Presentate, questa mattina a Palazzo Tursi, le Linee strategiche di indirizzo per la pianificazione urbanistica comunale di Genova. «Le Linee strategiche di indirizzo sono il primo passo per avviare il percorso che porterà la città a dotarsi, nei prossimi anni, di un nuovo Piano urbanistico comunale, per superare quello attuale in vigore ormai da 10 anni e quindi non più al passo con le grandi trasformazioni sociali, economiche, produttive, infrastrutturali, tecnologiche e turistiche in atto oltre alle nuove dotazioni di servizi pubblici in corso di realizzazione con il Pnrr» ha spiegato l’assessore all’Urbanistica e Sviluppo economico Mario Mascia. In base alla legge urbanistica regionale 36/1997 i Comuni devono dotarsi di due distinti strumenti: il primo, entro un anno dall’approvazione del Piano territoriale regionale ormai prossimo al varo, è il Psi-Piano dei servizi e delle Infrastrutture, a cui deve seguire il Pul-Piano urbanistico locale.
«L’amministrazione – evidenzia l’assessore Mascia – vuole dotarsi di uno strumento che consegni alle nuove generazioni una città con una maggiore qualità di vita, sicura, con servizi di qualità per gli attuali residenti ma anche per le generazioni future, per studenti, lavoratori, investitori e turisti. Per questo dal 2023 è stato avviato uno studio per adeguare le norme generali e le norme di conformità urbanistico edilizia del Puc alle nuove esigenze di flessibilità, semplificazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare con riferimento ai servizi pubblici e alla riqualificazione ambientale, mettendo al centro della pianificazione del territorio i bisogni delle persone del territorio. In questo solco, abbiamo già adottato il nuovo Piano del verde, attualmente in fase di condivisione con la cittadinanza con un progetto di partecipazione molto articolato che vede coinvolti non solo i professionisti del settore, ma anche bambini e ragazzi. Le linee guida, che il Comune di Genova porterà come capofila a livello regionale per il Piano territoriale regionale, daranno un contributo significativo in termine di visione di città del futuro, da qui al 2050. Saranno la base per l’avvio di un percorso partecipato con gli stakeholders e con i territori con alcuni punti di partenza nati dall’analisi approfondita e puntuale con strumenti georiferiti che hanno fotografato l’esistente anche dal punto di vista sociale ed economico, per esempio il progressivo aumento di pmi innovative. Le linee strategiche si fondano su alcuni obiettivi che identificano, anche storicamente, la nostra città: la valorizzazione del policentrismo, le nuove connessioni con il recupero della rete di percorsi esistenti, la città dei 15 minuti intesa non solo come trasporti ma anche come coesione sociale e la nuova visione di spazio urbano pubblico per aumentare la vivibilità dei quartieri».
Sono quattro le linee strategiche per la visione di Genova 2050, individuate in coerenza con le linee programmatiche di mandato: Genova smart (promozione dell’innovazione tecnologica, attrazione di nuove competenze, potenziamento del sistema infrastrutturale, valorizzazione delle attività tipiche, sviluppo di nuove infrastrutture digitali), Genova green (mappatura del rischio climatico, promozione della transizione ecologica, fruizione del territorio periurbano, potenziamento del presidio del territorio, promozione della rigenerazione urbana ed extra-urbana), Genova blue (favorire integrazione e interazione porto-città, Zls e retroporto, incremento della fruibilità della cosa, favorire la blue growth, non solo mare ma acqua), Genova friendly (valorizzazione della prossimità e sicurezza urbana, promozione della residenza in aree in abbandono, potenziamento dei servizi, semplificazione delle discipline, valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico).
Le linee strategiche trovano, inoltre, la loro attuazione nella Città dei 15 minuti intesa come strategia per ristabilire connessioni spaziali e sociali, valorizzando le singole identità urbane, frutto del processo di unificazione (1926) di 19 Comuni del territorio genovese che da autonomi furono aggregati a cui si sono poi aggiunti altri sei Comuni della Bassa Val Bisagno, annessi a Genova in precedenza (1874).