La giunta comunale della Spezia, su proposta dell’assessore alle Politiche Sociali Giulia Giorgi, ha approvato l’accordo di partenariato tra il Comune della Spezia, Asl 5 e le associazioni Ada, Agesci, Anteas, Auser, Buon Mercato, Cri, Gruppo San Giovanni Bosco, Masci, Missione 2000 Mondo Nuovo Caritas, Pubblica Assistenza, San Francesco per la “Realizzazione di una rete di percorsi integrati di inclusione a favore di persone senza dimora” e la “Guida ai servizi rivolti alle persone senza dimora” dove vengono indicati tutti i servizi e le strutture a loro dedicate.
L’intenzione comune delle parti è di realizzare una rete di percorsi di inclusione, in particolare, nella realizzazione di Servizi strategici (Sportello pronto intervento e punto di ascolto), Servizi essenziali (accoglienza notturna, supporto sanitario, mense, servizi diurni, emergenza freddo ecc.), Servizi di prevenzione (unità di strada, accompagnamento socio-educativo ecc.), Servizi Innovativi (Struttura per situazioni con fragilità sanitaria, Housing first ecc.) al fine di superare la frammentazione degli interventi offerti dai medesimi Enti e Soggetti erogatori pubblici e privati, e con l’obiettivo di potenziare i servizi erogati e sperimentarne di nuovi.
Tutti i soggetti pubblici e privati, non profit o profit, che hanno sede legale o che operano sul territorio che condividono gli obiettivi del presente Accordo nel loro statuto, nell’oggetto societario o nella mission aziendale, possono accedere alla Rete, anche successivamente all’atto di sottoscrizione dell’accordo, a seguito di una richiesta scritta e motivata.
“In questi 4 anni abbiamo lavorato come Amministrazione col fine di rafforzare i servizi, pubblici e non, dedicati alle estreme povertà e ai senza fissa dimora, soggetti sui cui purtroppo, troppe poche volte vengono fatti investimenti – dichiara l’assessore Giorgi – Sul nostro territorio esiste una forte presenza di associazioni ed enti del terzo settore che da anni dedicano tempo e risorse nell’aiuto e nel supporto dei soggetti più fragili. L’intento di questo protocollo nasce dal desidero di mettere a sistema tutto il patrimonio di interventi che ognuno di noi mette quotidianamente in pratica ufficializzando una rete forte che permetta, in primis la conoscenza di tutti i servizi presenti, la presa in carico a 360 gradi del soggetto fragile, in tutti i suoi aspetti, e soprattutto collaborare l’un l’altro per migliorarci a vicenda».