L’aeroporto di Genova ha larghi margini di crescita e per il settore cargo deve cavalcare lo sviluppo dell’e-commerce. Sono le indicazioni espresse oggi dal presidente di Spediporto Andrea Giachero, a margine dell’assemblea dei soci che si è svolta ala palazzo della Borsa di Genova.
Il consorzio Goas, di cui Spediporto è capofila, si occupa della gestione del traffico merci all’Aeroporto di Genova. E la gestione, puntualizza Giachero «Procede con tutte le difficoltà che avevamo già preventivato, perché purtroppo la pandemia non ha aiutato e la mentalità anche di noi operatori ha disincentivato lo scalo in modo quasi assoluto, quindi stiamo partendo da un deserto. Un deserto probabilmente che deriva anche da logiche politiche sbagliate del passato, che hanno incentivato una piattaforma come quella di Nizza anziché Genova, che rimane comunque».
Secondo Giachero esiste la possibilità di recuperare questo gap accumulato negli anni. «Se consideriamo che oggi Nizza ha 12 milioni di passeggeri contro 1 milione di Genova e comunque presenta un terzo delle attività economiche della Liguria – spiega – vediamo quante opportunità ci sono perché questo scalo si riqualifichi. Uno scalo è sempre importante e fondamentale per la vita di una città, ma ancora di più per Genova. Dal punto di vista cargo dobbiamo anche cavalcare tutto lo sviluppo dell’e-commerce, per cui oggi abbiamo, per ragioni di carenze infrastrutturali, sia fisiche che digitali, abbiamo dei grandi player come possono essere Shane, come può essere Temu, come può essere TikTok, Alibaba, che spostano 12.000 tonnellate al giorno, 11.000 tonnellate al giorno. Purtroppo abbiamo anche una situazione per la quale 4 freighter al giorno vengono dirottati a Bruxelles perché in Italia non abbiamo le infrastrutture fisiche e digitali per poterli ospitare o quantomeno non abbiamo l’organizzazione e gli spazi. Diventa importante, secondo noi, ragionare come sistema paese, iniziare a vedere che gli aeroporti che sono considerati periferici, e Genova non è un aeroporto periferico perché è un aeroporto di prima fascia, possono contribuire a recuperarci tutti quei volumi di traffico che purtroppo sono andati al Nord d’Europa. Anche per nostre colpe, ma sicuramente per una carenza infrastrutturale sia fisica che digitale».
Oggi il vento è cambiato: «Mi sembra che ci siano tutte le prerogative, esiste un gran dialogo tra pubblico e privato, stiamo mettendo a terra delle opportunità e dei progetti importanti, siamo assolutamente convinti che si riqualificherà il nostro scalo con il tempo dovuto. Abbiamo già iniziato addirittura da un anno a sviluppare contatti. Adesso, grazie all’intervento anche delle amministrazioni, avremo delle visite importanti nel Far East per cercare effettivamente di portare sul territorio quei volumi o quelle commodity che possono essere agevolmente gestite dalla nostra interattività».
L’ingresso dei privati «Ha un vantaggio perché intanto parliamo di privati che sono una potenza dal punto di vista croceristico, parliamo di Msc, parliamo di Carnival Corporation e quindi di Costa Crociere, per cui parliamo di flussi di mobilità che diventano importanti perché un aeroporto è vincente non tanto per le merci quanto per i flussi di mobilità, per cui dobbiamo cercare di recuperare tutto quel traffico che è stato portato da Nizza per qualsiasi motivo».