In Liguria oltre una persona su tre vive sola, priva di un caregiver in famiglia, e quasi la metà degli over 75 soffre di più patologie croniche e gravi limitazioni. Il quadro emerge dal rapporto Censis-Janssen sulla Sanità Italiana, presentato in occasione della prima edizione dell’Italian Health Day, che si è tenuto pochi giorni fa nella sede del ministero della Salute a Roma.
Dall’analisi emerge come le forme familiari si siano evolute nel tempo e oggi quella più numerosa sia la famiglia unipersonale: gli abitanti della Liguria che vivono soli sono il 42,8% e più della metà di loro (il 58%) è over 60. Inoltre, l’invecchiamento della popolazione porta a una moltiplicazione di patologie invalidanti e cronicità, che generano alti fabbisogni sociosanitari e di assistenza: in Liguria, quasi la metà degli over 75 ha multicronicità e limitazioni gravi (45,3%). In quest’ottica, secondo il rapporto, si rende sempre più necessario il passaggio da una medicina riparativa a una attiva di prevenzione. Questo includerà non solo il recupero delle visite mancate durante il periodo Covid (-48,1% screening di prevenzione oncologica e -48,6% relative diagnosi in Liguria), ma anche una più alta adozione di stili di vita salutari per innalzare le persone in buona salute che, in Liguria, sono il 70,6%.
Il rapporto racconta anche la sanità del futuro per come è auspicata dai cittadini: collaborativa, su misura e spinta dall’innovazione. Caratteristiche indispensabili per rispondere alle esigenze della popolazione che, come dimostrano i trend demografici, sta invecchiando, con un conseguente aumento delle cronicità e dei bisogni assistenziali.
Secondo gli italiani, la sanità del futuro dovrà essere sempre più paziente-centrica e su misura: il 94,3% auspica una maggiore personalizzazione di cure, con il 92,9% che si aspetta che i percorsi di cura, dal domicilio, al territorio fino agli ospedali, siano modulati sulle esigenze personali del paziente.
I cittadini hanno evidenziato anche il ruolo chiave dell’innovazione, decisiva per migliorare la cura, i percorsi assistenziali e le difese dalle nuove emergenze. Sono oltre 9 su 10 le persone che hanno fiducia nei ricercatori scientifici (90,9%) e altrettanti coloro i quali ritengono che la spesa pubblica in ambito salute rappresenti un investimento e non un costo (93,7%). Tanto per la sperimentazione scientifica quanto per garantire che le cure arrivino velocemente ai pazienti risulta però essenziale la cooperazione tra Stati e imprese del farmaco (90,1%), le quali godono della fiducia di ben 2 italiani su 3 (66,4%). Gli innovatori, incluse le imprese, non sono più percepiti come una componente esterna della sanità, ma attori decisivi che permettono di ottimizzare l’impatto sulla salute e la qualità della vita dei pazienti.