Il burn out è una sindrome che colpisce sul piano fisico, mentale ed emotivo, classificata dall’Oms come una forma di stress lavorativo che non si è in grado di gestire.
Tra le cause che hanno contribuito a far crescere questa condizione di stress vi è in particolare la pandemia e le sue conseguenze.
«Questo problema ha avuto una ricaduta su molti professionisti sanitari di diverse aziende indipendentemente dal profilo professionale», commenta Massimo Bagaglia, segretario regionale della Uil Fpl Liguria, denunciando la difficoltà nell’approvvigionamento del materiale di protezione individuale, ma anche nell’assetto organizzativo con particolare attenzione al trasferimento del personale in altre unità operative rispetto a quelle di appartenenza, con il disorientamento e lo stress che ne consegue.
«Il fenomeno del burn out in ambito sanitario sta assumendo livelli preoccupanti e non più tollerabili – gli fa eco Marco Vannucci, segretario provinciale Uil Fpl Genova – è evidente come la salute psicofisica degli operatori direttamente impegnati nella cura dei pazienti sia stata messa a dura prova dall’emergenza sanitaria: oggi un sanitario su tre accusa sintomi da stress psicofisico quali irritabilità, insonnia, depressione e ansia. Gli operatori sanitari non erano eroi due anni fa e non lo sono adesso, ma sono professionisti e come tali vanno tutelati e sostenuti».
«A distanza di due anni dall’inizio della pandemia negli ospedali e nelle case di riposo incontro quotidianamente molte donne e uomini, che piangendo mi raccontano d’essere arrivati al limite fisicamente e soprattutto mentalmente – aggiunge Riccardo Ronca, segretario provinciale Uil Fpl Ponente Ligure – e certamente il susseguirsi di decreti, ordinanze e protocolli che mutavano nel giro di pochi giorni non ha aiutato nella gestione durante e dopo la pandemia».
«Vestizione per il personale dei reparti in prima linea, doppi turni di lavoro, difficoltà nel garantire il rispetto della normativa sul recupero ore previste è stata troppo a lungo la nostra normalità – dice Giovanni Bizzarro, coordinatore Gau al Policlinico San Martino di Genova – il personale è in sofferenza sul piano fisico ed emotivo, è importante non trascurare il benessere lavorativo dei sanitari per garantire continuità assistenziale adeguata nel settore pubblico e il nostro impegno è garantire questa tutela con i giusti riconoscimenti».