Più dialogo e un confronto sul fabbisogno di manodopera specializzata. Questa la richiesta unanime lanciata oggi dal mondo della nautica ligure alle istituzioni, in occasione di “Road to Expo Dubai – Nautica, la grande bellezza della Liguria”, l’evento organizzato dalla Regione e Liguria International in vista della partecipazione della Liguria all’Expo di Dubai.
La formazione specializzata è un tema cruciale per le imprese della nautica, ma non solo. «Riguarda tutte le aziende italiane, in particolare la manifattura di alta gamma, che evidentemente sta vivendo e soffrendo la mancanza del ricambio generazionale – sostiene Giovanna Vitelli, vicepresidente di Azimut Benetti Group – Abbiamo bisogno di falegnami, meccanici e altre figure, ma con competenze nautiche. Serve una “curvatura” negli studi, che possa sfornare dei giovani specializzati e quindi servire al nostro comparto. I numeri dicono che siamo un settore rilevante, quindi penso sia facile trovare una soluzione: basta sedersi a un tavolo e trovare un accordo, ascoltando le rispettive esigenze».
D’accordo con lei è Vincenzo Poerio, amministratore delegato di Tankoa Yachts: «Manca la formazione delle maestranze, che va strutturata in maniera diversa – afferma – Ci vogliono risorse per farlo. Innovazione e formazione sono beni comuni, non possono essere interpretati da una sola azienda. Solo le istituzioni devono spingere su questi obiettivi, e senza competizione, bisogna lavorare insieme».
Barbara Amerio, Amer Yachts, amministratore delegato Gruppo Permare, entra ancora più nello specifico e sottolinea l’urgente bisogno di «un Its della nautica per il ponente ligure».
Al tema della formazione, Vitelli avanza anche un’altra problematica, rivolgendo la sua richiesta alle istituzioni nazionali: «L’Italia è il primo Paese al mondo per la produzione di megayacht, ma la maggior parte di queste barche non battono bandiera italiana e vanno all’estero – spiega – che senso ha mantenere una tassazione così alta perché la barca, che è un bene mobile, viene considerata un bene da ricchi? Non sarebbe meglio ridurre al tassazione e trattenere qui in Italia un numero maggiore di imbarcazioni?».