“Ci apprestiamo a richiedere al giudice competente un’ulteriore serie di confronti, indispensabili alla definizione del quadro politico della regione, compresa la possibilità di comunicare, ove richiesto, attraverso contatti con organi di stampa, tenuto conto che tale diritto di espressione non può confliggere con il rischio di inquinamento probatorio, dichiarato non più sussistente, e non attiene al rischio di reiterazione del reato”. Lo annuncia, in una nota, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, Stefano Savi, avvocato difensore di Giovanni Toti.
La richiesta, spiega l’avvocato, muove dal fatto che “i giudici di appello, ritenendo inapplicabile per legge un’applicazione selettiva per ‘categorie’ della cancellazione del divieto di comunicazione, ritengono al contempo necessaria la tutela dei diritti politici del presidente e il loro esercizio effettivo per il tramite di incontri e colloqui attinenti a tale esercizio, come per altro già avvenuto”.
L’esplicito richiamo del Tribunale del Riesame di Genova, precisa Savi, “ai 90 giorni previsti dalla legge per l’espletamento degli atti di indagine urgenti e indispensabili all’inchiesta, consentirà, nei prossimi giorni, valutazioni circa la possibilità di proporre nuove istanza circa misure cautelari maggiormente coerenti con la cessata esigenza. Rileviamo che anche per i giudici di appello non sussistano più rischi di inquinamento probatorio, dato il lungo tempo delle indagini e la cristallizzazione dei fatti”. Per contro, ribadisce l’avvocato, “ovviamente non possiamo che dissentire con forza circa il persistente rischio di reiterazione del reato, che non tiene conto dei dati di fatto e di diritto da noi proposti”.