Hanno chiuso in netto ribasso le Borse europee una seduta turbata da diversi fattori negativi, il prezzo del gas, l’attesa della stretta monetaria negli Usa, l’inflazione dilagante. Dopo una partenza in ribasso il metano ha oscillato per tutta la seduta concludendo, dopo l’annuncio dei referendum per l’annessione alla Russia nel Donbass, ad Amsterdam a 194 euro al megawattora, in aumento del 6% rispetto alla chiusura di ieri. La Federal Reserve domani si prevede che aumenti il costo del denaro di 75 punti per la terza volta consecutiva. La prospettiva ha frenato gli investitori e promosso la risalita dei rendimenti dei titoli di Stato: quello del Treasury Usa a dieci anni è al 3,59%, il decennale italiano ha toccato la soglia del 4,20%. In Europa si registrano prezzi alla produzione in Germania largamente sopra le attese (+7,9% ad agosto) mentre la Banca centrale svedese ha alzato il suo tasso principale di un intero punto, all’1,75%. Inoltre a Wall Street Ford Motor ha emesso un profit warning (-9%) a causa di costi extra nel terzo trimestre da un miliardo di dollari.
Madrid segna -1,5%, Parigi-1,3%, Francoforte -1%, Londra -0,6%, Milano -1,66%. La Borsa di Mosca cede il 7% dopo l’annuncio delle date in cui si terranno i referendum per l’annessione di alcuni territori ucraini controllati dalla Russia.
Invariato lo spread Btp/Bund su 226 punti (rendimento Btp 10 anni +4,20%, rendimento Bund 10 anni +1,94%).
A Piazza Affari in generale ribasso il risparmio gestito, i bancari e gli assicurativi, con Banca Generali -5,9% nel giorno in cui la società ha siglato un accordo da circa 46 milioni di euro con l’Agenzia delle Entrate per chiudere la vertenza sul transfer pricing, Mediolanum -4,53%, Fineco -4,02%. In calo anche Telecom (-3,89%).
Sul fronte dei cambi, l’euro scende a 0,9987 dollari (da 1,0006 ieri in chiusura) e vale 143,58 yen (143,37), dollaro-yen a 143,74 (143,27).
In discesa il petrolio: Wti di novembre a 83,7 dollari (-1,9%), Brent a 90,5 dollari (-1,5%).