“Non solo la Regione dovrebbe, per offrire un sevizio migliore, mettere più risorse in via ordinaria ma, sapendo benissimo che i lavori sulle autostrade liguri erano inevitabili, avrebbe dovuto in sede di assestamento di bilancio già prevedere le risorse necessarie a gestire questa da tempo annunciata emergenza”.
È quanto sostengono, in una nota congiunta, il Comitato Pendolari Levante Ligure, Comitato pendolari Savona-Genova, Associazione Pendolari Novesi, Comitato Cinque Terre, WWF-Italia-Liguria, Fridays For Future Genova, Associazione Mobilita Genova, Famiglie Senz’auto Genova, Italia Nostra Sez. di Genova, Comitato SiTram, UTP sezione di Genova. Nel comunicato le associazioni chiedono un immediato intervento alla Regione Liguria affinché intervenga per intensificare il servizio ferroviario regionale, anche fronte delle problematiche autostradali.
“Ampio spazio offrono le condizioni più che vantaggiose dal punto di vista dei ricavi da tariffa che il Contratto di Servizio offre a Trenitalia e ci chiediamo come mai la Regione non utilizzi la stessa solerte richiesta di maggiori risorse anche e soprattutto nei confronti di Trenitalia – prosegue la nota – Invece il riferimento più volte fatto dalla Regione è il “Decreto Genova” ma non ci sembra una buona idea la riedizione dei provvedimenti mesi in atto durante l’emergenza Morandi”
“Quasi 10 milioni di euro (9.850.000) aggiuntivi impiegati per il trasporto ferroviario nel 2019 arrivati con il Decreto Genova, sono stati utilizzati per offrire – letteralmente – una manciata di treni in più, mentre probabilmente una quota maggioritaria è servita per rimborsare Trenitalia dell’aumento tariffario non effettuato. O meglio, effettuato ma non caricato sugli utenti perché rimborsato a Trenitalia con i soldi arrivati dal Mit”.
“Insomma, la Regione Liguria: prima non finanzia adeguatamente il Servizio, quindi firma un Contratto di Servizio che prevede fortissimi aumenti tariffari a fronte di nemmeno 1 km in più di servizio, che garantisce cospicui ricavi a Trenitalia, poi quando ci sarebbe da incrementare il Servizio per necessità dovuta a una supposta emergenza chiede soldi allo Stato come se fossimo negli anni ’60 del secolo scorso, dimenticando le proprie responsabilità! La Liguria più che di piani straordinari di dubbia efficacia ha bisogno di un incremento stabile del Fondo Trasporti, all’interno di una pianificazione seria condivisa con Comitati e Associazioni e con regole economiche del Contratto di Servizio con Trenitalia eque e non penalizzanti per i cittadini, e tutto ciò al fine di avere una vera mobilità sostenibile, tassello importante di quella transizione ecologica di cui ancora non si vede alcuna manifestazione concreta”.
Le richieste delle associazioni partono da un intervento immediato della Regione per incrementare il servizio ferroviario in vista delle prossime débâcles autostradali, da Ponente a Levante, sulla costa e nell’interno: reintegrando ed estendendo all’area metropolitana i Voltri-Nervi; incrementando il servizio sulla Genova-Busalla-Isola/Arquata/Novi, coprendo i “buchi orari” storici; imponendo non solo l’immediato ripristino del servizio ferroviario sulla Genova-Acqui Terme ma un incremento del servizio rispetto alla situazione ordinaria; intensificando il servizio nel Ponente savonese e imperiese; incrementando l’offerta nell’estremo levante ligure.