Coldiretti ritiene necessario aumentare la superficie vitata in Liguria.
In vista della prossima Conferenza Stato-Regione relativa alla bozza del DM sulle autorizzazione per i nuovi impianti e per i reimpianti viticoli, che dovrebbe essere programmata già nel mese di ottobre 2022, Coldiretti Liguria ha esortato in via ufficiale il vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Liguria, Alessandro Piana, a portare all’incontro alcune richieste che, come associazione di categoria, ritiene possano essere di assoluta rilevanza per la nostra regione.
Secondo l’associazione la prima cosa su cui porre l’accento è la necessità di proporre l’istituzione di una quota minima di superficie da adibire ai nuovi impianti per ogni singola regione pari ad almeno 40 ettari, a prescindere dalla relativa superfice vitata regionale dell’anno precedente. Pur rispettando, dunque, i dettati normativi comunitari contenuti nel regolamento (UE) n. 1308/2013, che prevede esclusivamente il vincolo del rilascio di autorizzazioni all’impianto di nuovi vigneti nel limite massimo annuo dell’1% della superficie vitata nazionale, in questo modo si riuscirebbe a introdurre un sistema di perequazione nazionale con cui consentire alle regioni più piccole, come la Liguria, di avere a disposizione maggiori ettari da poter assegnare per i nuovi impianti, consentendo, così, davvero lo sviluppo maggiore di un settore che è assolutamente trainante per la nostra economia. Come secondo punto in elenco, Coldiretti ritiene si debba proporre e ottenere la possibilità di assegnazione alle regioni incapienti (vale a dire a quelle risultino avere richieste superiori all’assegnabile) delle quote di eventuali rinunciatari delle altre regioni, così che possano non andare perdute.
Infine, l’associazione ritiene importante istituire subito una banca dati regionale in cui inserire i terreni vitati incolti/abbandonati che attualmente risultano privi di denuncia di produzione, così da poter avere subito un’evidenza certa del dato reale e riuscire successivamente a valutare in che modo tali terreni possano essere eventualmente riassegnati ai soggetti che ogni anno fanno richiesta di autorizzazione di nuovi impianti.