“Un nuovo nome” di Jon Fosse (pubblicato dalla Nave di Teseo, traduzione di Margherita Podestà Heir) è la parte conclusiva di Settologia, un’esplorazione della condizione umana, una riflessione profonda sulla fede, la morte, l’arte e il senso della vita.
In questo ultimo volume dello scrittore e drammaturgo norvegese, Premio Nobel per la Letteratura nel 2023, seguiamo, in un viaggio a ritroso nel tempo, le vite di due personaggi: Asle, un pittore anziano e vedovo che vive da solo sulla costa sud occidentale della Norvegia e un altro Asle, anche lui pittore, che nella vicina Bjørgvin giace in ospedale, consumato dall’alcolismo. I due Asle sono due facce della stessa medaglia, versioni distanti ma simili della stessa persona, della stessa vita, dello stesso essere alle prese con domande esistenziali insistenti e tormentate. In questo viaggio a ritroso il narratore incontra il suo amore di una vita, Ales, si unisce alla Chiesa Cattolica e inizia a guadagnarsi da vivere cercando di dipingere le immagini dalle tinte fosche che si imprimono nella sua mente.
La narrazione si svolge, ipnotica e trascinante, in un flusso di coscienza ininterrotto, quasi privo di punteggiatura, riflette il flusso ininterrotto dei pensieri del protagonista e risuona come una preghiera.