Coldiretti Liguria torna sul tema della peste suina africana e del ritardo degli abbattimenti degli ungulati, denunciando una situazione sempre più critica per il comparto agricolo.
Il Priu, Piano regionale di interventi urgenti prevede l’abbattimento fino a 35.451 cinghiali, vale a dire il 180% di quanto fatto nel 2021. In supporto a ciò, il 21 dicembre 2022 durante la commissione Bilancio della Camera è stato approvato un emendamento alla manovra, proposto dalla maggioranza, che prevede la possibilità di abbattere i cinghiali anche in città, nei parchi e nelle aree protette in cui vige il divieto di caccia, per consentire gli abbattimenti di fauna selvatica per motivi di sicurezza e sicurezza stradale. Da quanto si apprende, inoltre, gli esemplari abbattuti continueranno a essere sottoposti ad analisi igienico-sanitarie e, se ritenuti sicuri, saranno destinati al consumo alimentare. La norma in questione è volta a consentire l’applicazione di misure di contenimento anche al di fuori dei normali ambiti di caccia, nei giorni di stop venatorio e nei periodo di divieto. Proprio per questo, le operazioni devono essere coordinate dai carabinieri forestali, che possono avvalersi di cacciatori riconosciuti, guardie venatorie e agenti di polizia locale.
Nonostante ciò, secondo Gianluca Boeri e Bruno Rivarossa, rispettivamente presidente di Coldiretti Liguria e delegato Confederale, ad oggi la situazione non sembra migliorata. «Continuiamo a versare in una situazione di grave ritardo – spiegano preoccupati – con misure non congrue e un numero di abbattimenti assolutamente inadeguato rispetto all’entità del problema. Tutti questi fattori hanno contribuito a peggiorare la situazione, rendendo ancor più pesante l’emergenza in cui tuttora versano i nostri territori. È un disastro economico, sociale e in termini di sicurezza, sia per l’agricoltura che per il turismo e tutti gli altri settori che si trovano coinvolti».
«È evidente che le istituzioni devono trovare una soluzione concreta per portare a termine tali operazioni, fondamentali per la sicurezza di cittadini, agricoltori e allevatori della Liguria. Le strategie finora messe in atto si sono rivelate poco o per nulla efficaci, rendendo la vita difficile ai cittadini, agli agricoltori e agli operatori del settore zootecnico, già vessati dalla crisi e dagli esiti del cambiamento climatico in atto. La Regione è stata già sollecitata lo scorso settembre anche dal ministero della Salute – concludono il presidente di Coldiretti Liguria e il delegato confederale – ad attuare quanto prima le misure previste dal piano integrato di eradicazione della psa, ma ancora nulla è stato fatto. Il territorio e la popolazione devono essere tutelati e la regione messa in sicurezza, senza se e senza ma».