Numeri in crescita, nonostante la crisi, per le startup femminili. In Italia a fine settembre 2022 risultavano attive 2 mila imprese innovative condotte da donne, 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019.
A cavallo dell’epidemia da Covid 19 le donne hanno dato vita a questa particolare tipologia di impresa, costituita nella forma di società di capitali, specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico.
Come mostrano i dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le innovatrici rappresentano il 13,6% del totale delle startup, una quota analoga a quella registrata tre anni prima (13,5%). Ma la loro crescita, in questo biennio, è stata notevole (+40%). A livello ligure la percentuale delle startup femminili è cresciuta ancora di più della media nazionale, passando dall’11% di settembre 2019 al 14,1% di settembre 2022.
Osservando i dati assoluti, tuttavia, i numeri delle imprese innovative femminili in Liguria sono contenuti: al 2022 risultavano attive 36 startup, in prevalenza attive nel settore dei servizi alle imprese (24).
La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete: «Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline Stem, oggi tanto ricercate dalle imprese».
Osservando il rapporto emerge che oltre il 70% delle 2 mila imprese femminili opera nei servizi alle imprese (1.455). Poco più del 15% invece nelle attività manifatturiere (306) e il 4,6% nel commercio (91). Quote residuali sono attive negli altri settori economici.
L’innovazione al femminile ha il suo cuore pulsante in quattro regioni, che concentrano più del 50% del totale delle imprese guidate da donne di questa tipologia: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia Romagna (143). In valori assoluti, invece, i saldi più consistenti si sono registrati in questi due anni in Lombardia, Lazio, Campania e Toscana.
L’aumento considerevole delle start up innovative va del resto di pari passo con il crescente impegno delle donne nei settori a maggior contenuto di conoscenza, come i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività finanziarie ed assicurative, le Attività professionali, scientifiche e tecniche, l’Istruzione e la Sanità e assistenza sociale, che oggi rappresentano quasi il 10% dell’universo femminile che fa impresa.
Nel complesso, a fine settembre 2022, le imprese femminili sono più di 1 milione 342 mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Tra i settori a maggior tasso di femminilizzazione le Altre attività dei servizi (in cui le imprese femminili sono oltre la metà), la Sanità e assistenza sociale (37,21%), l’Istruzione (30,92%), le Attività dei servizi di alloggio e ristorazione (29,21%), l’agricoltura (28,13%) e il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi alle imprese (26,54%).
Le imprese femminili sono inoltre più diffuse al Centro e nel Mezzogiorno, dove rappresentano oltre il 23% dell’imprenditoria totale, con punte del 27% nel Molise, del 26% in Basilicata. In Liguria a settembre 2022 risultavano attive 35.648 imprese condotte da donne, pari al 22,06% del totale.