«Con grande senso di responsabilità, e ribadendo la piena disponibilità già espressa al prefetto nell’incontro della settimana scorsa, tutti i pubblici esercizi genovesi stanno facendo la loro parte nel verificare l’osservanza dei nuovi obblighi, consapevoli dell’insostenibilità di una nuova ondata di chiusure generalizzate. Detto questo, riteniamo sia giunta l’ora, da parte del governo, di una piena assunzione di responsabilità, e quindi dell’introduzione dell’obbligo vaccinale, perché non è possibile continuare a delegare l’applicazione di norme così importanti per la salute pubblica a chi, di lavoro, dovrebbe e vorrebbe fare altro: e cioè baristi, ristoratori ed esercenti in genere».

Lo sostiene il presidente provinciale Fiepet Confesercenti, Alessandro Simone, nella prima giornata di entrata in vigore del nuovo Super green pass, che concede maggior libertà di movimento ed accesso ai soggetti vaccinati rispetto a quanti abbiano solamente un tampone valido.
«Il decreto legge 172 dello scorso 26 novembre − riassume il coordinatore locale di Assohotel, Fabio Serpi (nella foto di apertura) − stabilisce che, per poter alloggiare in una struttura ricettiva alberghiera o extralberghiera, bisogna essere vaccinati, guariti o in possesso di un tampone negativo. Per le aziende del nostro settore la situazione continua a essere molto delicata e, pur comprendendo l’intenzione del governo di convincere quante più persone a vaccinarsi, è però importante veicolare un messaggio di apertura: rispetto a un anno fa abbiamo gli strumenti per tornare a fare la vita di sempre e, quindi, per tornare a viaggiare e soggiornare in ambienti ancora più sicuri di un tempo. Un altro aspetto da chiarire per chi fa il nostro mestiere riguarda la gestione dei turisti stranieri e, in particolare, il problema di chi ha ricevuto un vaccino non ancora riconosciuto dall’Ema: è una questione che va risolta al più presto tra la comunità scientifica e le istituzioni a ogni livello altrimenti, giusto per fare un esempio, rischiamo di perdere tutti i turisti in arrivo da Cina e Russia. Infine, è necessario un intervento sul costo dei tamponi per le aziende e i liberi professionisti in genere».