Indicatori ancora in aumento in Liguria sui contagi Covid. Secondo il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe, in Liguria sono 598 i casi attualmente positivi per 100 mila abitanti, +61,7% rispetto alla settimana precedente. Fuori soglia i posti letto in area medica occupati da pazienti Covid: 9,5%.
Nuove varianti. La flash survey dell’Istituto Superiore di Sanità condotta su campioni del 7 giugno conferma l’aumentata prevalenza delle sotto-varianti BA.4 e BA.5, rispettivamente all’11,4% (range 0-32,3%) e al 23,2% (range 8-100%), a scapito della BA.2 che scende al 63% (range 0% – 85,7%).
«Gli ampi margini di incertezza – spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – sono determinati da un campionamento statistico insufficiente che, insieme alla cadenza mensile della flash survey, indicano che le attività di sequenziamento nel nostro Paese non sono state adeguatamente potenziate per rispondere tempestivamente alla diffusione di nuove varianti».
Al momento evidenze e dati confermano che BA.4 e BA.5 non si associano a una maggior gravità della malattia Covid-19, ma sono più trasmissibili di BA.2 e hanno una maggior capacità di evadere la protezione immunitaria da vaccino e da pregressa infezione, aumentando la probabilità di reinfezione.
«L’eventuale impatto sui ricoveri ospedalieri delle nuove varianti – commenta Cartabellotta – dipende dall’entità nell’aumento dei casi, oltre che dai tassi di copertura vaccinale della popolazione con tre dosi, o quattro nelle persone vulnerabili».
Reinfezioni. Secondo l’ultimo report dell’Istituto Superiore di Sanità, nel periodo 24 agosto 2021-12 giugno 2022 sono state registrate in Italia oltre 532 mila reinfezioni, pari al 4% del totale dei casi. La loro incidenza nella settimana 9-15 giugno si è attestata al 7,4% (n. 13.152 reinfezioni), in aumento rispetto alla settimana precedente (6,3%). «Il rischio di reinfezione – spiega Cartabellotta – è maggiore per alcune categorie: le persone d’età 12-49 anni rispetto agli over 50, le donne rispetto agli uomini, le persone con prima diagnosi di Covid-19 notificata da oltre 210 giorni, le persone non vaccinate (che presentano il rischio maggiore di reinfezione) o vaccinate con almeno una dose da oltre 120 giorni, gli operatori sanitari rispetto al resto della popolazione».
Vaccini. La Liguria è terza per tasso di copertura vaccinale sulle quarte dosi in over 80, fragili 60-79 anni e ospiti Rsa: 26,3%. Sulle persone immunocompromesse è più indietro in classifica, anche se la percentuale è più alta (29,1%).
Non ha ricevuto la terza dose di vaccino il 18,1% dei liguri: il 14,5% è attualmente vaccinabile, mentre il 3,6% è guarito da meno di 120 giorni. Nella fascia 5-11 anni hanno completato il ciclo vaccinale il 27,1% della popolazione, mentre il 2,9% attende la seconda dose.
I dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che l’efficacia dei vaccini sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 40,8% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 45,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 55,2% dopo il richiamo;
l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 69,2% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 71% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire all’86,5% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 4,3-59,8%): fanno eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +22,6% rispetto ai non vaccinati e la fascia 40-59 con un +10,4%. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 24-78,9% per ricoveri ordinari; del 42,1-85% per le terapie intensive) e decesso (del 42,5-88,4%).
«La progressiva diffusione delle varianti BA.4 e BA.5 – dice Cartabellotta – ha contribuito a una netta ripresa della circolazione virale in tutto il Paese con effetti già evidenti anche sugli ospedali: in particolare, in area medica dove in 10 giorni si registra un incremento di oltre 700 posti letto occupati da pazienti Covid. Di conseguenza, la Fondazione Gimbe invita alla cautela per almeno tre ragioni. Innanzitutto il numero dei positivi (circa 600 mila) è largamente sottostimato per il massiccio utilizzo dei tamponi fai-da-te con notifica parziale dei test positivi; in secondo luogo, è impossibile stimare l’entità di questa risalita d’inizio estate e i tempi per raggiungere il picco; infine, lo stallo della campagna vaccinale ha generato una popolazione attualmente suscettibile all’infezione molto estesa: 4,03 milioni di non vaccinati, 5,51 milioni senza terza dose e 4,05 milioni di persone vulnerabili senza quarta dose. Di conseguenza, in questa fase della pandemia è fondamentale ridurre la circolazione virale, in particolare indossando la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco ventilati e in condizioni di grandi assembramenti anche all’aperto. Le Istituzioni, dal canto loro, devono potenziare la campagna vaccinale in tutte le persone a rischio di malattia grave, aumentando la copertura con la terza dose negli over 50 e con la quarta dose in tutte le persone vulnerabili incluse nella platea. Last not but least, evitare di disorientare la popolazione con proposte antiscientifiche e rischiose per la salute pubblica, quale l’abolizione dell’isolamento per i positivi».