In lieve aumento, in Liguria, l’incidenza delle famiglie in condizioni di povertà relativa: secondo l’ultimo report dell’Istat, tra il 2020 e il 2021 tale valore passa dal 6,9% al 7,1%.
Gli andamenti degli indicatori di povertà relativa sono il frutto della dinamica della spesa per consumi delle famiglie appartenenti alle diverse classi di spesa familiare. Nel 2021, si legge sull’analisi dell’Istituto, l’incremento relativamente contenuto della spesa delle famiglie meno abbienti e la crescita più consistente per le famiglie con alti livelli di consumo (che, al contrario, nel 2020, avevano registrato riduzioni più marcate) favoriscono un aumento generalizzato dell’incidenza di povertà relativa, ampliando la distanza tra le famiglie che spendono di più e quelle che spendono di meno.
In Italia le famiglie in condizioni di povertà relativa sono circa 2,9 milioni (l’11,1%, contro il 10,1% del 2020) per un totale di quasi 8,8 milioni di individui (14,8%, contro il 13,5%).
A livello territoriale, nel Nord l’incidenza di povertà relativa si attesta al 6,5%, con valori simili nel Nordovest rispetto al Nord-est (rispettivamente, 6,4% e 6,6%), al Centro è del 6,9% mentre nel Mezzogiorno, dove il peggioramento è più deciso, è pari al 20,8% dal 18,3% (più vicina al valore del 2019, 21,1%).
Su scala regionale, Puglia (27,5%), Campania (22,8%) e Calabria (20,3%) sono le regioni che registrano valori più elevati dell’incidenza, mentre Trentino-Alto Adige (4,5%), Friuli-Venezia Giulia (5,7%) e Lombardia (5,9%) presentano i valori più bassi, in tutti i casi, non significativamente diversi dallo scorso anno, a eccezione della Puglia, quando era pari al 18,1%.
Nel 2021, l’incidenza di povertà relativa cresce per le famiglie residenti nei Comuni fino a 50 mila abitanti (12% dal 10,8% del 2020), in particolare nel Mezzogiorno (21,2% da 18,3%), dove è in aumento anche nei Comuni centro delle aree metropolitane (22,6% da 18,1%).