Fra il 2018 e il 2022 più di 1600 business angel attivi in Italia hanno partecipato a oltre di 120 round di finanziamento per sostenere la creazione e la crescita di nuove imprese innovative, per un ammontare investito di oltre 45 milioni di euro.
È quanto emerge dallo studio “Business angel in Italia: l’impatto dell’angel investing” realizzato da Italian Tech Alliance e Growth Capital, in collaborazione con il Social Innovation Monitor del Politecnico di Torino e con la University of East Anglia ripreso dall’Agenzia Radiocor.
Secondo il rapporto il 70% del totale degli angel investor opera nel Nord Italia, principalmente in Lombardia (687 soggetti attivi) e Piemonte (240). In Liguria sono attivi 22 business angel.
Si tratta solitamente di ex imprenditori e imprenditrici o professionisti e professioniste, che, in cambio di una percentuale di equity, investono parte del proprio capitale in startup in cui non hanno relazioni familiari o personali. I business angel agiscono da soli o attraverso network formali o informali. Solitamente tali investitori e investitrici forniscono capitale di avviamento (seed) o di crescita, consulenza e assistenza pratica.
Secondo il report il 94% dei business angel mappati in Italia ha un titolo di istruzione superiore e il 78% vanta un background imprenditoriale o manageriale. Il 66% dei business angel è iscritto a un Business angel group (Bag) o a un Business angel network (Ban), a conferma del ruolo fondamentale svoto dalle organizzazioni di business angel per la crescita dell’ecosistema.
In Italia operano 17 Business angel group (11 nel Nord-Ovest, 4 nel Nord-Est e 2 nel Centro Italia) e 16 Business angel network (7 nel Nord-Ovest, 2 nel Nord-Est, 5 nel Centro Italia e 2 tra Sud e Isole).
Negli ultimi cinque anni, circa il 10% dei round di investimento nelle startup in Italia ha visto la partecipazione di uno o più Bag/Ban con una crescita dai 20 round del 2018 ai 30 del 2022. In tale arco di tempo l’ammontare investito in round con la presenza di Bag/Ban ha rappresentato circa il 20% del totale investito in Italia, passando dai 29 milioni del 2018 (su investimenti complessivi pari a 502 milioni) ai 529 milioni del 2022 (su oltre 1,8 miliardi di investimenti). Quando partecipano a un round, i Bag/Ban coprono mediamente il 5% dell’ammontare investito.
Analizzando il fatturato e il numero dei dipendenti delle startup del periodo 2028-2022, dal report emerge che le società con Bag/Ban sono cresciute più rapidamente delle società senza Bag/Ban, sia in termini di fatturato sia in termini di numero di dipendenti, evidenziando l’importanza di raccogliere “smart money” dagli investitori. Con riferimento al fatturato, le società con Bag/Ban hanno quintuplicato la performance nell’arco dei tre anni analizzati, crescendo quindi più delle altre società. Una parte di questa crescita – secondo il report – potrebbe essere dovuta al ruolo delle organizzazioni di Business Angel nell’aprire nuove opportunità e facilitare il raggiungimento di nuove o maggiori porzioni di mercato.
Con riferimento ai dipendenti le società senza Ban/Bag hanno raddoppiato la dimensione mentre quelli con Bag/Ban l’hanno triplicata.
Qui il report completo.