Questa mattina Fim, Fiom, Uilm hanno tenuto una conferenza stampa per lanciare un grido d’allarme relativamente all’attuale situazione dello stabilimento Acciaierie d’Italia – ex Ilva di Genova.
«L’incertezza che persiste per il gruppo a livello nazionale si riflette anche nel nostro territorio, dove continua l’assenza totale di investimenti produttivi in grado di mettere in sicurezza gli impianti e dare prospettive certe alla siderurgia genovese. Un’assenza miope di investimenti − si legge nel comunicato sindacale a firma Christian Venzano segretario generale Fim Liguria, Stefano Bonazzi segretario generale Fiom Genova, Antonio Apa coordinatore Uilm Liguria − che nega la possibilità di intercettare le opportunità fornite dal mercato, come le recenti dinamiche del settore della latta hanno evidenziato».
«Lo scorso anno l’unico prodotto siderurgico che ha rilevato una dinamica di crescita sul mercato italiano è stato proprio quello della latta. L’assenza di investimenti su Genova, dove è presente la produzione latta del gruppo, ha fatto sì che Acciaierie d’Italia non riuscisse a intercettare tale dinamica. Uno scempio che mostra tutti i limiti delle attuali scelte di carattere industriale. Nello stesso tempo, nonostante l’avvio dell’altoforno 2 di Taranto e le garanzie per una contestuale riduzione degli ammortizzatori sociali a fronte dell’aumento della produzione, assistiamo ad un incremento della cassa integrazione totalmente inspiegabile, se non con la motivazione di voler fare cassa sulla pelle dei lavoratori».
«A tutto ciò i lavoratori vedono sommarsi l’assenza di manutenzioni, la mancanza di pezzi di ricambio, la situazione disastrosa delle gru al molo piuttosto che l’impossibilità di utilizzo, a causa di guasti mai riparati, dei mezzi antincendio necessari. La situazione è ormai insostenibile, intrecciando assenza di investimenti, scelte industriali disastrose e utilizzo di ammortizzatori in maniera assolutamente sovradimensionata − commentano i rappresentanti sindacali −. Continuando così il rischio di un disastro industriale si fa sempre più concreto, a Genova così come nel resto del gruppo».
Dopo mesi di denunce alla Asl, alla prefettura e alle istituzioni locali, Fim, Fiom e Uilm chiedono con forza un intervento urgente del Governo, azionista di Acciaierie d’Italia, affinché «venga dato un futuro solido a questo gruppo strategico per il futuro industriale del paese. Se questo non avverrà i lavoratori genovesi saranno costretti a pretendere in maniera determinata tali risposte. La siderurgia è Genova, lotteremo affinché la siderurgia genovese non muoia», concludono.