Il tempo stringe per la Sampdoria. Lo dice il suo bilancio 2021. Sono poco più di 39 milioni i debiti finanziari che sono esigibili entro l’esercizio successivo. La fine dell’anno si avvicina e la necessità di una nuova proprietà diventa impellente.
Analizzando l’ultimo bilancio in rapporto a quello 2020, i costi della produzione sono schizzati da 90 milioni nel 2020 a 100 milioni nel 2021, con una differenza negativa tra valori e costi della produzione che è aumentata proprio di 10 milioni: da 14 a 24 in un anno.
Il risultato prima delle imposte vede un passivo di 28,2 milioni, che migliora a 24,4 grazie a qualche perdita deducibile fiscalmente.
Preoccupa, secondo il professore Alberto Quagli, ordinario di Economia aziendale al dipartimento di Economia dell’Università di Genova, il fatto che il flusso di cassa continui a bruciare denaro: da un positivo di 11,4 milioni si è passati a un negativo di 6,2 milioni.
I debiti totali sono passati a 205 milioni e una buona parte sono a breve termine, cioè esigibili entro l’esercizio successivo: 15 milioni verso le banche, oltre a 23,9 milioni verso altri finanziatori. I debiti finanziari a breve termine ammontano a 39,6 milioni. In sostanza sono quei 40 milioni di cui si parla da tempo, ossigeno necessario per mandare avanti l’azienda.
«La gestione non genera cassa – evidenzia Quagli – ma continua a bruciarla. Serve un’iniezione di liquidità. Il discreto patrimonio netto, nel 2020 di 73 milioni e nel 2021 di 49 milioni, colpisce che sia derivato non da apporti di cassa, ma da rivalutazioni pari a 56 milioni. Sono operazioni del tutto legittime, sfruttando le possibilità espresse dalla legge 126 del 2020». La Sampdoria ha sospeso gli ammortamenti, registrando quindi a bilancio costi in meno che però poi dovranno prima o poi riemergere.
È probabile, afferma Quagli, che occorrerà fare parecchio calciomercato in uscita a gennaio per non affondare, tenuto conto che il proprietario non è in condizioni di immettere liquidità. «Occorre anche capire se la situazione non sia peggiorata, o migliorata, in questo 2022».
Emerge dunque che la Sampdoria è rimasta a galla solo grazie all’abilità degli attuali consiglieri di amministrazione, in particolare Alberto Bosco (per anni in Deloitte) e Gianni Panconi (partner EY). I due, insieme al presidente Marco Lanna e al vicepresidente Antonio Romei, hanno rassicurato sul fatto che la situazione non sia peggiorata rispetto a quando hanno preso in mano il timone su invito del trustee Gianluca Vidal (ricordiamo che la Sampdoria è inserita nel Trust Rosan). Il debito della Sampdoria è comunque certificato Sace e la società è riuscita a ottenere linee di credito sul medio-lungo termine, ma se non ci sarà l’intervento di un fattore esterno non potrà andare avanti così all’infinito.