Con la tecnologia attuale occorrerebbero 120 anni e più di 36 milioni di euro per eliminare una sola delle 5 isole di plastica presenti negli Oceani. Un progetto ambizioso ma possibile invece potrebbe rimediare in solo 5 anni utilizzando due navi. A questo progetto partecipa come partner anche il Rina (insieme a Breeze). L’idea è di Gaia First, società fondata da Gianni Valenti, un’organizzazione non governativa internazionale con sede a Parigi, ma con volontari in 25 Paesi del mondo, che sta raccogliendo donazioni a questo proposito.
Il progetto è stato illustrato la scorsa settimana alla Naples Shipping Week.
«Si tratta di utilizzare navi con unità di gassificazione per convertire la plastica raccolta in combustibile a zero emissione di carbonio che alimenterebbe le navi stesse − ha spiegato Valenti − ogni anno tra 5 e 13 milioni di tonnellate di plastica entrano nell’Oceano. Ogni anno si perdono nell’Oceano 640 mila tonnellate di attrezzatura usata nella pesca commerciale. Stiamo studiando la miglior tecnologia per individuare e raccogliere le macroplastiche fino a 3 metri profondità e convertirla in energia verde al ritmo di 25 tonnellate al giorno: combiniamo immagini radar, satellitari e gps per il percorso migliore, usiamo reti galleggianti e barriere a bolle d’aria».
Il vantaggio di questa tecnologia è che la nave può rimanere in mare perennemente, lavorando ventiquattro ore su ventiquattro per raccogliere la spazzatura e farne buon usoconvertendo la spazzatura in idrogeno verde o ammoniaca verde. Nel progetto attuale, la nave avrebbe tutta la tecnologia a bordo per trattare i rifiuti, trasformarli in gas e conservarli in sicurezza.
L’impatto sull’ambiente: 50 tonnellate al giorno di rifiuti plastici misti raccolti produrrano 7,5 tonnellate di idrogeno, 2.700 tonnellate all’anno.
Guido Chiappa, executive vicepresident del Rina commenta: «Le tecnologie esistono, ma occorrono essere integrate sulle navi con processi ad altissima temperatura e impongono attività che ci vedranno coinvolti in un prossimo futuro. Il Rina è disposto a supportare tutto questo».
Non è solo l’unico progetto del Rina legato ai problemi derivanti dall’inquinamento. Sempre alla Naples Shipping Week, la società che ha la sua sede principale a Genova ha presentato il progetto Engimmonia attraverso Andrea Pestarino, Strategic Development Financial Institutions Director. Gli sforzi sono in questo caso concentrati sul ruolo dell’ammoniaca come carburante alternativo per il futuro. L’ammoniaca (NH3) non contiene carbonio e pertanto non genera CO2 quando utilizzata in un motore a combustione interna. Rina è il coodinatore del progetto che coinvolgerà un consorzio e che mira a ridurre le emissioni del settore navale sia in area portuale sia in mare aperto sfruttando appunto l’ammoniaca come carburante.
Il consorzio del progetto (che comprende anche l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale) svilupperà e testerà innovativi sistemi di post-trattamento dei gas di scarico atti a ridurre le emissioni di N2O; soluzioni per la valorizzazione del calore di scarto dei motori di bordo (Whr); superfici in composito fotovoltaico da applicarsi su parti strutturali delle navi; sistema di gestione energetica e ottimizzazione operativa per minimizzare l’energia consumi ed emissioni.
Il Rina si occupa anche degli aspetti normativi, politici, infrastrutturali e di sicurezza e, in particolare, si occuperà di analizzare gli aspetti di salute e sicurezza e normativi a cui saranno soggette le tecnologie Engimmonia; definire i processi di classificazione navale e di autorizzazione di bandiera interessati dall’innovazione proposta; fornire linee guida per una valutazione completa del rischio sulla nave equipaggiata le varie soluzioni; sviluppare una roadmap verso la diffusione del concetto Engimmonia nell’Ue e al di fuori; eseguire e approfondire le attività di bunkering e rifornimento di ammoniaca nei porti, compreso uno studio specifico relativo a quello di Genova; sviluppare linee guida e un policy paper per la promozione di tecnologie abilitanti navi a zero emissioni sulla base dei risultati del progetto Engimmonia.
Il progetto terminerà nel 2025 e ha ottenuto finanziamenti europei nell’ambito del programma Horizon. Le applicazioni dei sistemi saranno studiate su un traghetto (Anek),
una nave portacontainer (Danaos) e una petroliera (Famous).