I liberi professionisti in Liguria sono il 26,7% della forza lavoro indipendente, poco meno di 40 mila persone. Una percentuale in linea con quella del centro-Nord, anche se nelle regioni più terziarizzate si va oltre il 30% (Lazio e Lombardia).
La maggioranza sono uomini: le donne rappresentano solo il 29,7% del totale, mentre in regioni come Emilia-Romagna e Lombardia arrivano attorno al 39%. La differenza è ancora più evidente nella fascia di età 15-34 anni: in Liguria le donne non superano il 28,6% contro il 42,8% italiano e il 43,1% del Nord. Sarà per il gap nel reddito medio che vede un avvocato maschio iscritto alla cassa forense con una dichiarazione da 61.870 euro e un avvocato donna a 26.781 euro o un consulente del lavoro uomo con 82.506 euro, mentre per la donna il reddito medio è di 47.445 euro? Anche, ma siccome la differenza reddituale è presente anche in altre regioni, una tale differenza non appare giustificata solo da questo motivo.

I numeri sono emersi nel convegno “I professionisti nell’economia della Liguria”, organizzato da Confprofessioni Liguria e presentati da Paolo Feltrin dell’osservatorio libere professioni di Confprofessioni.
Peggio della Liguria, sulla quota delle libere professioniste, fanno Trentino Alto Adige (28,4%), Molise (27,6%), Campania (27,2%) e Calabria (27,2%).
«I liberi professionisti – afferma Feltrin – rappresentano una massa critica importante dell’economia ligure. Per affrontare le sfide sull’Information e communication technology e il futuro occorre avere un’alta percentuale di laureati e liberi professionisti». Invece, a quanto risulta dai numeri, i laureati sembrano scegliere sempre di più il lavoro dipendente: l’appeal è calato di 8 punti percentuali. Nel Nord Ovest nel 2014 il 26,6% era libero professionista a cinque anni dalla laurea, mentre nel 2021 la percentuale è scesa al 18%. Il Covid, però, ha colpito soprattutto i liberi professionisti con dipendenti.
In Liguria, inoltre, in dieci anni (2009-2019) il numero di liberi professionisti è rimasto sostanzialmente identico (+0,2%), mentre in Italia è aumentato del 25%. La forza lavoro in Liguria è composta da 445 mila dipendenti e 149 mila indipendenti, di cui 93 mila sono autonomi, 6 mila imprenditori 11 mila “altro” e circa 40 mila, appunto, professionisti.
In Liguria si ha un reddito medio superiore alla media nazionale: 38.168 euro nel 2021, con una variazione del +5% rispetto al 2020, tuttavia restano inarrivabili i 61.968 euro della Provincia Autonoma di Bolzano, i 43.999 della Lombardia, i 42.022 del Veneto. Liguria dietro anche Emilia-Romagna, Provincia di Trento, Friuli Venezia Giulia e Piemonte.
In effetti i professionisti in regime ordinario (ossia quelli che hanno i redditi più alti), sono il 36,9% del totale.
I redditi di chi è iscritto alla gestione separata sono rimasti gli stessi dal 2010 al 2019: attorno ai 24.800 euro. Una cifra leggermente inferiore alla media nazionale che nel 2021 era di 25.367 euro.
Colpisce, nei dati degli iscritti alle casse private, l’esiguità del reddito dei giornalisti: 9.509 il reddito medio.
Il 42,3% dei professionisti liguri è impegnato nelle “Attività professionali, scientifiche e tecniche” e il settore che conta il maggior numero di professionisti è “Commercio, finanza e immobiliare”.
Roberto De Lorenzis, presidente di Confprofessioni Liguria, commenta: «A volte si finisce per esercitare una professione perché non ci sono altre alternative e la tendenza è all’aggregazione che andrebbe favorita, invece oggi è svantaggiata. Dal punto di vista fiscale servirebbe una parità di trattamento, invece le aggregazioni sono penalizzate. Assunzioni di responsabilità sempre maggiori, inoltre, non rendono appetibile la libera professione». In Liguria, evidenzia De Lorenzis, sono solo 5 mila i liberi professionisti con dipendenti e un altro aspetto su cui riflettere è che laddove il pil è più alto, più alta è la presenza dei professionisti.