«Il 17 gennaio Regione Liguria ha scritto una lettera al Mef chiedendo di cambiare la scadenza delle prescrizioni prima del 29 dicembre 2024 portandole da 180 giorni a 365 giorni. Preciso comunque che i percorsi di presa in carico dei pazienti sono sempre stati garantiti, perché ci sono protocolli interni come al Policlinico San Martino che prevedono il follow up a prescindere dalla ricetta». Così l’assessore alla Sanità Massimo Nicolò in Consiglio regionale in merito alla scadenza delle ricette prescritte prima del 29 dicembre 2024.
«Il cambio del nomenclatore tariffario – continua Nicolò – che aspettavano da 20 anni ha portato un ingente carico di lavoro digitale anche per gli operatori e in questo modo possiamo superare le difficoltà che alcuni cittadini hanno dovuto affrontare. Molte Regioni si sono adeguate alle normative nazionali dei 180 giorni, Lombardia, Sicilia, l’Umbria e l’Abruzzo, ci sono altre regioni che addirittura hanno accorciato i tempi di scadenza come per esempio il Piemonte a 60 giorni, quindi la Liguria non ha fatto altro che adeguarsi ad una normativa nazionale».
«Siamo soddisfatti: le segnalazioni del M5S in merito alla validità delle ricette hanno colto nel segno», dichiara il capogruppo regionale del M5S Stefano Giordano commentando la risposta dell’assessorato all’interrogazione sulla validità delle ricette mediche.
«Sette giorni dopo la nostra denuncia – dice -, l’assessorato alla Sanità ha scritto al Mef per chiedere la proroga della validità delle prescrizioni sanitarie: 365 giorni contro i 180 giorni del decreto ministeriale 272 del 26 novembre 2024. Siamo soddisfatti ma al contempo segnaliamo che sarebbe bastato ascoltarci prima e meglio. Tuttavia, a conti fatti, meglio tardi che mai. La scadenza a 6 mesi delle ricette, infatti, è un’inaccettabile ingiustizia nei confronti dei tanti cittadini liguri impossibilitati a prenotare una visita specialistica o un esame diagnostico causa agende chiuse. Ora auspichiamo che Regione Liguria non si limiti alla missiva inviata ma pretenda che la proroga sia effettivamente concessa per permettere ai cittadini di accedere in tempi certi alle cure sanitarie cui hanno diritto. Un diritto che purtroppo deve spesso fare i conti con l’inefficienza del sistema regionale».