La prospettiva di una politica monetaria più accomodante da parte delle banche centrali e il ribasso del prezzo del gas naturale hanno spinto le borse europee che hanno chiuso tutte in forte rialzo. Ieri l’agenzia dell’Onu United Nations Conference on Trade and Development (Unctad) ha emanato un comunicato a latere della presentazione del suo report annuale, nel quale sottolinea come una eccessiva contrazione monetaria potrebbe innescare un periodo di stagnazione e instabilità economica per alcune nazioni. Secondo l’agenzia dell’Onu, ogni certezza riguardo la capacità delle banche centrali di abbattere i prezzi attraverso una dipendenza da tassi di interessi più alti, senza che questo generi una recessione, è da considerarsi una scommessa imprudente. Già la Reserve Bank of Australia ha alzato il costo del denaro soltanto di 25 punti base, la metà del previsto.
Milano segna +3,42%, Parigi +4,24%, Francoforte +3,78%, Madrid +3,14%, Londra +2,57%.
Spread Btp/Bund in moderata contrazione a 231 punti (variazione -0,48%, rendimento Btp 10 anni +4,18%, rendimento Bund 10 anni +1,88%).
A Piazza Affari il Ftse Mib registra solo un ribasso frazionale (Atlantia -0,04%) appena sotto il prezzo dell’opa che partirà lunedì, gli altri titoli del listino principale sono in rialzo, guidati da Moncler (+8,07%), in sintonia con tutto il settore europeo del lusso, dai finanziari (Nexi +6,43%) e da Stm (+5,41%.
Sul fronte energetico, lo stato delle riserve ha allentato i timori sulle forniture di gas naturale, spingendo il prezzo del contratto per novembre sulla piattaforma Ttf di Amsterdam fino a un minimo sotto quota 160 euro per megawattora. In rialzo il petrolio, in attesa dell’incontro di mercoledì dell’organizzazione dei paesi produttori dell’Opec+, che dovrebbe decidere un taglio dell’output, il più grande dall’inizio della pandemia nel 2020: il future novembre sul Wti sale del 3,61% a 86,65 dollari al barile, mentre il Brent per dicembre guadagna il 3,43% a 91,91 dollari.
Sul valutario, continua la risalita della sterlina dopo la rinuncia della premier Liz Truss ai tagli fiscali per i ceti più ricchi: la divisa britannica vale 1,1441 dollari (1,1330 ieri in chiusura). L’euro nei confronti del dollaro arriva a 0,9972 (da 0,9838) e vale 144,04 yen (142,75), mentre il dollaro/yen è a 144,39 (144,71).