Presentato oggi il progetto Una medicina a quattro zampe a cura dell’Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell’Istituto Giannina Gaslini in collaborazione con l‘associazione Progetto Islander onlus e con il supporto di Intesa Sanpaolo.
Il progetto è nato per portare nei luoghi di cura la serenità semplice e spontanea di cavalli, pony e asinelli salvati dall’associazione, riabilitati e inseriti all’interno dei percorsi di Ri.abilitiamoci, dedicati a tutte le persone fragili. All’interno del reparto di Neuropsichiatria verranno proposti percorsi adeguati e plasmati secondo le esigenze dei pazienti coinvolti: con questa iniziativa i bambini potranno conoscere e occuparsi del pony Arturo, dell’asinello Salvo e della cane Ciska, con il supporto delle professionalità coinvolte, sia in ambito clinico sia in interventi assistiti con gli animali. Le valutazioni mediche parallele dei bambini e delle loro necessità e quelle effettuate per i cavalli creeranno sinergie efficaci per trasformare la sofferenza in nuove energie.
«Gli interventi assistiti con animali migliorano la qualità della vita, restituendo dignità alla persona, garantendo opportunità di socializzazione, confronto e uscita dall’isolamento – spiega Lino Nobili, direttore UOC Neuropsichiatria dell’Istituto G. Gaslini – La relazione con l’animale costituisce fonte di conoscenza, di stimoli sensoriali ed emozionali; tali attività promuovono nella comunità il valore dell’interazione uomo-animale, per il reciproco benessere. Questi interventi possono davvero aiutarci ad aprire una porta verso il mondo interiore dei nostri ragazzi, soprattutto i lungodegenti, in cura per disturbi della sfera fisica, neuro e psicomotoria, cognitiva, emotiva e relazionale. In particolare gli animali che partecipano al progetto, hanno un passato di fragilità e sofferenza (maltrattamento o abbandono) e pertanto presentano un’ulteriore sensibilità nel rapporto empatico anche con le fragilità umane».
L’Associazione Progetto Islander Onlus si occupa di salvare e tutelare equidi vittime di maltrattamenti e abbandoni. Per poter effettuare in modo funzionale questa attività è indispensabile progettare ogni aspetto che compone e caratterizza gli interventi di tutela dei cavalli e le fasi di recupero, riabilitazione adozione per ricondurre gli animali alla libertà psicofisica, diritto di ogni creatura.
«Nel cuore dell’Associazione Progetto Islander Onlus si è sviluppato il Progetto Ri.Abilitiamoci: l’incontro e la reciproca riabilitazione tra animali e persone fragili – spiega Nicole Berlusconi, presidente dell’Associazione – La profonda sofferenza che accomuna persone fragili e cavalli maltrattati è caratterizzata spesso dall’impossibilità di verbalizzare e comunicare le proprie necessità, bisogni e desideri. Ri.Abilitiamoci si fonda su percorsi paralleli di valutazione mediche e di costruzione di percorsi abilitativi e riabilitativi che si uniscono nell’attuazione di un reciproco aiuto: la persona fragile aiuta il cavallo e il cavallo aiuta la persona fragile».
Vanni Oddera, sull’impronta della mototerapia e i benefici che ha portato nei reparti e negli ospedali, è stato il trait d’union tra Progetto Islander e Ospedale Gaslini: «Sono sempre alla ricerca di nuovi modi di portare gioia e distrazione ai piccoli ricoverati del Gaslini, in questo caso aprendo le porte anche ai nostri amici a 4 zampe, per riuscire a portare un po’ di normalità e felicità nei reparti, come sto facendo con la moto da 6 anni».
Per Intesa Sanpaolo, sponsor del progetto, l’attenzione alle persone, al loro benessere, alle specificità di ognuno si concretizza con il sostegno a numerose iniziative benefiche. Questo progetto avvicina i piccoli del Gaslini agli animali offrendo momenti di serenità e sollievo.
Gli interventi assistiti con gli animali rappresentano un approccio innovativo di supporto alla riabilitazione psichiatrica e ai disturbi del neurosviluppo, grazie alla sollecitazione degli aspetti emozionali e delle abilità motorie. La capacità degli animali e in particolare dei cani di sviluppare un complesso sistema comunicativo non verbale con gli esseri umani è alla base della loro capacità di agire sul sistema emozionale umano.
Poiché molti disturbi psichiatrici hanno alla base una difficoltà nella produzione o nell’espressione delle emozioni, il cane riesce a coadiuvare terapie più tradizionali grazie alla sua abilità di facilitare le interazioni sociali, aiutando l’espressione delle emozioni e facilitando meccanismi di “coping” (adattamento) nei confronti di fattori di stress.
«Mentre l’utilizzo della relazione con il cane può essere di valido aiuto in patologie che hanno come ambito la salute mentale, al fine di ridurre sintomi di ansia, depressione o solitudine, gli elementi più caratterizzanti della riabilitazione equestre – per es. la sollecitazione motoria ritmica – fanno del cavallo un importante ausilio in pazienti con disturbi motori o posturali. La relazione emozionale che si viene a instaurare con il cavallo e la forte stimolazione che esso provoca dal punto di vista sensoriale e cognitivo fanno sì che esso possa venir utilizzato con ottimi risultati nei disturbi del neurosviluppo caratterizzati da ritardo cognitivo o da deficit nella lettura delle emozioni, quali i disturbi dello spettro autistico, o in patologie psichiatriche complesse, quali la schizofrenia, con effetti benefici su funzioni adattive ed esecutive», spiega Antonella Artuso, responsabile del Progetto Riabilitiamoci all’interno di Progetto Islander.
Le attività si svolgeranno a cadenza mensile negli spazi esterni della Neuropsichiatria Infantile dell’Istituto da luglio 2022 a marzo 2023, e verranno coordinate da un referente psicologo- psicoterapeuta e coadiuvate dagli operatori sanitari, interni al reparto di Neuropsichiatria Infantile dell’Istituto (Terapista della Riabilitazione Psichiatrica, Infermiere e/o Operatore Socio-Sanitario) e operatori dell’Associazione e coadiutori dell’animale. La responsabile del progetto è Paola Cimellaro, psicologa dell’U.O.S.D. Psicologia, in collaborazione con l’U. O. C. di Neuropsichiatria Infantile; i collaboratori sono le psicologhe Serena Rebora, Deborah Preiti, Maria D’Apruzzo dell’U.O.S.D. Psicologia in collaborazione con l’U.O.C. Neuropsichiatria Infantile.
Risultati attesi e valutazione di esito: è atteso un incremento delle capacità di regolazione emotiva attraverso il riconoscimento e l’espressione delle emozioni, un aumento dell’attivazione di processi di decentramento emotivo e di partecipazione affettiva e dei processi di meta-cognizione sollecitando la produzione di pensieri relativi al sé ed all’esperienza vissuta. Incremento delle capacità di relazione interpersonale anche a fronte delle conseguenze relative al periodo pandemico, attraverso la promozione della cooperazione tra individui e la divisione dei ruoli. Incremento dell’autonomia personale, la stima di sé e il senso di sicurezza.
Si prevedono tre tipi di valutazione: iniziale cono la predisposizione di una scheda di rilevazione da somministrare e compilare a cura del paziente prima dello svolgimento delle attività, una valutazione in itinere e una finale con risomministrazione della scheda di valutazione iniziale. Prevista infine una valutazione conclusiva del progetto attraverso l’analisi qualitativa degli strumenti utilizzati che verrà realizzata in termini di efficacia, in funzione della qualità dei risultati ottenuti in relazione alle ricadute positive sull’utenza ed efficienza, in rapporto alle risorse disponibili e ai risultati ottenuti.