Il monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe rileva nella settimana 20-26 aprile 2022 casi in aumento e numeri fuori soglia per quanto riguarda i posti letto in Liguria.
1.142 i casi attualmente positivi per 100 mila abitanti. 19,4% in più i nuovi casi rispetto alla scorsa settimana. I posti letto in area medica occupati da pazienti Covid sono il 20,6%, mentre quelli in terapia intensiva il 7%.
Per quanto riguarda i vaccini la Fondazione Gimbe evidenzia come tra gli over 5 anni in Liguria il 7,7% della platea vaccinabile non abbia ricevuto nessuna dose al netto dei guariti, mentre i guariti da meno di 180 giorni sono il 5,2%. Il dato è superiore alla media nazionale.
Per quanto riguarda la terza dose di vaccino il 17,4% dei liguri non l’ha ricevuto. Di questi perché il 10,9% è guarito da meno di 120 giorni, mentre il 6,5% sarebbe attualmente vaccinabile.
A rilento la somministrazione delle quarte dosi sulle persone immunocompromesse (4,7%), mentre per la categoria over 80, ospiti rsa e fragili over 60, la Liguria è al quarto posto con il 3,5%.
«Il clamoroso flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – deve far riflettere le istituzioni, in particolare considerata l’ulteriore estensione della platea ad altri 4,2 milioni di persone tra le quali arrancano le somministrazioni. Innanzitutto serve un’incisiva campagna d’informazione sia per sensibilizzare la popolazione a rischio di malattia grave sull’efficacia del secondo richiamo, sia per contrastare il generale senso di “stanchezza” nei confronti della campagna vaccinale. Ma l’informazione da sola non basta: deve essere integrata con strategie di chiamata attiva, visto che le Asl dispongono di tutti i dati delle persone inserite nella platea».
Sull’efficacia i dati dell’Istituto Superiore di Sanità dimostrano che: l’efficacia sulla diagnosi rimane sostanzialmente stabile dal 45,3% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 47,1% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 63,7% dopo il richiamo;
l’efficacia sulla malattia severa rimane sostanzialmente stabile dal 72,5% per i vaccinati con due dosi entro 90 giorni al 73,9% per i vaccinati da più di 120 giorni, per poi salire al 89,9% dopo il richiamo.
Complessivamente nelle persone vaccinate con ciclo completo (più eventuale dose di richiamo), rispetto a quelle non vaccinate, nelle varie fasce d’età si riduce l’incidenza di diagnosi (del 14,9-56,6%): fa eccezione la fascia 5-11 anni per la quale le diagnosi tra i vaccinati segnano un +25,2% rispetto ai non vaccinati. In tutte le fasce di età si riduce soprattutto l’incidenza di malattia grave (del 30,3-81,9% per ricoveri ordinari; del 59,2-85,7% per le terapie intensive) e decesso (del 59,2-89,9%).
«Con il 1° maggio alle porte – conclude il presidente – i dati dimostrano che la circolazione del virus, già molto elevata, è addirittura in aumento rispetto alla scorsa settimana. La media dei nuovi casi giornalieri è risalita a quasi 62 mila, il tasso di positività dei tamponi molecolari ha superato il 18% e il numero di positivi, ampiamente sottostimato, supera quota 1,23 milioni. Con questi numeri, se è ragionevole mandare in soffitta il green pass che ha ormai esaurito definitivamente il ruolo di “spinta gentile” alla vaccinazione, sarebbe una follia abolire l’obbligo di mascherina nei locali al chiuso, in particolare se affollati e/o scarsamente aerati, e sui mezzi pubblici».