Un nuovo modello di consulenza pensato per aiutare le pmi a cambiare il loro modello di business. È l’idea che avuto Gaetano Rizzitelli, 66 anni, genovese, già manager in importanti realtà industriali (tra l’altro è stato direttore industriale di gruppo in Esaote dal 2000 al 2006) e poi consulente per pmi, quando ha fondato, nel dicembre 2023 Widecons, che ha sede direzionale in via Assarotti e base operativa al Bic di Campi.
Cambiare modello di business per le aziende, grandi e piccole, oggi vuol dire realizzare la transizione al digitale e all’ambientale, che presuppone una revisione del processo produttivo. Un percorso complesso, con molti ostacoli da superare e problemi da risolvere. E costoso. Perché l’impresa per portare a termine questo processo ha bisogno di una società di consulenza. Le piccole società di consulenza offrono specifici servizi accessibili ma, a volte, non sono aggiornate su tutte le nuove tecnologie per le quali i loro clienti devono essere assistiti. Le grandi società di consulenza offrono ottimi servizi ma costano molto: non solo richiedono alti emolumenti ma mettono in campo team composti da numerosi specialisti che devono interfacciarsi con altrettante figure professionali dell’impresa committente. In genere le pmi hanno difficoltà a far fronte a questi impegni. Non dispongono delle risorse finanziarie e del personale necessari. Quindi rallentano il processo di transizione o vi rinunciano.
Rizzitelli ci spiega come Widecons può rispondere alle esigenze di transizione delle piccole e medie imprese garantendo il raggiungimento degli obiettivi a prezzi sostenibili.
«L’idea alla base di Widecons è di offrire alle pmi liguri e italiane un servizio di consulenza integrato sui tre pilastri principali attuali: digital, cioè la digitalizzazione, green, che comporta la sostenibilità, e lean, la parte di efficientamento dei processi, l’eliminazione degli sprechi, che fa un po’ da base a tutto. Lean è una metodologia nata in Giappone all’incirca la metà del secolo scorso nel gruppo Toyota. Ha l’obiettivo di analizzare tutti i processi di un’azienda, individuare punto per punto tutti gli sprechi che si annidano dentro i processi e, tramite tecniche collaudate, eliminarli. Widecons si propone così come one single partner. La piccola impresa fa fatica ad avere diversi fornitori, perché non dispone delle risorse necessarie per gestirli. In noi trova un unico interlocutore che copre le tre aree. E questo le semplifica molto la vita».
Sono pochi a offrire questa possibilità?
«Che io sappia sono pochissimi. E Widecons non offre solo i tre servizi ma rende possibile la loro sinergia. Digital, green e lean sono le tre sfide fondamentali per le pmi. Ma per fare bene il green occorre il digital e per sviluppare bene il digital bisogna agire con la lean, perché digital vuol dire digitalizzare i processi ma prima di digitalizzarli occorre snellirli, eliminare gli sprechi. È un processo circolare virtuoso in cui ogni elemento sostiene l’altro. Per esempio, l’eliminazione degli sprechi tramite la lean riduce anche i consumi energetici, l’emissione di CO2 e gli scarti. Questi ultimi, se non gestiti in un’ottica di economia circolare, richiedono spesso processi di smaltimento costosi».
Ottenere tre servizi in sinergia deve essere interessante per le pmi, purché se lo possano permettere
«Certo, e qui sta un altro carattere distintivo di Widecons. L’offerta di consulenza attualmente in Italia è suddivisa in due grossi blocchi. Il primo blocco è costituito dalle piccole società, che sono abituate a lavorare con le pmi su specifici temi ma spesso si trovano in difficoltà a mantenere il passo sulle nuove tecnologie. Rischiano di rimanere arretrate proprio nei settori in cui le pmi devono innovare. L’altro blocco è costituito dalle grandi società, spesso multinazionali, che offrono servizi di ottimo livello e hanno migliaia di consulenti in tutto il mondo. Il problema è che non sono accessibili alla piccola e media impresa, perché per un solo progetto con una di queste società di consulenza parliamo di centinaia di migliaia o milioni di euro. E per una giornata di un consulente di queste major andiamo da 1.500 a 4.000 euro al giorno. Ma non si tratta solo di prezzi. La grande società di consulenza in genere impiega un team di consulenti e richiede all’impresa di mettere in pista risorse conseguenti. Questo tipo di offerta è difficilmente accessibile alle pmi che, infatti, l’hanno sempre acquistato molto poco. Di solito chiedono consulenze specialistiche, hanno un medico del lavoro, un ingegnere se devono rifare il capannone, il commercialista, la banca per la consulenza finanziaria, possono servirsi di un consulente di marketing. Però di rado cercano consulenti, esperti, partner, per gestire le trasformazioni dei loro processi. Widecons, invece, offre servizi di qualità elevata a un prezzo molto competitivo. Ha una scala di prezzi che è sostanzialmente un decimo di quella delle grandi società di consulenza».
Come potete offrire servizi di qualità a prezzi ridotti?
«Rendendo il servizio di consulenza molto più semplice e veloce. L’idea di Widecons è di semplificare al massimo il servizio, velocizzarlo, sfrondare tutti gli accessori, tutti i fronzoli, offrire solo il core della consulenza in una maniera semplice e diretta che non impegni troppo la piccola e media impresa dal punto di vista sia organizzativo sia del prezzo».
E come riuscite ad avere un team con diverse competenze e mantenere costi bassi?
«Abbiamo un modello di business innovativo, Widecons ha un core group ristretto. Anche a regime, quando la startup si sarà sviluppata, intendo avere massimo dieci persone».
Adesso quanti siete?
«Siamo in tre».
Con dieci consulenti come farete a coprire diverse tecnologie? Digital, green, lean, richiedono competenze numerose.
«L’idea è di avere una rete di collaboratori esterni, soprattutto internazionali. Perché, per esempio, un softwarista esperto nei paesi emergenti, apporta un ottimo know-how verticale a prezzi competitivi. Quindi ci serviamo di una rete di freelance, e di consulenti specializzati nelle diverse aree e tecnologie di nostro interesse. Che operano in diversi Paesi».
Li pagate a servizio?
«Sì. Quando parte un progetto, il project manager interno alla startup individua le competenze verticali che occorrono. A quel punto, tramite i nostri algoritmi di intelligenza artificiale, selezioniamo lo specialista migliore del nostro network, prendiamo contatto con lui, stabiliamo il compenso, i tempi e così via, e lo tiriamo dentro al progetto. Widecons mantiene sempre il contatto con la pmi massimizzando l’integrazione delle soluzioni. La pmi può concentrarsi sul progetto operativo. Inoltre, ho lanciato un e-commerce di servizi di consulenza. L’e-commerce di questo tipo di consulenza è rarissimo, mentre c’è l’e-commerce per tanti prodotti e per tanti servizi, anche sulla formazione. Ho fatto delle ricerche e non ho ancora trovato una società che offra servizi simili ai nostri e che li venda per e-commerce. Ho individuato una particolare tipo di servizio, una particolare offerta che ho chiamato Smart Solutions, Smart Small, Medium e Large, che vendo tramite e-commerce: andando sul mio sito una pmi ha la possibilità di selezionare se vuole una soluzione Smart Small, Smart Medium o Smart Large e si compra un pacchetto di consulenza. Questo pacchetto prevede una tempistica chiara, servizi chiari, risultati chiari, prezzi chiari e definiti. La pmi soprattutto all’inizio deve prendere fiducia con la società di consulenza e quindi spesso preferisce partire con un primo progetto di assaggio: ne facciamo uno pilota e vediamo insieme come funziona. Di qui l’idea di offrire servizi di diversa ampiezza: la Small va bene per fare un intervento piccolo, focalizzato, la Medium per un intervento più ampio e la Large per uno più largo ancora. Però tutti basati su questi tre pilastri, lean, digital, green».
Può darci un esempio concreto di come Widecons ha aiutato una pmi a migliorare i suoi processi?
Vorrei citare un progetto a cui teniamo molto: abbiamo collaborato con una pmi manifatturiera, accompagnandola nella sua trasformazione digitale e automatizzata. Analizzando i loro processi, identificando le aree di miglioramento, ed eliminando gli sprechi, abbiamo costruito una soluzione su misura che ha permesso di ridurre i tempi di produzione del 25% e i costi operativi del 20%. Inoltre, grazie a un sistema di monitoraggio in tempo reale, la qualità del prodotto è migliorata e gli scarti si sono ridotti. Questo è ciò che intendiamo quando parliamo di un impatto concreto: la nostra missione è far crescere le aziende, aiutarle a realizzare il loro pieno potenziale».