Yacht sopra i 50 metri di lunghezza in fuga dalle marine e dai cantieri liguri a causa dei problemi creati dai visti agli equipaggi cittadini extra Ue.
È l’allarme lanciato da Genova for Yachting, l’associazione che raccoglie gli operatori della nautica professionale a Genova, che torna a chiedere al Governo un intervento definitivo per risolvere circolazione dei marittimi nel nostro Paese. Mentre Francia e Spagna continuano ad accogliere i marittimi non Ue a bordo delle loro navi, in Italia vengono espulsi dopo 90 giorni.
«Da un confronto puntuale svolto con i principali operatori liguri – dichiara Giovanni Costaguta, presidente di Genova for Yachting − emerge un calo medio del 20% sulle permanenze e un danno per il comparto della nautica professionale e per l’indotto genovese e ligure stimato in 50 milioni di euro al trimestre. L’estensione ai marittimi di un visto di soggiorno per motivi di lavoro, introdotta a maggio 2022 come “soluzione tampone” non funziona nella maggioranza dei casi, per una serie di motivi spesso “strutturali” che ne vanificano l’efficacia».
Genova for Yachting rimarca che da tempo ha elaborato «una corretta interpretazione normativa e la soluzione tecnico giuridica per risolvere il problema» e permettere ai marittimi di rimanere operativi a bordo delle navi per il tempo necessario a svolgere operazioni commerciali e soste tecniche ed è impegnata a promuovere il recepimento di tale soluzione. In tal senso ha ottenuto da gli organi di rappresentanza confindustriale il sostegno e la disponibilità per riavviare un confronto con il governo.
«Chiediamo ancora una volta ai politici e alle istituzioni liguri, che da sempre sono al nostro fianco di rinnovare il loro impegno per fermare questo danno ingiustificato e insensato ad un comparto ligure di eccellenza e all’economia indotta, oltre che all’erario» ha concluso Costaguta.
Alessandro Menozzi, ceo Porto Mirabello ha dichiarato: «Ad oggi abbiamo riscontrato una flessione delle presenze di unità aventi crew extra-Ce attorno all’8%, ma il timore è che questo dato possa crescere e raggiungere valori prossimi ad almeno il 20-25%, in particolare nel periodo invernale 2023/2024. La nostra Marina si propone principalmente come Home-Port e le presenze di megayacht stanziali sono vitali per il nostro business, nonché per l’indotto creato sulla città della Spezia. Esprimo pertanto la mia seria preoccupazione in merito alla questione immigrazione, che reputo debba essere risolta con estrema urgenza».
Il presidente di Marina Molo Vecchio & Agenzia Pesto Sea Group, Fabio Pesto, ha commentato: «Dall’apertura di Marina Molo Vecchio nel 1997 abbiamo assistito a molteplici trend e superato anche momenti di forte criticità. Mai come ora però la flessione è apparsa così chiara e prolungata. Il calo, pari a circa 20/30% di soste in meno rispetto allo scorso anno, è sicuramente imputabile a più fattori quali la guerra e l’aumento incontrollato, rispetto ad altre nazioni, dei costi dell’energia elettrica. Ritengo tuttavia che il problema principale a cui imputare questa flessione sia quello dei visti per marittimi. Questo ci pone in una posizione di ingiustificata inferiorità competitiva nei confronti di stati a noi vicini che invece registrano una sostanziale costanza nelle presenze di yacht e superyacht presso le proprie strutture ricettive».
Per Amico&Co & Waterfront Marina parla il presidente Alberto Amico, che sostiene: «La soppressione, ingiustificata e ingiusta, dei diritti degli equipaggi di svolgere il loro lavoro a bordo degli yacht presso le marine e cantieri italiani è diventata una discriminante negativa che condiziona in maniera definitiva le decisioni dei comandanti e manager di scartare a priori l’Italia per i programmi di soste tecniche, home port, refit in cantiere e scalo per charter. Le perdite di lavoro documentate presso i clienti abituali di marina e cantiere sono dell’odine del 20%, alle quali si aggiungono i clienti che ormai non considerano più l’Italia a livello di primo contatto. La situazione è in progressivo peggioramento, visto anche il sostanziale fallimento dell’introduzione del permesso D (permesso di lavoro in Italia per stranieri), totalmente inadatto allo scopo, per lo più inapplicabile ed inapplicato dai soggetti che dovrebbero rilasciarlo. Il fatto che Francia e Spagna continuino a rispettare i diritti dei marittimi e tutelare le loro economie avendo dato un’interpretazione corretta della norma europea costituisce non solo un vantaggio competitivo per loro e un danno esiziale per il comparto italiano, ma è l’ennesima occasione per alimentare i pregiudizi contro l’Italia e la sua burocrazia fuori controllo. Assistiamo inermi a una perdita di reputazione che sarà difficile da superare, oltre che ad un danno economico enorme per il comparto, per l’indotto cittadino e per l’erario».
Giuseppe Pappalardo, amministratore delegato di Marina Genova ha dichiarato: «Il momento continua a essere molto difficile dopo esserci illusi di uscire da due anni di incertezze assolute. Assistere a una così superficiale e insufficiente (pretesa) soluzione al problema grave dei marittimi extracomunitari non fa che aumentare le ansie e rendere vani i tentativi di immaginare un futuro».
L’amministratore delegato di San Giorgio Shipping & Yachting Services, Fulvia Linari si accoda: «Le nuove procedure per l’imbarco di marittimi di nazionalità extra Schengen, hanno creato forte malcontento e preoccupazione tra gli equipaggi che si sono trovati improvvisamente costretti a dover ridurre la loro permanenza in territorio italiano a un massimo di 90 giorni, con possibilità di rientro solo dopo ulteriori 90 giorni trascorsi fuori dal nostro paese. La soluzione del rilascio dei visti di lavoro ha, a nostro avviso, solo parzialmente risolto la situazione, in quanto alcune ambasciate, come per esempio quella di Manila, non hanno interpretato correttamente la circolare e continuano a rilasciare esclusivamente visti turistici. Noi, in veste di raccomandatari marittimi delle barche a noi appoggiate, non solo ci siamo trovati ad affrontare una maggiore mole di lavoro, ma abbiamo dovuto fronteggiare le continue e innumerevoli lamentele da parte degli equipaggi e delle società di management degli yacht. Il fatto che questa nuova normativa, seppur europea, sia stata applicata solo dall’Italia, ci penalizza fortemente, in quanto gli yacht trovano decisamente più favorevole sostare in altri porti europei durante il periodo invernale. Confidiamo in una tempestiva azione da parte del governo».
Tomaso Moreno, a.d. di Catalano Shipping Services ha aggiunto: «Francia e Spagna hanno senza dubbio tratto vantaggio dalla situazione visti marittimi in Italia. In Francia i cantieri di La Ciotat et Toulon dopo i due anni pandemici che chiaramente hanno fatto soffrire la filiera yachting hanno ripreso a lavorare a pieno regime dai mesi autunnali del 2022 e il trend sembra confermarsi anche per la primavera 2023. Essendo in diretto contatto con questi clienti posso confermare che molti hanno deciso di firmare contratti con Marine e Cantieri francesi e non italiani a causa della situazione visti per equipaggi extra Eu».
Anche altre realtà liguri da Loano a Imperia, secondo le testimonianze raccolte da Genova for Yachting, risultano essere nelle stesse condizioni di contrazione delle permanenze lunghe di yacht sopra i 50 metri.