Una settantina tra architetti, notai, giuristi, cooperative del terzo settore, immobiliaristi e altri professionisti si sono incontrati questa mattina nel salone Minor Consiglio di Palazzo Ducale, a Genova, per discutere le trasformazioni dell’abitare presenti e future e per confrontarsi sugli scenari possibili, per un territorio e una città più efficiente, capace di rispondere alle sfide del mercato, della società e ai bisogni di chi ci vive, lavora e transita.
L’obiettivo primario della sessione di lavoro “Le stanze di Cara Casa”, organizzata dalla Fondazione e dall’Ordine degli Architetti di Genova assieme a Unige-Dad e in collaborazione con Itinerari Paralleli, non è tanto arrivare a delle risposte quanto, piuttosto, porsi delle domande: riflettere insieme e mettere in luce i temi urgenti che costituiranno, nei mesi successivi, i contenuti per ulteriori approfondimenti, eventi, momenti formativi e confronti istituzionali verso il Festival dell’abitare Cara Casa 2025.
«Le stanze di Cara Casa – spiega Nicoletta Piersantelli, consigliere della Fondazione dell’Ordine degli Architetti di Genova – è un evento preliminare al Festival dell’architettura che si terrà in primavera. L’aspetto innovativo dell’evento è che è pensato come tavoli di discussione interattiva e partecipata tra professionalità diverse. Abbiamo organizzato questo evento insieme ai partner Itinerari Paralleli e con il supporto di Fondazione Compagnia di San Paolo: lo scopo è quello di far parlare dell’abitare, del tema della casa e dell’emergenza casa, non solo gli architetti con altri architetti, ma insieme a notai, giuristi, cooperative del terzo settore, immobiliaristi e costruire così una discussione ampia, che porta molti punti di vista».
Cura, rifugio, lavoro, ospitalità sono gli ambiti indagati e intersecati per immaginare i modelli residenziali urbani – anche ibridi – a cui tendere, attraverso l’innovazione delle norme, dei processi e dei progetti per contribuire a generare una città più efficiente e più giusta.
Per l’occasione, i partecipanti sono stati divisi in tavoli di discussione in cui, grazie alla moderazione del partner Itinerari Paralleli, sono state approfondite criticità e potenzialità degli scenari attuali nell’ambito dell’abitare.
L’approccio proposto è quello del New European Bauhaus, un approccio europeo che si basa su tre valori principali – bellezza, inclusione e sostenibilità – che utilizza e promuove metodologie basate sulla partecipazione, spiega Federica Michieletti, cofondatrice dell’impresa sociale che si occupa di trasformazione urbana a base culturale Itinerari Paralleli. «Quello che vediamo qui oggi è il co-disegnare un Festival insieme, quindi arrivare a dei tavoli di lavoro che non danno risposte, ma che creano domande e che stimolano ulteriori iniziative, e l’idea che sia multilivello e multisettore, con un approccio più ampio. A questa giornata partecipano non solo architetti ma anche avvocati, notai, terzo settore, la pubblica amministrazione per avere uno sguardo più ampio e poter affrontare tematiche complesse. L’interazione tra mare, città ed entroterra che caratterizza la regione Liguria dovrebbe emergere fortemente. I tavoli di lavoro saranno divisi tra normativa immobiliare, in cui si chiederà di lavorare andando ad atterrare su dei contesti che sono quello di Genova e quello della Regione Liguria, quello della trasformazione dell’abitare, che mette invece insieme i quattro topic che sono divisi in due tavoli di lavoro diversi, di cui uno lavora direttamente su un prototipo sul centro storico e un secondo lavora invece su un prototipo di collaborazione che può essere più relativo alla Riviera ligure».
Per quanto riguarda la metodologia di lavoro e il dettaglio dei tavoli «nella prima parte della giornata – spiega Michieletti – vengono dati degli input contenutistici, mentre la seconda parte è di co-design, quindi con tavoli di lavoro veri e propri. In particolar modo, affrontiamo tre tematiche differenti nell’ambito dell’abitare: le trasformazioni dell’abitare e come queste si relazionano alle trasformazioni immobiliari e anche alle correnti future immobiliari; l’apparato normativo relativo all’abitare e quali possono essere dei nodi da poter sciogliere per andare ad aprire considerazioni per il futuro; infine i quattro topic che il Festival dell’architettura ha deciso di presentare nell’edizione del 2025, cura, lavoro, ospitalità e rifugio, di come si relazionano tra loro e come possono costruire delle sinergie, per poi evolvere anche nei modi non solo di costruire spazi materiali, ma anche di costruire processi materiali tra tematiche e tra professionisti diversi».