«L’aumento del costo dell’energia rischia di avere un importo totale, l’anno prossimo, superiore all’intero pacchetto del Pnrr. Quindi, non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto». Lo ha detto, secondo quanto riporta l’agenzia Dire, il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, stamattina a Genova all’evento “Italiadomani. Dialoghi sul Pnrr”

«Ci vuole un grande senso di responsabilità – ha aggiunto Cingolani – la vera sfida è fare una transizione giusta, non fare una transizione e basta».
Cingolani ha sottolineato che «Il bisogno aguzza l’ingegno, è tempo di spegnere ogni approccio ideologico. Non abbiamo un piano B, sono chiarissimi i rischi: se andremo al 2050 con un aumento di due gradi medi di riscaldamento, avremo i mari che sovrasteranno le città di costa, non avremo acqua dolce. Non è che il Pnrr ci ha messo al sicuro da tutto. Di fronte a una catastrofe prevista di questo genere, dobbiamo renderci conto che ce la faremo di sicuro, ma non veniamo con le ricette di Wikipedia, che è tutto pronto, si fa in un attimo: non è così. Nessuno ha la palla di vetro, le migliori menti del pianeta stanno cercando di fare un piano e devono avere l’umiltà di adattarlo, in tempo reale, alle novità che escono fuori. Non ci sono soluzioni pronte, immediate, uniche e uguali per tutti».
Secondo il ministro «sostenibilità sociale e sostenibilità ambientale devono essere in qualche modo rese conciliabili, coesistenti. Se fosse stato facile, l’avremmo già fatto. Chi vuole vedere solo una delle due continuerà a vedere solo una delle due, ma noi andiamo avanti perché dobbiamo pensare che la sostenibilità è un concetto globale: è società, lavoratori, famiglie, imprese, ambiente, economia, ecosistema. Le due cose devono essere tenute compatibili. Tutta la partita della transizione ecologica si gioca sui tempi: qualunque misura troppo rapida rischia di creare problemi alla società, ai lavoratori, alle classi più vulnerabili, alle piccole e medie imprese. D’altro canto, qualunque transizione troppo lenta rischia di creare dei problemi irreversibili per le generazioni future e per noi stessi nei prossimi 20-30 anni dal punto di vista ambientale. Ci vuole chiarezza, ci vuole trasparenza, onestà intellettuale. Quindi è normale che bisogna, in tempo reale, vedere tutto quello che c’è da fare. Questa è una affermazione di buonsenso e di buona volontà»