«Siamo il porto più avanti sul cosiddetto cold ironing, ossia l’elettrificazione delle banchine, abbiamo le imprese pronte per ampliare il progetto estendendolo alla parte passeggeri del porto, ma siamo fermi, nonostante centinaia di milioni di investimenti nell’appalto perché da due anni non esiste una tariffa, nonostante sia stato richiesto più volte e nonostante il decreto milleproroghe dovesse fissarla».
Il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale Paolo Emilio Signorini ha lanciato un appello incisivo alla politica dal palco dell’assemblea pubblica di Confindustria Genova.
Gli stanziamenti governativi per spingere sulla transizione energetica fanno parte delle cosiddette riforme settoriali del Pnrr. Genova ha già elettrificato i bacini di carenaggio e il principale terminal commerciale, quello di Pra’, e ha il progetto di proseguire con l’area crocieristica sia a Genova sia a Savona, ma Signorini avverte: «Così non può funzionare».
Lo scorso febbraio un report di Legambiente ed Enel X (disponibile qui: Porti verdi. Report Enel x e Legambiente) evidenziava come a oggi il costo dell’energia elettrica in Italia è superiore al costo di generazione tramite combustibili fossili. Per questo diversi armatori sono scoraggiati dal ricorrere al cold ironing. Il decreto “Milleproroghe” (del 2019) successivamente integrato con il decreto “Semplificazioni” (del 2020), hanno previsto la riduzione delle accise e l’azzeramento di alcune componenti tariffarie per la fornitura elettrica alle navi ormeggiate in porto. L’attuazione di tali disposizioni renderà maggiormente attrattivo il cold ironing per gli armatori. Resta comunque essenziale che le infrastrutture siano dimensionate sulla domanda e sulle esigenze effettive delle imbarcazioni.
Sempre secondo lo studio l’abilitazione al cold ironing dei 39 porti italiani del network Ten-T permetterebbe ogni anno di evitare la combustione di oltre 635 mila tonnellate di gasolio marino.