Sono 36 i Comuni liguri interessati dall’ordinanza, emanata ieri sera dai ministri della Salute Roberto Speranza e delle Politiche agricole Stefano Patuanelli, che impone il divieto di ogni attività venatoria – salvo la caccia selettiva al cinghiale – nella zona stabilita come infetta da peste suina africana. Complessivamente, si tratta di 114 Comuni tra Piemonte e Liguria.
Nell’area interessata sono anche vietate la raccolta dei funghi e tartufi, la pesca, il trekking, il mountain bike e le altre attività di interazione diretta o indiretta coi cinghiali infetti. La caccia di selezione al cinghiale, precisa il provvedimento, è invece ammessa come strumento per ridurre la popolazione in eccesso e rafforzare la rete di monitoraggio sulla presenza del virus. Dall’ordinanza sono inoltre escluse “le attività connesse alla salute, alla cura degli animali detenuti e selvatici nonché alla salute e cura delle piante, comprese le attività selvicolturali”.
A oggi, come riporta l’Agenzia Dire, sono 24 i Comuni liguri, al confine tra provincia di Genova, Savona e Piemonte, in cui sono stati riscontrati casi di cinghiali malati. Per il vicepresidente della Regione Liguria e assessore all’Agricoltura, Alessandro Piana, «si dovrebbe procedere con l’abbattimento dei capi malati e lo smaltimento delle carcasse per evitare che ci sia una propagazione del virus o che gli animali vengano trovati morti nel bosco. Andare a cercare nei boschi gli animali morti credo sia soltanto un dispendio di energie fisiche ed economiche. Sarebbe meglio procedere con i sistemi moderni, come quelli ormonali, per poter attirare gli animali e abbatterli».
I casi di peste suina africana riscontrati nei giorni scorsi in Piemonte e Liguria hanno attivato misure precauzionali alle frontiere di Svizzera, Kuwait e in Oriente (Cina, Giappone e Taiwan): qui, come rende noto Confagricoltura, è stato dato un temporaneo stop all’import di carni e salumi made in Italy. Secondo le stime Cia-Agricoltori Italiani, tali esportazioni si attestano intorno all’1,7 miliardi. L’ordinanza emessa ieri dal governo, come si legge nel testo, “consente alle attività produttive di continuare a lavorare in sicurezza, fornendo rassicurazioni in merito al nostro export”.
La misura produce effetti dalla data di adozione e le disposizioni sono efficaci per 6 mesi a decorrere da tale data. La vigilanza sull’applicazione delle misure introdotte è assicurata dai servizi veterinari delle Aziende sanitarie locali territorialmente competenti in collaborazione con le forze dell’ordine. Obiettivo dell’ordinanza congiunta è “porre in atto ogni misura utile a un immediato contrasto alla diffusione della peste suina e alla sua eradicazione a tutela della salute del patrimonio faunistico e zootecnico suinicolo nazionale e degli interessi economico connessi allo scambio extra Ue e alle esportazioni verso i Paesi terzi di suini e prodotti derivati”.