Due ricercatrici dell’Iit hanno ricevuto un finanziamento di 50 mila euro da Fondazione Roche, nell’ambito del bando dedicato alla ricerca indipendente e giunto alla sesta edizione. Un sostegno che finanzia i progetti di giovani scienziati under 40 che operano all’interno di strutture pubbliche e Ircss.
Nell’ambito dell’oncologia Tamara Fernandez Cabada premiata con il progetto “A new way to avoid side effects and treat efficiently glioblastoma, exploiting the combination of magnetic hyperthermia and differentiation therapy”; per l’area neuroscienze il finanziamento è andato a Valentina Castagnola, con il progetto “Phage-based nanotools for targeted neural stimulation in neurodegenerative diseases”.
Per quanto riguarda l’oncologia il progetto si propone di studiare la possibilità di utilizzare la terapia combinata per il trattamento del glioblastoma umano (una forma molto aggressiva di tumore che colpisce il sistema nervoso centrale), in particolare eliminando le cellule staminali tumorali responsabili della recidiva e dell’aggressività del glioblastoma. A tal fine, si propone di combinare l’ipertermia magnetica con terapie di differenziazione cellulare, terapie alternative che eviterebbero gli effetti collaterali, rendendo le cellule staminali tumorali più sensibili agli aumenti di temperatura e facilitando la loro eliminazione.
Per quanto riguarda le neuroscienze l’idea alla base del progetto NeuroTarget è quella di impiegare dei nanorobot (vettori) biologici capaci di attraversare lo scudo della barriera ematoencefalica e raggiungere specifici neuroni bersaglio. Simili a un treno merci, questi vettori saranno caricati con nanoparticelle funzionali in grado di convertire un segnale luminoso remoto in un segnale elettrico. La combinazione di questi due componenti (nanorobot e nanoparticelle) darà origine a dei sistemi ibridi (biologici e sintetici) che potranno raggiungere un neurone denervato e integrare la perdita di funzione, stimolandolo tramite impulsi luminosi remoti. La possibilità di modulare l’attività neuronale in modo non invasivo attraverso la stimolazione wireless ad alta risoluzione temporale/spaziale e con capacità di indirizzarsi a specifiche aree del cervello rappresenterà un progresso tecnologico applicabile a una vasta gamma di malattie neurodegenerative. Il progetto sarà implementato presso l’Iit Centre for Synaptic Neuroscience and Technology – Nsyn, un centro multidisciplinare di eccellenza che si concentra sullo studio delle funzioni neurali e delle patologie associate attraverso l’elettrofisiologia, la neurobiologia cellulare e molecolare, l’imaging e gli approcci computazionali.
Chi sono le vincitrici
Tamara Fernandez Cabada è laureata in Biologia all’Università Complutense di Madrid e ha ottenuto il dottorato in Ingegneria Biomedica all’Università Politecnica di Madrid, durante il quale ha imparato come i nanomateriali possano aiutare nel trattamento e nella diagnosi delle malattie attraverso le loro diverse applicazioni biomediche. Da quel momento in poi, il suo interesse si è concentrato principalmente sull’applicazione della nanotecnologia per migliorare la salute dell’essere umano. Dopo un soggiorno post-dottorato a Buenos Aires per la formazione sulle cellule staminali del cancro, è tornata in Europa e si è unita al gruppo della dottoressa Teresa Pellegrino per sviluppare progetti di terapia dei tumori utilizzando l’ipertermia magnetica.
Valentina Castagnola, dopo la laurea in Fotochimica e Materiali Molecolari conseguita all’Università di Bologna nel 2011, porta avanti un dottorato di ricerca presso il Laboratoire d’analyse et d’architecture des systèmes (Laas-Cnrs) di Tolosa, Francia, dove ottiene il PhD in Micro e Nano Sistemi nel 2014. Dal 2015 al 2019 svolge ricerca presso il Center for BioNano Interactions alla University College Dublin (Cbni-Ucd) in Irlanda, lavorando sulle interazioni tra nanomateriali e sistemi biologici. Nel 2019 si unisce al Center for Synaptic Neuroscience and Technology dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) a Genova, presso il quale è Researcher dal 2020.
L’Istituto Italiano di Tecnologia è un istituto di ricerca riconosciuto a livello internazionale che promuove l’eccellenza nella ricerca di base e applicata per promuovere lo sviluppo della scienza europea e mondiale. La ricerca si concentra principalmente sulla collaborazione tra diversi campi scientifici, unico modo per risolvere le diverse sfide che la società sta affrontando. La ricerca di Iit si articola in quattro grandi domini di ricerca: Robotica, Nanomateriali, Scienze della Vita e Scienze Computazional. L’obiettivo principale dell’IIT, che consta di una sede centrale, 11 centri satellite in tutta Italia e 2 outstations negli Stati Uniti, è quello di produrre tecnologie che avranno un impatto positivo su alcune importanti sfide sociali, come la sostenibilità e l’ambiente, la sanità e l’invecchiamento della società, riflettendo anche le priorità dell’UE. La visione scientifica di IIT è interdisciplinare, basata sul concetto di “tradurre l’evoluzione in tecnologia”, cioè imitare le soluzioni naturali per sviluppare nuove tecnologie.
A testimonianza dell’impegno annunciato con il programma “La Roche che vorrei” che mira a garantire la massima trasparenza nell’interazione e nella collaborazione con la classe medica, le strutture ospedaliere e gli enti di ricerca, il processo di valutazione e selezione dei progetti è stato affidato al prestigioso partner internazionale Springer Nature, leader nel mondo della ricerca e dell’educazione scientifica, garante di imparzialità e terzietà.
Dal suo lancio ad oggi sono stati stanziati oltre 3 milioni di euro, ottenendo un crescente successo di pubblico: sono stati più di 2000 i progetti presentati e 48 quelli finora finanziati. Fondazione Roche ha confermato il suo impegno anche per il prossimo anno, lanciando la nuova edizione del Bando che prevedrà il finanziamento complessivo di 400.000 euro a favore di 8 progetti di ricerca per le aree: oncologia, ematologia oncologica, oftalmologia, neuroscienze, malattie ereditarie della coagulazione, Sars-Cov2, digital health e medicina personalizzata (Phc).