«Non ce l’ho con il magistrato ce l’ho con il legislatore che gli ha consentito di fare queste accuse». Lo ha detto l’ex governatore ligure Giovanni Toti in un incontro con la stampa questa sera a Genova dopo aver incontrato gli esponenti della sua lista.
«C’è bisogno di un intervento sulle leggi – ha aggiunto –. La magistratura applica le leggi. Il Parlamento ne prenda atto: se vuole, c’è una riforma organica della giustizia in corso. Per la prima volta – ha detto a proposito della sua vicenda giudiziaria – è stato scritto nero su bianco che la possibilità di reiterare un reato coincide con lo rimanere in una carica elettiva. Ma è dal 1993 che la politica rinuncia a ogni tipo di guarentigie. Qual è l’equilibrio tra politica e giustizia?»
Secondo Toti l’inchiesta che lo riguarda «corre lungo un crinale tra politica e giustizia che mette insieme tante cose. La politica non può non interrogarsi sul finanziamento dei partiti e i limiti dell’azione di indirizzo politico di un esponente amministrativo del territorio rispetto ai suoi finanziatori»
Toti ha precisato di aver “scelto” di dimettersi: «Non voglio parlare di forzature o ricatto» e ha annunciato che alle prossime elezioni non ci sarà né come candidato presidente né come candidato consigliere. «Ho dato tutto quello che potevo dare – ha sottolineato – certamente darò il mio sostegno. La Liguria è qualcosa a cui tengo più che a me stesso, ma ora i protagonisti saranno altri. Non si deve perdere il programma, lo spirito di abbrivio né l’alchimia tra i partiti di governo e la gamba civica che ha portato uno schieramento a vincere qualsiasi cosa in questa regione, la gamba civica dovrà esserci, ci sarà, dovrà dire la sua sul candidato presidente. Nei prossimi 15-20 giorni sarà più chiara la geometria. Quest’anima civica dovrà essere garanzia verso gli elettori che questa espressione politica non cambierà il suo modo e la sua attitudine di governare questa regione».
Quanto alle accuse di corruzione, ha precisato, «non comportano il fatto che Giovanni Toti abbia intascato un euro per se stesso o un’utilità dedicata alla sua persona o alla sua famiglia. Posso orgogliosamente dire di essere assai più povero di nove anni fa. Si giudica e si qualifica come reato un’attività di azione e sprone politico che ritengo siano il core business del meccanismo e dell’azione politica della mia maggioranza in questa regione, l’attività di impresa sul territorio è un bene di interesse pubblico. In questa regione ci sono amministrazioni che sono friendly nei confronti di tutti coloro che portano ricchezza e sviluppo del territori. Non ritengo di aver fatto discriminazioni nella mia attività politica: chi finanziava la mia attività e chi votava centrodestra ha avuto lo stesso trattamento di chi non mi finanziava e non mi votava. Ogni atto che è stato prodotto è legittimo, francamente non saprei dire molto di più».
Toti ha ribadito di essere contro il finanziamento pubblico dei partiti, e favorevole al finanziamento privato.