Sull’ambiguità del web e sul concetto di cyber security e le sue implicazioni economiche, etiche, sociali e politiche siamo già intervenuti segnalando “Connessione a rischio” della nostra redattrice Emanuela Mortari. Del resto, quando il ministro Calenda, nel 2018, ha istituito otto “competence center” nazionali ad alta specializzazione su tematiche dell’Industria 4.0, ha scelto Genova per la cyber security. Non a caso, perché qui, grazie alla presenza di divisioni cyber di colossi industriali e di una miriade di pmi e studi professionali specializzati, esistono competenze e sensibilità per rafforzare la competitività del sistema paese in termini di innovazione e ricerca nel settore.
Dietro l’agilità della scrittura e la velocità dell’azione del thriller di Mortari c’è un lungo lavoro di documentazione e confronto con i principali protagonisti e i centri più avanzati di cui dispone la città in fatto di cyber security. Ne viene fuori come un lampo in grado di fare luce per qualche istante su una realtà che la maggior parte di noi forse sospetta ma non conosce nei suoi termini reali: chi sa raccogliere e ordinare dati con le nuove tecnologie informatiche accumula conoscenza, vale a dire potere. Conoscenza e potere che possono venire usati a fini criminali ed essere oggetto di contese criminali. Connessione a rischio ci mostra quello che può accadere (e accade) nel mondo del business. “Azione letale” (ed. Longanesi, 2021, traduzione di Isabella Ragazzi e Stefano Tettamanti) di Andy McNab ci mostra quello che può accadere (e accade, anche se, probabilmente, non nei termini descritti – anticipati? – dall’autore) quando intervengono gli Stati.
Della trama diciamo soltanto che il protagonista, Nick Stone, ex militare del Sas (Special Air Service), la mitica forza speciale britannica, deve intercettare e catturare una hacker di fama mondiale, in mano a una potenza che servendosi di lei potrebbe mettere in pericolo la sicurezza dell’Occidente e compromettere la stabilità mondiale. Il racconto è un susseguirsi vertiginoso di scontri, agguati, attacchi e fughe.
Per quanto riguarda il libro basta così, non intendiamo gareggiare con McNab nel suscitare suspense. Piuttosto, consigliamo di precedere la lettura di Azione letale con quella di altro libro dell’autore inglese, pubblicato in Italia l’anno prima, sempre da Longanesi, “Colpo a freddo” (ed. Longanesi, traduzione di Maria Laura Capobianco e Stefano Tettamanti). Azione letale è autonomo, si può leggere e capire senza bisogno di supporti esterni ma è la continuazione di Colpo a freddo. I protagonisti sono gli stessi, Nick Stone e i suoi amici, e la vicenda costituisce lo sviluppo e il culmine del libro precedente.
Ora, due parole, sull’autore, Andy McNab. Che è noto e per molti dei nostri lettori non ha bisogno di presentazioni ma che ci induce a qualche riflessione. Della letteratura si sono formulate tantissime definizioni e chissà quante altre se potranno aggiungere. A noi ora viene in mente quella di Fernando Pessoa: «La letteratura, come tutta l’arte, è la confessione che la vita non basta». (Obra em Prosa, 1974). Lo scrittore portoghese pensiamo intendesse dire che la letteratura permette di raggiungere una maggior consapevolezza di sé e del mondo. Quindi ci aiuta a guardare dentro noi stessi e allo stesso tempo al di fuori, a conoscere realtà diverse da quella in cui viviamo.
L’opera di McNab ci porta con uno straordinaria forza di attrazione in un mondo che non conosciamo direttamente. La vita dell’autore coincide, fino alla fine del servizio nell’esercito britannico, nel 1993, con quella del protagonista dei suoi libri, Nick Stone. Nato nella periferia sud di Londra nel 1959, McNab (pseudonimo adottato per motivi di sicurezza)-Nick Stone, ha fatto parte di gang di strada giovanili, ed è stato anche arrestato per furto in appartamento. Rilasciato su cauzione, a 16 anni, nel 1976 si è arruolato nell’esercito. Ha fatto parte dei Royal Green Jackets e poi, dal 1884 al 1993, del Sas. Ha operato nell’Irlanda del Nord, in Guatemala, nelle savane del Botswana, in Libano, nelle giungle dell’America Latina, nella guerra del Golfo, dove è stato fatto prigioniero e poi rilasciato con la pace. Nell’ottobre 1993, otto mesi dopo il congedo, ha pubblicato un libro sulla sua avventura irachena, intitolato Pattuglia Bravo Two Zero. Il libro, che ha suscitato polemiche in ambiente militare, anche all’interno dello stesso Sas, ha avuto successo e soprattutto ha rivelato uno scrittore dalla capacità strepitosa di trascinare il lettore all’interno dell’azione. Dopo l’opera d’esordio McNab ha scritto una trentina di libri, di diverso valore ma tutti capaci di farci vivere un’altra vita. Azioni di pedinamento o contropedinamento, intrusione in edifici, scontri fisici e a fuoco, fughe, inseguimenti, sembrano descritti con la precisione di chi queste azioni le ha vissute. E così, probabilmente, è, considerata la biografia dell’autore. C’è soprattutto anche un’indubbia abilità narrativa, perché i militari che avrebbero esperienze interessanti da raccontare sono milioni, quelli che possono farlo senza tediarci si contano forse sulle dita di una mano.
In conclusione, leggendo Colpo a freddo e Azione letale forse si impara qualcosa, sicuramente ci si diverte.