Rischio di aumento dei crediti deteriorati nel 2023 per le banche italiane. Secondo il rapporto Abi-Cerved, alla fine del 2022 il tasso di deterioramento del credito alle imprese ha raggiunto il 2.3%, a fronte del 2% segnato nel 2021. Si tratta della prima inversione di tendenza dal 2012: nel decennio scorso il tasso è sceso costantemente.
Secondo il rapporto, nel 2023 il tasso di deterioramento continuerà ad aumentare, arrivando al 3,8% cioè ai livelli del 2017. Il fenomeno è dovuto all’indebolimento della domanda, alla forte inflazione legata alle materie prime e al caro energia. Inoltre il costante innalzamento dei tassi d’interesse da parte della Bce incrementa il costo del debito per le imprese.
Nel quarto trimestre 2022 in Italia la domanda di prestiti da parte delle famiglie è diminuita sia per i mutui sia per il credito al consumo. Il calo è confermato anche per il trimestre in corso. È quanto risulta dall’indagine sul credito bancario svolta dalla Banca d’Italia nell’ambito Bce.
La domanda di credito da parte delle imprese invece è rimasta invariata: l’incremento delle richieste di finanziamento per soddisfare il fabbisogno di capitale circolante è stato compensato dal calo di quelle per finalità di investimento. La domanda è rimasta invariata ma l’offerta è diminuita. Nel quarto trimestre del 2022 la maggiore percezione del rischio ha portato gli istituti bancari a un inasprimento dei criteri di offerta sui prestiti alle imprese e a una riduzione dell’ammontare del credito concesso.