Si è svolto oggi in Regione una riunione tecnica sulla peste suina africana alla quale hanno partecipato anche associazioni agricole, ambiti territoriali di caccia, associazioni venatorie e ad Anci per fare il punto sulla situazione.
«Dopo mesi e mesi di monitoraggi, di costi e di rischi non indifferenti per i cacciatori sotto tutti i punti di vista − spiega il vicepresidente con delega all’Agricoltura Alessandro Piana − non si può ulteriormente procrastinare la fase successiva alle recinzioni, di eradicazione della peste suina africana anche con modifiche sostanziali dei regolamenti di competenza regionale sul controllo e il depopolamento dei cinghiali».
La conta degli animali infetti sembra nel frattempo rallentare. All’11 agosto a fronte di 719 carcasse campionate se ne contavano solo 61 positive; alla data del 13 ottobre le carcasse campionate sono in totale 976 (+36%) mentre i casi di positività sono saliti a 65 (+6%).
«Continueremo a chiedere risposte ai ministeri: mi auguro di trovare finalmente un adeguato feedback con questo nuovo governo. Anzi, per essere più incisivi, insieme alle associazioni agricole, all’associazione nazionale comuni italiani Liguria, alle associazioni venatorie liguri e ai rappresentanti degli ambiti territoriali di caccia riuniti in presenza oggi stiamo costituendo un tramite comune con la struttura commissariale alla peste suina africana e con il ministero della Salute affinché venga rivista l’ordinanza commissariale n.4/2022 nelle parti di impedimento all’avvio delle modalità di depopolamento dei cinghiali nelle zone di restrizione derivanti dalla presenza del virus».
«Tra le azioni imminenti − continua Piana − abbiamo ricevuto larga condivisione sulle proposte di modifica delle modalità di controllo dei fondi agricoli già vigenti in Regione Liguria per dare maggiori elementi di tutela. In particolare, abbiamo proposto di aggiungere i cacciatori di selezione in affiancamento o sotto il coordinamento del Nucleo regionale di vigilanza faunistico ambientale negli interventi di depopolamento del cinghiale del Priu. In aggiunta gli interventi di controllo di autodifesa potranno essere condotti sui fondi agricoli in possesso o in conduzione e sui terreni confinanti, previo nullaosta scritto del proprietario o conduttore da trasmettersi all’amministrazione regionale».
Per poter dare ulteriori cambi di rotta operativi, per l’autoconsumo dei cinghiali abbattuti in zona I e II, la Regione Liguria sta già lavorando con le associazioni e i soggetti preposti al documento programmatico con i nuovi codici di comportamento. Intanto si rende noto che, nonostante il gran numero di volontari impegnati sul territorio (oltre 15.000 unità), le segnalazioni di carcasse positive al virus della psa sono state esclusivamente rinvenute nella zona di circolazione virale attiva compresa tra le barriere di contenimento.