Non è bastato il rallentamento del rialzo del gas (-10,5% a 237 euro al megawattora, dopo essere sceso a un minimo di giornata di 232 euro, grazie all’apertura della Germania a un possibile tetto in area Ue) alle borse europee per riacquistare fiducia, i dati sull’inflazione (+9,1% nell’Eurozona, +8,4% in Italia, il massimo dal 1985) e il taglio delle stime di crescita mondiale di Moody’s per il 2022 e 2023 hanno depresso i listini, che hanno chiuso in ribasso. Parigi segna -1,37%, Francoforte -0,97%, Londra -1,05%, Madrid -,1%, Milano -1,22%.
Lo spread Btp/Bund si è attestato a 234 punti (variazione +0,99%, rendimento Btp 10 anni +3,87%, rendimento Bund 10 anni +1,53%).
A Piazza Affari il tema della tassazione degli extraprofitti ha penalizzato Eni (-3,35%), già frenata dal calo del petrolio, arrivato a cedere quasi il 3% (ora -1,56% a 90,11 dollari al barile per il Wti ottobre e -2,8% a 96,53 dollari per il Brent di pari scadenza). In fondo al listino principale anche le utility, con Hera (-6,02%), Terna (-4,36%), A2A (-3,58%). In testa al Mib si è piazzata Unicredit (+4,48%), che ha ottenuto l’ok dalla Bce per la seconda tranche di riacquisto azioni per un miliardo di euro.
Sul valutario l’euro è a 1,005 dollari (da 1,0014 dollari ieri in chiusura) e vale anche 139,36 yen (da 138,98 yen). Il cambio dollaro/yen è a 138,64 (da 138,84).