L’Associazione Luca Coscioni, attiva a tutela dei diritti, tra cui quello alla salute, ha inviato 102 diffide della direzioni generali delle Aziende sanitarie locali delle città dove si trovano i 189 istituti penali italiani. Il sovraffollamento è ormai diffuso quasi in tutte le regioni. In Liguria è arrivato al 120% della capienza degli istituti di pena: 1.268 uomini e 66 donne.
Si tratta di diffide ad adempiere al proprio compito stabilito dalla legge: procedere a sopralluoghi nelle strutture penitenziarie di loro competenza per apprezzare le circostanze relative all’igiene e le profilassi delle stesse, della fornitura di tutti i servizi socio-sanitari e di agire di conseguenza, qualora esse non siano a norma.
Una iniziativa lanciata alla luce della pressoché totale mancanza nel recente decreto carceri di misure strutturali volte a garantire il diritto alla salute nei 189 istituti di pena in Italia che tiene in considerazione il fatto che ai direttori generali delle aziende sanitarie spetta il compito di riferire al ministero della Salute e quello della Giustizia sulle visite compiute e sui provvedimenti da adottare. È onere delle Asl accertare, anche attraverso visite ispettive agli istituti di pena, che le condizioni di igiene siano rispettate e, in caso contrario, intervenire per interrompere eventuali gravi mancanze.
Gli avvocati Francesco Di Paola, Simona Giannetti e Silvia Sole Savino, coordinati da Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni e Marco Perduca, promotore dell’iniziativa per l’Associazione Luca Coscioni, hanno predisposto questo testo.
«L’Associazione Luca Coscioni ha deciso di lanciare questa iniziativa perché la totale mancanza di attenzione dedicata alla salute nell’ultimo decreto del governo in materia di carceri, oltre che quanto denunciato sistematicamente dai rapporti dei Garanti cittadini e regionali, da notizie di stampa e resoconti di visite ispettive parlamentari, fanno emerge una situazione di patente violazione strutturale, tra gli altri, del diritto alla salute delle persone ristrette nel nostro Paese − hanno dichiarato l’avvocata Filomena Gallo e Marco Cappato, segretaria e tesoriere dell’Associazione Luca Coscioni, insieme all’ex senatore Marco Perduca che coordina l’iniziativa − in quanto organizzazione della società civile, pur concordando con le rare proposte di depenalizzazione e decarcerizzazione e sostenendo la necessità e l’urgenza di misure deflattive come indulto o amnistia, mai evocate nel dibattito parlamentare, potevamo “solo” attivare quanto previsto dal nostro ordinamento e non restare inerti di fronte all’illegalità diffusa contro cui le istituzioni continuano a non adottare misure all’altezza della gravità della situazione. Nella speranza che le consuete visite in carcere del mese di agosto possano aumentare la consapevolezza dei trattamenti disumani e degradanti a cui vengono sottoposte oltre 61.133 persone presenti nei 189 istituti di pena, un terzo delle quali in attesa di sentenza definitiva, nel caso in cui le nostre diffide dovessero cadere nel vuoto torneremo a interessare le autorità competenti regionali e cittadine nelle forme previste dalla legge nazionale e gli obblighi internazionali dell’Italia affinché la salute in carcere venga fatta godere pienamente come diritto».
Secondo i dati che sono pubblici sul sito del Ministero della Giustizia, al 31 luglio 2024 nei 189 istituti di pena erano presenti 61.133 detenuti, di cui 2.682 donne, 21 delle quali con 24 figli, oltre a 523 ristretti negli istituti penali per minorenni.
SOVRAFFOLLAMENTO
Regione Puglia – 144% (4.037 uomini e 220 donne)
Regione Lombardia – 143% (8.349 uomini e 464 donne)
Regione Friuli-Venezia Giulia – 140% (651 uomini e 27 donne)
Regione Veneto – 135% (2.513 uomini e 131 donne)
Regione Lazio – 129% (6.409 uomini e 433 donne)
Regione Molise – 129% (355 uomini)
Regione Basilicata – 125% (460 uomini)
Regione Emilia-Romagna – 124% (3.541 uomini e 172 donne)
Regione Campania – 120% (7.200 uomini e 331 donne)
Regione Liguria – 120% (1.268 uomini e 66 donne)
Regione Umbria – 119% (1.531 uomini e 69 donne)
Regione Calabria – 110% (2.918 uomini e 67 donne)
Regione Marche – 110% (905 uomini e 21 donne)
Regione Piemonte – 109% (4.186 uomini e 160 donne)
Regione Sicilia – 104% (6.497 uomini e 252 donne)
Regione Abruzzo – 101% (1.602 uomini e 88 donne)
Regione Toscana – 99% (3.059 uomini e 85 donne)
Regione Trentino-Alto Adige – 91% (426 uomini e 46 donne)
Regione Sardegna – 83% (2.128 uomini e 50 donne)
Regione Valle d’Aosta – 80% (146 uomini)
La visita di Muzio e Bagnasco (Forza Italia)
Questa mattina, intanto una delegazione degli esponenti di Forza Italia composta dal deputato Roberto Bagnasco e dal capogruppo in Regione Claudio Muzio ha fatto visita alla Casa Circondariale di Genova Marassi.
«Questi sopralluoghi – dichiara Bagnasco – sono molto importanti per avere una conoscenza diretta dei problemi e quindi per indirizzare la nostra azione sia a livello nazionale che a livello regionale, in vista delle prossime iniziative che Forza Italia assumerà su un tema, quello della condizione carceraria, che ci sta da sempre molto a cuore».
Aggiunge il capogruppo in Regione Claudio Muzio: «Ringrazio la dirigenza e il personale che ci hanno accompagnato, consentendoci di avere un quadro d’insieme molto puntuale della situazione carceraria a Marassi. Dal punto di vista strutturale ho trovato l’edificio ben manutenuto. Una criticità su cui ritengo si debba intervenire con urgenza è rappresentata dal fatto che diverse celle ospitano fino a sei detenuti: una situazione difficile se si pensa che spesso le persone recluse hanno culture, religioni, usanze e abitudini alimentari diverse e quindi si crea un problema di convivenza che andrebbe risolto, a mio avviso, con il frazionamento delle stanze, portandole a poter ospitare un massimo di due persone».