Per difendersi dalle ondate di calore e inquinamento, ogni italiano dispone in media di appena 31 metri quadrati di verde urbano e la situazione nei grandi centri abitati è davvero preoccupante. Questo quanto emerso dall’analisi della Coldiretti relativa ai dati Istat in riferimento all’allarme per l’arrivo di una nuova ondata africana, con temperature di 10 gradi superiori alla media.
Secondo uno studio di OpenPolis pubblicato dal Ministero della transizione ecologica, Genova è la Città metropolitana con la più alta quota del proprio territorio ricoperto di alberi (72%). «Sulla base di quanto registrato dai dati Istat 2021 – spiega il presidente di Coldiretti Liguria, Gianluca Boeri – attualmente Genova è la città italiana, tra quelle metropolitane (14 in totale), con maggior presenza di verde entro il proprio territorio. La Città Metropolitana di Genova ha circa 105 metri quadri di verde urbano per abitante, a fronte di una media nazionale di poco al di sotto dei 34. Si parla di un totale di 132.613 ettari di superficie arborea rispetto ad un’estensione totale di 183.375 ettari. Al suo interno, infatti, si trovano boschi (52%), aree dedicate all’agricoltura (16%) e al verde urbano (2%) e altre aree verdi (0,4%), tra cui anche terreni ancora inutilizzati. Ma non solo: è tuttora in corso un nuovo piano del verde, in base al quale è prevista la piantumazione di ben 20mila alberi in più rispetto alla situazione attuale».
In una situazione di cambiamenti climatici repentini, con ondate di calore sempre più intense e persistenti, la presenza e la gestione del verde urbano è strategica dicono da Coldiretti. A causa del fenomeno dell’isola di calore urbana, come sottolinea anche l’Istituto superiore di sanità, le persone che vivono nelle grandi città presentano un rischio maggiore di mortalità in condizioni di elevata temperatura e umidità rispetto a coloro che risiedono in ambienti sub-urbani o rurali. Il caldo è fra le calamità meteorologiche più letali al mondo: secondo l’ultimo report dell’Agenzia europea dell’ambiente è responsabile di ben 9 morti su 10, quasi 140mila vittime negli ultimi 30 anni nei soli Paesi UE.
Un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Maggiore è la copertura verde, maggiori sono i benefici per la salute della popolazione e maggiori sono le possibilità di difendersi contro la canicola estiva.
«Gli alberi – dice il delegato Confederale Bruno Rivarossa – rinfrescano gli ambienti in cui si trovano grazie sia all’ombreggiatura cui danno vita che ai processi di traspirazione e fotosintesi del fogliame, finendo, così, per diventare dei grandi “condizionatori” naturali. Non a caso, un’area verde urbana di 1.500 metri quadrati raffredda la temperatura in media di 1,5 gradi, riuscendo a propagare i propri effetti positivi anche a decine di metri di distanza. Ma non solo. Oltre ad essere una barriera anti-afa, le piante combattono anche l’inquinamento, considerato, secondo l’indagine Coldiretti/Ixe, dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale».
Una pianta adulta è capace di catturare dall’aria tra i 100 e i 250 grammi di polveri sottili. Un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. «Bisogna intervenire in modo strutturale – continua Rivarossa – ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato, promuovendo la piantumazione di essenze adatte alle condizioni climatiche e ambientali di ciascun territorio».
«Per queste ragioni, Coldiretti e Federforeste hanno elaborato un progetto, inserito nell’ambito del Pnrr – conclude il presidente ligure – per piantare nei prossimi 5 anni milioni di alberi all’interno delle aree rurali e metropolitane italiane. Tra queste, il progetto prevede altresì la realizzazione di boschi nelle vaste aree delle 14 città metropolitane del Paese, per una superficie totale pari a 6.600 ettari. In questo modo si punta a dar vita a delle vere e proprie foreste urbane, con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura a elevata produttività e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali».