Nel centro storico genovese, a due passi dalla cattedrale di San Lorenzo, c’è un’escape room particolare: si chiama Enigmalavita, nasce in un locale confiscato ed è incentrata sul tema della lotta alle mafie.
Il progetto è stato ideato e realizzato da degli scout del Gruppo Agesci Genova 13: l’esperienza di gioco sarà disponibile a partire da aprile, è aperta a tutti e permetterà di entrare in contatto con i temi legati alla lotta alle mafie. Per partecipare sarà possibile prenotarsi direttamente sul sito dell’escape room.
Il progetto è stato presentato ufficialmente ieri pomeriggio al Centro Banchi, in piazza De Marini 20r. All’inaugurazione hanno preso parte, oltre agli ideatori del progetto, alcuni referenti impegnati in prima linea nella lotta alla mafia e alla salvaguardia e valorizzazione dei beni confiscati che hanno animato una tavola rotonda dal titolo “Mafia e antimafia a Genova. Il valore sociale dei beni confiscati”.
Tra i partecipanti Roberto Centi, presidente Commissione regionale Antimafia, Antonio De Luca, incaricato nazionale del settore Agesci “Giustizia, Pace & Non violenza”, Antonio Lijoi, referente dell’Osservatorio Boris Giuliano – Mafie in Liguria e Giorgia Casabona, responsabile Ufficio Valorizzazione Patrimonio non abitativo e Direzione Valorizzazione Patrimonio e Demanio Marittimo del Comune di Genova.
Il progetto Enigmalavita, nasce dal desiderio di un gruppo di ragazzi uniti dall’esperienza scout nel gruppo Agesci Genova 13 ed è anche un omaggio a uno di loro, Stefano Matricardi, appassionato di giochi di logica e promotore di diversi progetti di cittadinanza attiva, mancato a marzo 2020 a seguito di un tumore.
«Grazie alla nostra comune esperienza nello scoutismo abbiamo avuto gli strumenti per trasformare il sogno di Stefano in realtà – spiegano i promotori – e nel provare a realizzarlo stiamo arrivando anche a chi non lo ha conosciuto. In questo modo possiamo portare avanti quella che a tutti gli effetti consideriamo la sua eredità: dare un contributo, con un segno tangibile e concreto nei confronti della collettività. Oggi più che mai lo sentiamo al nostro fianco e presente in mezzo a noi».
«Il nostro intento – continuano gli organizzatori del progetto − è quello di far vivere un’esperienza di gioco consapevole che possa coinvolgere l’intera comunità e di trasmettere, a chi sceglierà questa esperienza, la sensazione di aver vissuto in prima persona le dinamiche legate alla mafia, oltre alla consapevolezza del suo potente ruolo nel nostro territorio e soprattutto all’importanza che la lotta alle mafie ha avuto, ha e avrà per tutti noi».
Nel 2009 a Genova si è verificata la più grande confisca di beni del Nord Italia: 115 proprietà prese alla famiglia Canfarotta, per lo più depositi e palazzine abitative in pessime condizioni collocate nel centro storico.
Tra i beni confiscati vi era quello situato in Vico Umiltà 4r, a due passi dalla cattedrale di San Lorenzo, un piccolo seminterrato costituito da tre stanze e un bagno, che i ragazzi del Gruppo Agesci Genova 13, nel luglio 2021, sono riusciti a ottenere, partecipando a un bando indetto dal Comune di Genova attraverso il patrocinio della Zona Tre Golfi dell’associazione Agesci.
Grazie a una campagna di raccolta fondi, la ristrutturazione dell’immobile e l’allestimento dell’escape room hanno preso il via a partire da settembre 2022. In parallelo è iniziata la scrittura della narrazione e degli enigmi.
L’escape room ora conta di una cabina di regia e di stanze allestite dove si svolgerà l’esperienza immersiva. Un gioco di logica nel quale i concorrenti cercano una via di uscita risolvendo enigmi e indovinelli: per poter completare con successo questa missione si dovrà usare la logica e il lavoro di squadra. Verrà concessa un’ora di tempo per risolvere tutti gli enigmi la cui soluzione permetterà di accedere al livello successivo e, infine, a uscire dalla stanza.
Una volta terminato il gioco, l’escape room si trasformerà in un percorso interattivo, volto alla scoperta del tema mafia nella nostra città, che è ancora oggi sconosciuto ai più.
Tutto questo è stato possibile grazie allo Studio di architettura llabb, l’azienda Ett e Ad Hoc legno e disegno che hanno aiutato fornendo parte del materiale, oltre che al lavoro di molti volontari e alle testimonianze di esperti sui temi della lotta alla mafia, che saranno rese disponibili.
Il progetto è stato avviato grazie a un crowdfunding sulla piattaforma Produzioni dal Basso, che ha permesso di raggiungere in pochi mesi l’obiettivo di 15 mila euro. I soldi raccolti sono serviti per le spese di ristrutturazione e di allestimento del bene, mentre il progetto sarà poi auto finanziato grazie al contributo che verrà chiesto a chi partecipa all’esperienza (50 euro a gruppo).
Non essendo un’attività a scopo di lucro, tutti i proventi che avanzeranno saranno devoluti a associazioni del territorio, a realtà che combattono la mafia o alla ricerca contro il cancro.
Il progetto vanta la collaborazione di una rete di realtà sul territorio, tra le quali gruppi Scout, Libera Liguria, i presidi a Genova, il progetto Anemmu, A.D.eS.So, AMAddalena e altre associazioni di quartiere, e sarà interamente gestito da volontari.