Cida, la Confederazione italiana dirigenti e alte professionalità, ha lanciato su change.org la petizione “Salviamo il ceto medio” che in pochi giorni ha già raccolto più di 31 mila firme.
La petizione – indirizzata alla presidenza del Consiglio, al ministro dell’Economia e al ministro del Lavoro – vuole salvaguardare il ceto medio “dai ripetuti interventi iniqui che ormai da anni colpiscono ingiustamente coloro che rappresentano il motore dell’economia e la reale fascia produttiva del Paese: tutti i contribuenti da lavoro o da pensione da 35 mila euro lordi in su che pagano il 63% di tutta l’Irpef e che anche in quest’ultima ultima legge di bilancio sono stati penalizzati”.
«La categoria dirigenziale si fa portavoce della difesa di tutte le forze produttive e intraprendenti della Liguria e dell’intero Paese, presenti negli ambiti socioeconomici, pubblici e privati, che generano Pil, posti di lavoro e muovono l’economia e che, nonostante ciò, si sentono orfane di attenzione politica – denuncia Paolo Filauro, segretario di Cida Liguria – Da troppi anni la classe media è colpita da reiterate vessazioni e ripetuti provvedimenti falsamente redistributivi che mettono seriamente a repentaglio i valori della professionalità e del merito. Il rischio è un progressivo assottigliamento della categoria con conseguente instabilità sociale, per questo abbiamo sentito l’urgenza di lanciare una petizione a livello nazionale per chiedere un Paese più equo e giusto, che punti su lavoro, crescita, imprese produttive, stipendi più elevati e pari opportunità per giovani e donne senza sottrarre altre risorse a chi ha pagato onestamente tasse e contributi in un’economia alterata e inquinata dall’evasione. Se perdiamo il ceto medio perdiamo l’equilibrio di tutto il sistema e ipotechiamo il nostro futuro».
Gli obiettivi della petizione:
sostenere il potere d’acquisto delle pensioni: applicare la perequazione per scaglioni in base all’art. 34 comma 1 legge 448/98 e all’art. 69, comma 1, della legge 23 dicembre 2000, n. 388
dare trasparenza e consentire la reale sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico: separare in maniera contabile la previdenza dall’assistenza
dare maggiori opportunità di crescita retributiva: abolire il divieto di cumulo fra redditi e pensioni di qualsiasi tipo in applicazione dell’art. 19 del decreto-legge 112/2008.
valorizzare i contributi previdenziali versati dai lavoratori: eliminare i tetti sulle prestazioni pensionistiche anticipate (Legge 92/2012 e art. 24 comma 11 DL 6 dicembre 2011 n.214)
una maggiore equità fiscale: eliminare il meccanismo di riduzione progressiva delle detrazioni fiscali in relazione al reddito, individuato dall’art.1 comma 629 Legge 27 dicembre 2019, n.160.
aumentare le risorse disponibili a famiglie e imprese: ridurre la progressività delle aliquote Irpef evitando disparità di trattamento fra le diverse categorie di lavoratori.
rafforzare il welfare pubblico a sostegno di chi ha effettivamente bisogno: attivare una vera lotta all’evasione fiscale, utilizzando tutti i dati disponibili ed evitando i condoni
Cida – Manager e Alte Professionalità per l’Italia è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a Cida sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), Fp-Cida (funzione pubblica), Cimo-Fesmed (medici del ssn), Sindirettivo (dirigenza Banca d’Italia), Fenda (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore Cida (sanità religiosa), Fidia (assicurazioni), Saur (Università e ricerca), Sindirettivo Consob Cida (dirigenza Consob).