Firmati questa mattina in prefettura a Genova i due protocolli di legalità sui lavori della nuova Diga foranea e del ribaltamento a mare alla presenza del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.
«Le risorse del Pnrr saranno tante e c’è bisogno di un grande controllo che non vadano a finire in mani sbagliate» ha detto il ministro, come riportato dall’Agenzia Dire. «C’è la necessità di contrastare non solo le attività della criminalità organizzata, ma delle attività corruttive che, in occasioni come queste, si presentano regolarmente», ha ribadito il ministro.
«Se pensiamo al ponte Morandi, alle opere fatte in deroga che hanno comunque garantito tutti i controlli necessari, Genova rappresenta un modello», aggiunge Lamorgese. Questo metodo, prosegue il ministro, è stato utilizzato «come governo anche durante il periodo della pandemia quando c’era necessità di dare risorse ai Comuni, con i decreti ristoro. Abbiamo ritenuto di darli, salvo poi fare controlli successivi che hanno consentito anche di trovare degli episodi di corruzione o di criminalità dietro. Vuol dire che la celerità è assolutamente necessaria, ma mai bisogna recedere rispetto a quelli che sono i controlli necessari e i controlli antimafia».
Il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti dice: «Ringrazio il ministro Lamorgese per la sua visita a Genova e per aver firmato un protocollo che sottolinea l’importanza delle opere che si stanno realizzando. Con orgoglio la nostra città sta trainando la voglia di ripresa di questo paese: basta vedere i cantieri aperti del porto, del waterfront, la logistica con il terzo valico. Genova è il primo esempio che si può fare presto, bene e in modo onesto, senza rinunciare ai controlli sulla legalità con cantieri sani, efficienti e controllati. Ponte Morandi sintetizza tutto il lavoro fatto in Liguria, in sinergia tra le istituzioni».