Give Back è un progetto di economia circolare ideato dal complesso musicale genovese Ensemble Il Falcone, per destinare risorse a soggetti proponenti spettacoli musicali. Proposto al Comune di Genova nel 2018 non ha ancora ricevuto risposta nonostante per l’amministrazione comunale non comporti spese, anzi preveda delle royalties.
L’Ensemble Il Falcone, specializzato in musica antica suonata con strumenti originali, per avviare l’iniziativa ha realizzato un vinile contenente tre concerti di Bach, eseguiti con la collaborazione di due solisti d’eccezione, la violinista Bin Huang vincitrice del Premio Paganini del 1994 e l’oboista di fama mondiale Omar Zoboli. Per la registrazione è stato utilizzato il Cannone, il celebre violino appartenuto a Paganini. Assicurare l’uso del Cannone e produrre i dischi (stampati con il logo del Comune) è costato al complesso genovese 20.000 euro. Il Comune, dichiara Guido De Vecchi, uno dei componenti del Falcone, non ha dato nessun aiuto, e si è completamente disinteressato alla realizzazione del progetto.
La vicenda è raccontata nel video allegato. A De Vecchi chiediamo:
In che senso il vostro è un progetto di economia circolare?
«Il vincitore del bando riceverà il finanziamento per allestire lo spettacolo e sarà vincolato a destinare una percentuale del ricavato delle repliche al fondo Give Back, sostenendo così altri progetti musicali».
Che cosa vi aspettavate dal Comune?
«Intanto la gestione del bando per individuare i soggetti a cui destinare le risorse. Non possiamo farlo noi. E poi anche un aiuto a diffondere il disco e a cercare altri sponsor che facciano crescere il progetto. Noi lo abbiamo avviato, mettendoci lavoro e denaro, ora toccherebbe al Comune andare avanti».
Perché avete pubblicato il video?
«Il video pubblicato è il nostro modo di raccontare questa storia specchio di una pubblica amministrazione che non fa mistero del suo modello di sostegno alla cultura intitolando la direzione competente “Direzione Attività e Marketing Culturale”. Il marketing è una pratica che si adatta alla commercializzazione di prodotti di consumo e funziona così bene che molti hanno pensato di applicarla senza filtri a qualsiasi attività umana, non ultima la politica. La rincorsa a soddisfare i desideri dell’uomo, che sono sempre gli stessi, o metafore di essi, impongono obiettivi sempre più basici che parlano al nostro cervello rettiliano bisognoso di gratificazioni rapide e facili. Il mondo dell’arte e della cultura necessita di visione alta e ambiziosa, opera fuori dagli schemi e vive nelle menti divergenti. Se il marketing fosse stato giudice delle grandi imprese artistiche e scientifiche che hanno cambiato il corso della storia, probabilmente queste non avrebbero visto la luce. La cultura si occupa di umanità e cittadinanza, il marketing si occupa di clienti, sta a noi decidere come sentirci, clienti momentaneamente soddisfatti o umanità capace di leggere la bellezza del mondo?»