Nel 2022 le imprese culturali e creative italiane hanno richiesto quasi 278mila lavoratori, pari al 5,4% della domanda di lavoro complessiva delle imprese dei settori industria e servizi e con una crescita del +3,5% rispetto all’anno precedente.
Ad attivare la domanda di lavoro un insieme di imprese appartenenti ai quattro comparti “core” del sistema produttivo culturale e creativo: industrie creative, industrie culturali, patrimonio storico-artistico, performing arts e intrattenimento.
A delineare questo scenario è il volume “Imprese e professioni culturali e creative, 2022” del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal e analizzato in collaborazione con il Centro Studi delle Camere di Commercio G. Tagliacarne. A queste richieste si sono aggiunte poi ulteriori 20mila entrate programmate dalle imprese del Made in Italy a contenuto culturale e, soprattutto, quasi 362mila assunzioni collegate alle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale.
In Liguria le entrate previste dalle imprese culturali e creative nel 2022 sono state 5.380. Di queste la maggior parte (2.260) hanno riguardato le industrie culturali. Nella definizione di questo cluster di imprese vengono considerate le attività di editoria e stampa, quelle dell’industria cinematografica e musicale, quelle radio-televisive e quelle della produzione di giochi e videogiochi. Questo comparto risulta il più rilevante dei quattro del core cultura anche a livello nazionale, sia per numero di imprese (circa 37mila) sia per occupati (73% del totale).
Le assunzioni previste nelle industrie creative in Liguria sono state 1.470: il cluster comprende le aziende operanti nella comunicazione, nella grafica tecnica e nel design, inclusi gli studi professionali di ingegneria e di architettura.
A poca distanza le entrate programmate nel settore performing arts e intrattenimento (1.190): qui ricadono le attività inerenti alla gestione di teatri, spazi culturali, parchi di divertimento, alle rappresentazioni artistiche e di intrattenimento, nonché all’organizzazione di fiere e convegni.
Solo 60 le assunzioni previste nel 2022 sul territorio ligure per la gestione del patrimonio storico-artistico: monumenti, siti archeologici, musei e biblioteche.
Dallo studio emerge che la domanda di lavoro delle imprese culturali e creative presenta caratteristiche distintive rispetto agli altri settori economici, anzitutto per la richiesta di figure professionali altamente qualificate.
Si tratta di profili professionali capaci di coniugare elevate conoscenze specializzate con talento e creatività. Pertanto, il 40,6% delle assunzioni riguarda lavoratori laureati, mentre nel complesso dell’economia la quota è pari al 15,1%. Particolarmente elevata è anche la richiesta di esperienza (72,6% delle assunzioni programmate contro il 67,0% del totale imprese di industria e servizi) e quella di figure diplomate (36,6% delle assunzioni, contro il 28,7% dell’intera economia).
A queste richieste, come anticipato, si devono aggiungere quasi 20mila assunzioni programmate dalle imprese del Made in Italy a contenuto culturale: si tratta di imprese impegnate in lavorazioni tradizionali e artistiche che, pur non rientrando nei settori core delle imprese culturali e creative, necessitano di skills analoghe a quelle delle imprese culturali e creative e per questo denominate, in letteratura, con il termine di creative driven: il valore distintivo di tali produzioni è proprio la creatività richiesta alle risorse umane.
Infine nel 2022 sono state quasi 362mila le assunzioni collegate alle imprese del turismo a prevalente vocazione culturale. In Liguria le richieste da parte delle 3.180 imprese attive sul territorio sono state 14.210.
«Per la prima volta con l’Atlante è stata effettuata una mappatura delle imprese culturali e creative in senso stretto in tutti i Comuni italiani. Un lavoro capillare e dettagliato che restituisce la fotografia territoriale al massimo dettaglio di un segmento importante della nostra economia. Queste aziende contribuiscono a creare oltre il 3% del valore aggiunto italiano, danno occupazione a più di 830mila persone e lo scorso anno hanno espresso una domanda di lavoro di quasi 280mila contratti a tempo determinato e indeterminato, pari a più del 5% della opportunità offerte delle imprese di industria e servizi. Ma considerando l’indotto ad esse collegato e l’effetto moltiplicatore che esse hanno sul resto dell’economia, arrivano a rappresentare quasi il 16% del valore aggiunto italiano», ha sottolineato il segretario generale di Unioncamere, Giuseppe Tripoli, alla presentazione dell’Atlante delle imprese culturali e creative in Italia.