L’accordo Letta-Calenda è stato accolto con favore dagli esponenti liguri di +Europa e Azione. Mauro Gradi, unico membro ligure della Direzione nazionale di +Europa, dichiara: «Un buon accordo, non da cespuglio ma da forza autonoma con pari dignità, a cominciare dal 30% dei collegi uninominali di un grande fronte repubblicano che ha il suo comune denominatore nell’Agenda Draghi che, senza gli egoismi sovranisti della Destra e il populismo dei 5Stelle, potrà essere migliorata e sviluppata nell’interesse degli italiani».
«Non si poteva correre il rischio di consegnare l’Italia a una destra che ci porterebbe a fare la fine del Venezuela – spiega Roberto Donno, segretario regionale ligure di Azione – e del resto con il Pd abbiamo fatto patti chiari, sia per quanto riguarda i collegi uninominali sia sul programma». Secondo Donno l’alleanza premierebbe Azione e +Europa anche in termini di consensi elettorali: «Dall’ultimo sondaggio Ghisleri realizzato per noi risulta: 9,5% in alleanza Pd, 8,7% da soli, 8,2% con Renzi».

C’è il rischio che se la coalizione di centrosinistra vincesse si troverebbe poi divisa al suo interno come era avvenuto nei governi Prodi. «Noi nella campagna elettorale – precisa Donno – martelleremo sull’agenda Draghi, vedremo cosa succederà». In effetti, l’alleanza del Pd con Azione e +Europa e il riferimento all’agenda Draghi hanno già messo in difficoltà la sinistra. È saltato l’incontro tra i vertici di Pd, Sinistra Italiana e Verdi/Europa Verde. Ieri, i leader dell’Alleanza Verdi Sinistra, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, avevano chiesto un vertice al segretario del Pd Enrico Letta, dopo l’accordo raggiunto con Azione e + Europa. «Registriamo comunemente – si legge in una nota di Europa Verde e Sinistra Italiana – un profondo disagio nel Paese e in particolare nel complesso dell’elettorato di centrosinistra che ha a cuore la difesa della democrazia, la giustizia climatica e sociale. Essendo cambiate le condizioni su cui abbiamo lavorato in questi giorni, sono in corso riflessioni e valutazioni che necessitano di un tempo ulteriore». E il segretario di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni in un’intervista alla Stampa ha precisato: «Se qualcuno pensa che l’ agenda programmatica della coalizione sia l’agenda Draghi non ci sarà l’alleanza con Sinistra e Verdi».

L’alleanza di Azione con il Pd cosa comporta per gli esponenti del partito di Calenda eletti nella lista Genova Domani che sostiene la giunta di Marco, Bucci, di centrodestra, Lorenzo Pasi e Federico Barbieri? Abbiamo raggiunto solo Pasi, ma Barbieri dovrebbe essere d’accordo con il suo compagno di partito. «Non cambia nulla per me – dichiara Pasi – sono nella lista Genova Domani e mi interessa realizzarne il programma. E sono iscritto ad Azione. Genova Domani non ha nulla a che fare con le coalizioni nazionali».

Gli esponenti liguri di Italia Viva sono caustici, come il loro leader Renzi. «Avrei pensato che non fosse possibile – scrive su Facebook a proposito di Calenda la parlamentare spezzina di Italia Viva Raffaella Paita – evidentemente la coerenza non è un valore che porta con sé, è convenienza, lo ha detto lui stesso».

Ma c’è, all’interno del centrosinistra, chi vede ancora una possibilità di accordo tra Calenda e il suo ex presidente del consiglio. Se prendete i giornali di due giorni fa – ha dichiarato alla Nazione Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana – si parlava di un accordo con Calenda che non sarebbe mai accaduto perché era una posizione di centro alternativo sia alla destra che alla sinistra: avete visto poi che le vie della politica prima del deposito delle liste portano a esiti imprevedibili, io spero che accada anche con Renzi».