toti per truffa ai danni dello Stato.
L’indagine è iniziata alla Spezia. I due avrebbero fatto pagare dalla Regione per dieci anni prima come co.co.co poi come dipendente, Davide Marselli, gestore dello stabilimento balneare San Marco di Ameglia, che Giampedrone e Toti avrebbero frequentato di fatto gratis. Secondo i magistrati magistrati Marselli non avrebbe mai svolto i compiti per i quali era stato assunto. Nei giorni scorsi gli atti sono stati trasnmessi alla procura di Genova
“Nel frattempo – si legge nella nosta di Giampedrone – vista questa assurda situazione dove si apprende di essere indagati dai giornali, ho conferito mandato difensivo all’avv. Stefano Pellegrini del Foro di Genova che si occuperà della mia difesa. Il mio lavoro proseguirà con lo stesso impegno di sempre, fiducioso di chiarire presto questa vicenda e sono a disposizione della magistratura come sempre ho fatto in tutti questi anni”.